Ferrari ha studiato le gomme come non mai in vista del mondiale 2026. E non poteva essere altrimenti, tenendo presente la stagione appena conclusa, in cui ha mostrato ampiamente di non saperle utilizzare. Un lavoro fortemente voluto da Loïc Serra, direttore tecnico della Rossa, con un passato di 15 anni in Michelin e un percorso specializzato sui compound in Mercedes. Nasce così la nuova vettura italiana per il prossimo campionato.
Le riflessioni dei team sul test Pirelli di Abu Dhabi
I test di fine stagione sul circuito di Yas Marina si sono rivelati molto utili per Pirelli, nel verificare se le simulazioni corrispondono alla realtà in pista. Questi dati sono importanti anche per le scuderie, però, dove i piloti hanno svolto un ruolo puramente esecutivo. Le vetture 2026 saranno completamente diverse da quelle attuali, con carichi longitudinali e trasversali molto differenti a causa di aerodinamica e potenza modificate.
Pirelli ha riferimenti preliminari sui carichi imposti alle gomme e, sul tracciato di Yas Marina, ha cercato di replicare le condizioni che le vetture 2026 svilupperanno sulle coperture. I nuovi pneumatici avranno dimensioni diverse: anteriori ridotte di 25 mm e posteriori di 30 mm, dove l’impronta a terra sarà minore, idem la superficie che dissipa il calore. Uno degli obiettivi principali era verificare la resistenza al blistering sulle coperture 2026.
Le informazioni decisive sulle gomme 2026 per la Rossa
Come già sottolineato, anche i tram hanno ottenuto informazioni iniziali sulle gomme, il cui corretto utilizzo rimane probabilmente uno degli aspetti più determinante per una monoposto di Formula 1. Ogni anno lo osserviamo: un’auto che gestisce efficacemente le mescole tende a mostrare un livello competitivo superiore. La Ferrari, oltre a dover cambiare metodo e qualità, deve correggere le innumerevoli difficoltà sulle home viste nella stagione 2025. Troppe a dire la verità.
Nei teso ogni squadra ha fornito al gommista italiano le varie stime prodotte sui carichi previsti per il 2026, dati poi “armonizzati” per ottenere una media tra tutti i team. Tuttavia, ogni team genera valori propri, che possono variare significativamente. Tra le informazioni più rilevanti c’è la rigidezza verticale delle gomme, ossia quanto la mescola si comprime quando viene sottoposta a un carico specifico.
Questo parametro è fondamentale anche per l’aerodinamica, perché le variazioni di altezza influenzano direttamente il range relativo alla distanza dell’auto sull’asfalto. Malgrado la fine dell’era che ha gestito le wing car, il fondo continuerà a recitare un ruolo chiave nella produzione del carico aerodinamico, a seconda della distanza dal suolo, considerando che si tratta comunque di un valore variabile, che cambia in base alle condizioni di marcia.
Per questo motivo, la precisione sulle stime che i team ricaveranno dai test di Abu Dhabi sarà cruciale per alimentare una corretta gestione del progetto 2026 sulle gomme. I team avevano già a disposizione il modello delle mescole nel simulatore, ma nelle prossime settimane potranno aggiornare i dati. La stagione 2025 ha dimostrato come la gestione delle coperture sia stata un punto debole della Rossa. Da qui diversi provvedimenti.
Ferrari aggiorna il modello matematico delle gomme 2026
Le difficoltà nell’amministrare i compound della SF-25 derivano senza dubbio da un approccio tecnico di base errato. Ecco perché, avere la possibilità di testare al simulatore questa componente decisiva sarà è in ottica 2026. È chiaro quanto sia determinante sfruttare al meglio le coperture per ottenere il top di aderenza; secondo le nostre fonti, Ferrari ha posto tale aspetto al centro del progetto per il mondiale 2026.
Le attuale generazioni di pneumatici hanno un ruolo decisivo sulla prestazione delle monoposto, dalle quali le vetture di Formula 1 dipendono in maniera significativa. Di conseguenza, Maranello ha progettato la nuova vettura con un’attenzione particolare alle gomme. Ciò ha richiesto interventi mirati sulle sospensioni, che, al netto della configurazione scelta, devono massimizzare l’efficienza dei compound.
Un ulteriore parametro fondamentale riguarda il ciclo di isteresi della mescola. Ferrari ha raccolto informazioni dettagliati sulla quantità di calore assorbita e dissipata dalle gomme in diverse condizioni. Dati essenziali per affinare il modello matematico degli pneumatici. Sulla base di queste rilevazioni, il simulatore è stato aggiornato per riflettere in modo più accurato il comportamento reale della vettura.
L’obiettivo finale è comprendere le condizioni in cui le gomme forniscono il massimo grip, non solo da un punto di vista termico, ma pure considerando i carichi applicati. Sebbene un test Pirelli non possa restituire dati assoluti o perfetti, rimane uno strumento fondamentale che, attraverso il campo simulativo, permetterà alla Rossa di analizzare e perfezionare il comportamento della vettura nelle prossime settimane.