Ferrari è stata cacciata via a calci nel sedere dal Gran Premio della Cina. Accompagnata alla porta come un cliente indesiderato. È successo ieri, dopo i controlli della Federazione Internazionale a fine gara. Potrebbe sembrare una provocazione, e in effetti lo è. Un epilogo del genere è semplicemente inaccettabile. Il doppio zero pesa come un debito mai saldato, un’umiliazione che brucia come un sorso di whisky scadente. A Melbourne persino la Sauber di Binotto aveva battuto la Rossa, mentre a Shanghai lo hanno fatto tutti. Disagio…
L’errore con la numero 16
“Niente va così male che non possa andare peggio“. È un po’ questo lo slogan della Rossa, capace di superarsi in negativo nei suoi record. A fine gara la vettura di Leclerc era sotto peso. La giustificazione ufficiale della Ferrari si rifà alle gomme, consumate eccessivamente dalla strategia a una sola sosta. Una scusante valida, perché quattro coperture troppo usurate, possono perdere sino a 1,5 kg. Chiedere a Russell, quando la scorsa annata gli capitò lo stesso a Spa-Francorchamps.
Quello che però non è stato detto è la ragione per cui il degrado era superiore, decisamente evitabile con una condotta di gara meno confusionaria. Se nei briefing prima della corsa decidi una tattica a singolo stop, di conseguenza non stressi le mescole nuove appena montate. Se lo fai, la vita utile dello pneumatico cala. Ed è stato proprio questo l’errore del muretto, indeciso tra uno o due stop per diverse tornate. Giri nei quali Charles ha spinto troppo, generando un degrado superiore alle attese.
Una condotta passata in secondo piano che va rimarcata, riflettendo sul peso specifico che ha prodotto nell’economia generale del weekend. Malgrado il danno all’ala anteriore, il monegasco aveva più passo di Lewis. Lo scambio di posizione tra i piloti realizzato dopo il primo stint ha rallentato Charles e, di riflesso, contribuito all’usura. Lo switch andava anticipato prima del cambio gomme, anche tenendo in considerazione che lo stesso Hamilton lo aveva suggerito, rendendosi conto che il suo ritmo era inferiore.
L’errore con la numero 44
Lewis Hamilton ha subito la squalifica per via del plank troppo consumato. Parliamo della tavola di legno collocata al di sotto del pavimento, tramite cui la FIA verifica il valore dell’usura. Dopo le prove libere, le scuderie alzano di un pelo le vetture. Lo fanno calcolando le forze che agiscono verticalmente sulle monoposto, considerando che tanta benzina avvicina l’auto all’asfalto. Questo, sebbene si cerchino risposte non lineari delle sospensioni per evitare troppa oscillazione nelle fasi di marcia.
Ferrari non ha alzato sufficientemente la vettura, in quanto maggiore è la distanza dal piano di riferimento, minore sarà l’effetto suolo ottenuto e, di riflesso, la prestazione. Il team italiano non poteva permettersi di perdere troppo carico. D’altronde la coperta è corta, e memori della figuraccia di Albert Park, dove il rendimento in gara fu disastroso, hanno deciso di rischiare con entrambe le vetture. Perché non è successo lo stesso a Leclerc? La differenza può derivare da due fattori.
Il ritocco sul setup per Hamilton ha reso l’auto più morbida rispetto a quella di Charles, favorendo maggiori escursioni del fondo. La vettura sfiorava maggiormente l’asfalto aumentando il consumo del pattino. Per di più, il danno sull’ala della n°16 e la conseguente perdita di carico di 30 punti, hanno diminuito le oscillazioni del fondo, contenendo l’usura del plank. Alla fine parliamo di 0,5 mm, una misura piccolissima che però in F1 fa la differenza. Anche in questo caso un errore di calcolo decisivo.
Le parole non contano più
Per ultimo, un commento su questa adulazione servile verso i tifosi. Quelli che girano il mondo, che si spellano le mani spendendo speranze per poi prendere sberle in faccia da sedici anni. Nel comunicato ufficiale, ecco le solite scuse. Bene, grazie, molto gentili. Ma le parole non servono più. La realtà vede una Ferrari nuovamente gambe all’aria, senza nemmeno la decenza di farlo con stile. Basta chiacchiere, perché non mitigano la figura del peracottaro fatta in mondovisione. Come si dice dalle parti di Maranello… “Fatti, non pugnette!”