• 6 Dicembre 2025 6:09

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Fiat 131 Abarth Rally: la berlina da famiglia che mandò in pensione la Stratos

Set 25, 2025

Ci troviamo all’inizio degli anni 70, in un periodo in cui il rally sta cambiando volto. Se fino a pochi anni prima era uno sport di nicchia, seguito da un numero contenuto di tifosi appassionati, in poco tempo diventa un fenomeno popolare. Le strade di montagna, i boschi e i rettilinei polverosi iniziano a riempirsi di pubblico per assistere a piloti d’eccezione sfrecciare tra strade tortuose a folli velocità. Proprio in questo scenario Fiat decide che non vuole più essere solo il costruttore delle auto di famiglia, per essere appetibili sul mercato bisogna dare voce alle richieste del pubblico e puntare sulle performance e sulla costruzione di un’immagine diversa. 

La chiave di svolta arriva con l’acquisizione dello Scorpione: Carlo Abarth, con le sue trasformazioni estreme su piccole utilitarie, aveva già scritto capitoli importanti di motorsport e iniziato un processo. Con Fiat alle spalle, le possibilità diventano enormi. Il primo frutto di questa collaborazione è la 124 Abarth Rally Gruppo 4, una spider che da subito inaugura un’alleanza piena di soddisfazioni. Ma proprio per questo il passo successivo deve essere ancora più ambizioso: serve un’auto rivoluzionaria, in grado non solo di vincere, ma di prendere una Fiat per famiglie e renderla una sportiva da primo posto. Con questa missione prende forma la Fiat 131 Abarth Rally, un’auto che non solo porterà a casa titoli mondiali, ma che manderà in pensione la leggendaria Lancia Stratos.

Il prototipo 031, il primo passo verso la leggenda

Per capire come è nata la Fiat 131 Abarth bisogna partire dal prototipo 031: siamo alla fine della carriera della 124 Rally e serve una base più moderna, con margini di sviluppo maggiori. L’idea è quella di sperimentare su una berlina tre volumi, solida ma capace di trasformarsi in chiave sportiva. Così si lavora sul prototipo 031, un laboratorio tecnico e di sperimentazione su quattro ruote. Sotto il cofano batte un V6 da 3,2 litri con oltre 270 cavalli, la carrozzeria viene alleggerita con pannelli in vetroresina e l’impostazione generale non sa cosa sia il comfort. La 031 non è destinata a entrare in produzione (e mai lo farà), ma il suo ruolo è cruciale: dimostra che anche una Fiat di serie può diventare una macchina da corsa temibile. È la scintilla di cui si ha bisogno per dare vita al progetto 131 Abarth Rally.

La nascita della 131

La base scelta per la nuova avventura è la Fiat 131 Mirafiori, una berlina che per milioni di italiani rappresentava il quotidiano: robusta, pratica, l’auto di famiglia per eccellenza. Trasformarla in una regina dei rally sembra quasi una provocazione, ma è proprio questa la forza del progetto e, al tempo stesso, la necessità di Fiat in termini di rebranding.

Al Centro Stile Bertone è affidato il design della carrozzeria, che viene ridisegnata con linee squadrate, aggressive e funzionali. I passaruota diventano massicci, compaiono prese d’aria e dettagli aerodinamici che non lasciano dubbi alla natura della vettura. I materiali diventano protagonisti in termini di performance: cofano, porte e bagagliaio in alluminio; tetto e parafanghi in vetroresina, per abbassare il peso senza rinunciare alla solidità. Il risultato è una macchina che conserva il legame con la versione stradale, ma che al primo sguardo racconta di essere nata per correre. Una berlina trasformata in qualcosa di nuovo, pronta a stupire sulle prove speciali.

