• 25 Novembre 2024 23:26

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Festeggia un gol e ricorda gli ostaggi di Hamas, arrestato calciatore israeliano in Turchia

Gen 15, 2024

AGI – E’ bufera in Turchia per il caso del calciatore israeliano arrestato dopo aver mostrato un messaggio riferito alla guerra tra Israele e Hamas durante una partita di Prima Divisione. Sagiv Jehezkel, 28 anni, nel festeggiare il gol del definitivo 1-1 realizzato per la sua squadra dell’Antalyaspor contro il Trabzonspor, ha mostrato alle telecamere il polso sinistro fasciato con su scritta la data del 7 ottobre, la bandiera israeliana e “100 days” a ricordare l’inizio del conflitto tra lo Stato Ebraico e l’organizzazione islamista.

Un gesto letto come una vera e propria provocazione dalle autorità locali che si sono subito messe in moto: il club ha licenziato il giocatore, reo di “aver agito contro i valori del Paese”, e il ministro della Giustizia, che su X ha ricordato come a Gaza sia in corso un genocidio, ha annunciato l’avvio di una indagine penale da parte della procura di Antalya per il reato di “incitamento pubblico all’odio”. 

“Non volevo provocare nessuno, voglio che questa guerra finisca e il gesto che ho fatto è per gli ostaggi. Non mi interesso di politica e da quando sono arrivato in Turchia non ho mai mancato di rispetto a nessuno”, si è difeso Jehezkel quando è comparso davanti al magistrato turco questa mattina, dopo l’arresto avvenuto nella notte. Il giudice ha rilasciato il giocatore ma il destino sportivo è praticamente segnato: Jehezkel dovrà abbandonare la Turchia. 

Nel frattempo, c’è un altro calciatore israeliano, Eden Kartsev, che in Turchia sta facendo i conti con i tifosi del Basaksehir di Istanbul che, sempre attraverso i social, ne chiedono l’allontanamento. La rivolta su X, ex Twitter, da parte dei sostenitori del Basaksehir, è scattata quando Kartsev ha pubblicato una storia su Instagram in cui chiedeva di “riportare a casa” gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas con tanto di bandiere israeliane e segni di vittoria. 

Una condivisione che ha scatenato le proteste dei fan del club, tra l’altro fondato da persone vicine al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. “Non vogliamo sostenitori del sionismo nella nostra squadra, chiediamo che i nostri valori e la sensibilità del nostro Paese siano rispettati”, si legge nel post condiviso dal fan club della squadra.

La società all’inizio non ha risposto, tuttavia in seguito al caso di Jehezkel e al provvedimento di espulsione rivolto all’attaccante dell’Antalyaspor, anche il Basaksehir ha annunciato un “procedimento disciplinare” a carico del calciatore accusato di aver violato “le regole discilinari del club e ferito i sentimenti nazionali del Paese”. Kartsev è stato invitato a presentare una memoria difensiva scritta, poi la società prenderà una decisione sul suo conto.

AGI – E’ bufera in Turchia per il caso del calciatore israeliano arrestato dopo aver mostrato un messaggio riferito alla guerra tra Israele e Hamas durante una partita di Prima Divisione. Sagiv Jehezkel, 28 anni, nel festeggiare il gol del definitivo 1-1 realizzato per la sua squadra dell’Antalyaspor contro il Trabzonspor, ha mostrato alle telecamere il polso sinistro fasciato con su scritta la data del 7 ottobre, la bandiera israeliana e “100 days” a ricordare l’inizio del conflitto tra lo Stato Ebraico e l’organizzazione islamista.
Un gesto letto come una vera e propria provocazione dalle autorità locali che si sono subito messe in moto: il club ha licenziato il giocatore, reo di “aver agito contro i valori del Paese”, e il ministro della Giustizia, che su X ha ricordato come a Gaza sia in corso un genocidio, ha annunciato l’avvio di una indagine penale da parte della procura di Antalya per il reato di “incitamento pubblico all’odio”. 
“Non volevo provocare nessuno, voglio che questa guerra finisca e il gesto che ho fatto è per gli ostaggi. Non mi interesso di politica e da quando sono arrivato in Turchia non ho mai mancato di rispetto a nessuno”, si è difeso Jehezkel quando è comparso davanti al magistrato turco questa mattina, dopo l’arresto avvenuto nella notte. Il giudice ha rilasciato il giocatore ma il destino sportivo è praticamente segnato: Jehezkel dovrà abbandonare la Turchia. 
Nel frattempo, c’è un altro calciatore israeliano, Eden Kartsev, che in Turchia sta facendo i conti con i tifosi del Basaksehir di Istanbul che, sempre attraverso i social, ne chiedono l’allontanamento. La rivolta su X, ex Twitter, da parte dei sostenitori del Basaksehir, è scattata quando Kartsev ha pubblicato una storia su Instagram in cui chiedeva di “riportare a casa” gli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas con tanto di bandiere israeliane e segni di vittoria. 
Una condivisione che ha scatenato le proteste dei fan del club, tra l’altro fondato da persone vicine al presidente turco Recep Tayyip Erdogan. “Non vogliamo sostenitori del sionismo nella nostra squadra, chiediamo che i nostri valori e la sensibilità del nostro Paese siano rispettati”, si legge nel post condiviso dal fan club della squadra.
La società all’inizio non ha risposto, tuttavia in seguito al caso di Jehezkel e al provvedimento di espulsione rivolto all’attaccante dell’Antalyaspor, anche il Basaksehir ha annunciato un “procedimento disciplinare” a carico del calciatore accusato di aver violato “le regole discilinari del club e ferito i sentimenti nazionali del Paese”. Kartsev è stato invitato a presentare una memoria difensiva scritta, poi la società prenderà una decisione sul suo conto.

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