Quello che conta in Formula 1 sono i risultati. Tutto il resto passa sempre e comunque in secondo piano. Ferrari ne sa qualcosa, tenendo presente che il fine settimana di gara in Brasile è stato pessimo sotto questo punto di vista. Ci sono poi altre questioni legate al lavoro in pista e alle correzioni in tempo reale che il team proprio non sa gestire. Senza dimenticare l’immarcescibile e ridicolo ottimismo di monsieur Vasseur.
L’unica cosa buona del weekend deriva da Leclerc, non dalla Ferrari
Partiamo proprio da questo: la voglia del team principal della Rossa di ricercare con il lanternino le cose positive, sempre e comunque, quando l’ultima cosa da fare era proprio quella. Sì, perché a margine di un doppio ritiro non serve dire altro. Va bene, d’accordo, la colpa non era della Rossa per quanto riguarda Leclerc. Il monegasco viene centrato dalla carambola di matrice Piastri che arriva come un treno in curva 1.
Stacca 20 metri dopo, blocca l’anteriore e centra in pieno Kimi. L’italiano rimbalza via e sperona l’anteriore sinistra della numero 16: il danno è fatto ed è irreparabile. Per Lewis le cose sono un po’ diverse. Il britannico parte con le Soft per sfruttare l’extra grip in partenza e recuperare posizioni. Ma la foga che si porta sotto braccio è superiore a quella richiesta, arriva il contatto e tanti saluti al fondo e all’ala anteriore.
Poteva e doveva stringere meno la traiettoria. Andava detto. Pure il manager di Draveil poteva sottolinearlo, invece di parlare della qualifica. Q3 dove non era la Ferrari a brillare, ma il talento del monegasco. Leclerc che finalmente, dopo una Fp1 passata a studiare i difetti della SF-25, in qualifica ha costruito un super giro limitando al massimo le carenze della Rossa. C’è poco da vedere il bicchiere mezzo pieno, quindi.
Guidano i piloti, non i dati del garage
L’alta questione interessante sulla quale vale la pena spendersi riguarda ancora Hamilton. Qualifica, Q1: Lewis fa notare in due occasioni che le gomme non funzionano. L’attivazione della mescola non c’è. Lo fa presente in radio, preoccupato, suggerendo di trovare al più presto un rimedio legato al warm-up. Non farlo significava avere un livello di aderenza al posteriore troppo basso per raggiungere il riscontro cronometrico atteso.
Il muretto ascolta, registra l’informazione ma non fa nulla. Lo si era capito dalla risposta superficiale di Adami. E così arriva lo stesso problema in Q2 che di fatto relega l’inglese alla tredicesima piazza. Ora: senza dubbio la Ferrari in versione Interlagos non era la più felice della stagione. Vero. Ma come lo stesso Charles ha mostrato, il potenziale era ben altro. Fa pertanto riflettere questo atteggiamento del Cavallino Rampante su Lewis.
E non è la prima volta che l’ex Mercedes fa notare come il muretto, invece di ascoltare i feedback dei piloti per poi lavorarci su, preferisca affidarsi ai dati “costruiti nei box”. Che poi peraltro non funzionano. L’ingegnere del lunedì doveva farlo notare per mantenere la sua nomea di “saputello scassa maroni a conti fatti”, specie quando torni a casa da un GP con zero punti in tasca e due macchine sfasciate e da ricostruire.
Ditelo a Vasseur
Ciao ciao secondo posto, benvenuto quarto. Eh sì, basta prendere in esame la classifica per capire che, oltre Mercedes, pure Red Bull ha superato la Rossa nei costruttori. Vasseur non ne parla, ma sino a ieri lo faceva, come fosse un traguardo importante. Siamo schietti: “fotte a nessuno” arrivare secondi. Non serve a nulla. Ma visto che il leitmotiv era questo, ultimamente, era giusto mettere il dito nella piaga.
Specie se a superare Ferrari è una scuderia che guida con un solo pilota: Verstappen punti 341, Tsunoda punti 28. C’è poi un’altra cosa su cui la conferma non arriverà mai, ma come il resto delle cose “puzzava”. Allungare il più possibile il primo stint per recuperare e avere aria fresca davanti a sé: era questa la strategia su Hamilton, dove di solito si adopera una mescola consona per questo tipo di tattica: la Hard non la Soft.
Cosa sarebbe successo? La temperatura esterna sarebbe salita alle stelle e le gomme non sarebbero durate. Le probabilità erano altissime. Vasseur è contento della qualifica, ma non vede tutta una serie di problemi, come ad esempio, per citarne un altro, presentarsi nelle FP1 con il setup sbagliato. Nell’economia del weekend le cose negative sono di gran lunga superiori, Fred. E sono tante per dimenticarle tutte. Fosforo e omega 3 aiuterebbero.