Ufficio Stampa StellantisDalla famiglia ai rally: la rivoluzione della Fiat 131 Abarth Rally Gruppo 4

Un motore tutto nuovo

Se l’estetica firmata Bertone colpisce, è sotto il cofano che la 131 Abarth Rally nasconde la sua vera arma. Fiat sviluppa un motore inedito: un quattro cilindri 2.0 bialbero con testata a 16 valvole, una soluzione mai vista prima su una Fiat di serie. Nella versione da gara questo motore supera i 215 cavalli, un dato impressionante per la fine degli anni Settanta. Abbinato a un peso contenuto e a un assetto messo a punto dagli ingegneri Abarth, il pacchetto diventa micidiale. La 131 è docile quando serve, ma capace di aggredire sterrati, asfalti e ghiaccio con la stessa naturalezza.

La versione Stradale

Per ottenere l’omologazione FIA nel Gruppo 4, Fiat e Abarth devono produrre almeno 400 esemplari stradali e così fa. Tra il 1976 e il 1978 nasce la 131 Abarth Rally Stradale. Una serie limitata che oggi è una vera perla da collezione. Esteticamente, la Stradale mantiene gran parte dei tratti corsaioli: parafanghi allargati, cerchi in lega, carrozzeria alleggerita. Gli interni, però, sono più vicini a quelli di un’auto “civile”, con un minimo di comfort per l’uso quotidiano. Sotto il cofano c’è sempre il 2.0 bialbero 16 valvole, rivisto per garantire affidabilità su strada. Fiat dimostra così una nuova anima al pubblico.

Una regina del rally

Una volta omologata, la 131 Abarth Rally dimostra subito che è una vettura nata per vincere. Potenza, leggerezza, affidabilità: la formula è vincente. Nei campionati mondiali di fine anni Settanta la 131 diventa protagonista assoluta. Arrivano tre titoli mondiali costruttori (1977, 1978 e 1980) e due titoli piloti, conquistati da campioni del calibro di Walter Röhrl e Markku Alén. La 131 non solo corre: domina. Conquista sterrati, asfalti e prove innevate, mostrando una versatilità rara per le auto da rally dell’epoca. Ogni vittoria non è solo un successo sportivo, ma anche un messaggio chiaro: Fiat non è solo il costruttore delle auto popolari, è un marchio che sa vincere nelle competizioni più dure.

Dentro Fiat, fuori Lancia

La storia della 131 Abarth però non è fatta di soli successi, ma anche qualche critica. È lei infatti la vettura scelta dai vertici per essere portata al centro del progetto rally nel 1977. In quegli anni Lancia Stratos domina ed è amata da tutti i tifosi, però il lavoro di comunicazione dietro alla Fiat 131 Abarth è più importante e si decide così di dare la priorità alla berlina, e lasciar correre a Lancia poche gare del mondiale, per poi ritirarla l’anno successivo quando tutte le vetture del Gruppo si uniscono a livello sportivo sotto il nome ASA. La scelta non è casuale: la 131 nasce da una berlina di serie, e vincere con un’auto così significa un ritorno d’immagine più ampio. Nonostante le critiche la scommessa paga: e la 131 conquista titoli e, di fatto, manda in pensione Lancia dal rally, almeno per qualche anno.

400 esemplari diventati mito

I 400 esemplari stradali costruiti tra il 1976 e il 1978 oggi sono autentiche rarità. Ogni auto è un pezzo unico, un ponte tra il mondo delle corse e quello delle strade di tutti i giorni. Non sorprende che nelle aste internazionali queste vetture raggiungano cifre da capogiro tra i 100 e i 300 mila euro. La Fiat 131 Abarth Rally è una macchina vincente e un manifesto di quello che la sapienza italiana riesce a fare. Un progetto visionario che ha cambiato le regole del gioco, consacrando Fiat come protagonista assoluta del motorsport degli anni Settanta. Oggi, a quasi cinquant’anni di distanza, la 131 Abarth Rally resta una leggenda e un’auto che racconta un’Italia che forse non c’è più.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close