• 17 Marzo 2025 19:46

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Ferrari, Hamilton contro il suo ingegnere di pista: il nuovo problema che faceva comodo creare

Mar 17, 2025

La questione team radio in F1 è oramai divenuta organica. Durante tutte le sessioni, ufficiali e non, poter ascoltare le comunicazioni tra pilota e ingegnere è un bonus da non sottovalutare mai. Dal punto di vista tecnico, per esempio, ci fornisce un sacco di strumenti utili per accedere ai diversi contenuti. Parliamo di informazioni cruciali nell’arco del fine settimana di gara. Un interscambio che mette sotto la lente di ingrandimento nozioni che altrimenti resterebbero segrete.

L’errore da non fare in questi casi, però, secondo il nostro modo di pensare dopo un’esperienza di ben 5 anni osservando le sessioni on-board, è quello di decontestualizzare i fatti. Una pratica molto comune e assai diffusa dai più, per mettere in rilievo diverse situazioni sotto una luce più attraente di quanto in realtà lo sia. Una manovra alla Netflix, per intenderci, quando con lo show di plastica Drive to Survive si cerca di spettacolarizzare uno scenario che poi tanto spettacolare non è.

Hamilton, la polemica sterile

L’attenzione mediatica della settimana è senza dubbio posta sulla Ferrari. Non potrebbe essere altrimenti, a margine di un weekend scialbo, senza pretese, dove pure la Sauber di Binotto ha battuto la Rossa. Non una bella figura. Sulla Rossa c’è una questione legata ai team radio che possiamo brevemente commentare. Ci riferiamo al presunto atteggiamento irrispettoso di Lewis Hamilton via radio, inerente le informazioni errate sulle previsioni per la pioggia e all’annessa delusione per una strategia fallimentare.

Fonte: Getty ImagesL’italiano Riccardo Adami (Scuderia Ferrari), ingegnere di pista di Lewis Hamilton

Ferrari doveva fare meglio e sfruttare la strategia per raggiungere una posizione in classifica migliore? Sì… d’altra parte Lewis ha tagliato il traguardo in decima piazza, non certo un bel risultato. Ora, la domanda è questa: cosa doveva dire Lewis di diverso da quello che ha proferito via radio? Doveva forse essere felice per l’errore di valutazione che ha compromesso maggiormente la corsa? È abbastanza logica una reazione del genere. Ma veniamo alla “pietra dello scandalo”, la sequenza tra Hamilton e Adami.

Adami: “Puoi usare il K1 quando sei vicino.”
Hamilton: “Lasciami fare, grazie.”
Adami: “K1 disponibile.”
Hamilton: “Sì, lo so, ci penso io.”
Adami: “So che è difficile, ma prova a usare il K1.”
Hamilton: “Non sono abbastanza vicino. Quando lo sarò, lo farò!”

La normale reazione di un qualsiasi essere umano frustrato

Ora contestualizziamo. Anzitutto, che diavolo è il K1? Parliamo dell’overtake button, che risulta disponibile solamente quando il pacco batteria è totalmente carico, attivato direttamente dal pilota. Una modalità che, in quanto tale, deve essere abbinata a precise mappature Engine (motore endotermico) e SOC (state of charge) spinte, per ottimizzare l’extra power e nutrire due possibili scopi: difendersi da un sorpasso o attaccare.

Nel caso di Lewis era la seconda ipotesi, resa impossibile da due fattori: una trazione deficitaria della SF-25, che perdeva terreno in accelerazione, e l’alettone posteriore troppo carica, che inibiva la top speed. Per questo Lewis era parecchio contrariato. Non era più interessante rendere noto di cosa si parlava, di come funziona il sistema K1 e spiegare perché non è stato efficace? Ma va… meglio alimentare una polemica sterile, come se il rapporto tra Hamilton e Adami si fosse incrinato. Lo hanno fatto quasi tutti.

Fonte: Ferrari Media CentreLewis Hamilton e il suo ingegnere di pista Riccardo Adami al lavoro per la Ferrari

O ancora meglio, sostenere che un semplice “Me**a” detto in radio da Lewis (che dicono tutti i 20 piloti nel corso del weekend più volte—abbonatevi a F1TV e ascoltate, se non ci credete), peraltro non diretto ad Adami ma al fatto che era nuovamente nono, sia un’accusa verso l’ingegnere italiano. Signori, per chiarire e a scanso di equivoci, il rapporto tra i due è ottimo. Entrambi sono motivati e felici di lavorare assieme. Non si conoscono ancora bene, questo è chiaro, e non potrebbe essere altrimenti.

Serve del tempo per creare un rapporto solido ed efficace. Il pilota deve far capire con chiarezza quante e che tipo di informazioni sono importanti per lui, specie nei momenti critici. Mentre l’ingegnere deve istruire al meglio chi guida, insistere quando è necessario e sottolineare determinati fattori a costo di essere pesante. Parliamo né più né meno di quello che è successo ieri tra Hamilton e Adami con la Ferrari. Normale amministrazione per affiatare la coppia. Il problema non esiste, faceva semplicemente comodo crearlo…

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