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Ferrari P3 /4 del 1967 replica su strada: il SOUND è spaziale

Apr 18, 2020

Il suono del dodici cilindri della Ferrari 330 P3 è qualcosa di celestiale. E nel video che vi proponiamo oltre a sentirsi all’avvio è possibile ascoltarlo anche mentre si muove sul suo terreno di caccia naturale: la strada. Negli anni 60, infatti, le corse erano prevalentemente pensate per essere fatte su tracciati stradali (Le Mans, Targa Florio) o su piste che avevano più cose in comune con una strada di montagna (Nurburgring) piuttosto che con un tracciato moderno. Attenzione, però, perché questa 330 P3 è una replica: molto ben fatta, con ogni probabilità il motore è veramente un Ferrari di quella specie, ma l’auto è una copia.

Carrozzeria era in alluminio, portiere in fibra di vetro, cerchioni stampati in lega di magnesio Campagnolo, la P3 era basata su un telaio a traliccio in tubi d’acciaio, su cui venivano rivettati i pannelli di alluminio, per aumentare la rigidità senza pregiudicare la leggerezza. Una soluzione inventata dagli assemblatori inglesi di Formula 1 e usata per la prima volta dalla Ferrari nella 158 F1.

Le sospensioni scelte da Ferrari per questa applicazione sono a quadrilateri deformabili con ruote indipendenti controllate da ammortizzatori telescopici con molle elicoidali. Motore V12 a v60° fra le bancate e cilindrata di 3967,44cc, derivato dal V12 di 2953,21 cm³ disegnato da Gioachino Colombo e montato per la prima volta sulla 250 Europa GT, berlinetta stradale del 1954. Rispetto alla 330 P2 la cilindrata rimase invariata, ma il cambio “epocale” fu dato dal passaggio dall’alimentazione a carburatori alla più moderna iniezione indiretta Lucas. La potenza crebbe da 410 CV a 420 CV.

Furono realizzate tre 330 P3 (numero di telaio 0844, 0846 e 0848). Il numero limitato di vetture realizzate, e l’uso di componenti straniere è una delle caratteristiche di questo modello e spiega la condizione sociale italiana dell’epoca: nel 66, infatti, erano iniziati i moti sindacali che portarono poi al famoso 1968. Gli scioperi colpirono ovviamente anche la Ferrari, che prima si ritrovò costretta a limitare la produzione e poi a non schierare più le 330 P3 che diventarono P4.

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