Ferrari è un nome che nell’automobilismo è in grado di scatenare fiumi di passione, non esiste appassionato che non abbia fantasticato almeno per un secondo di trovarsi al posto di guida di una seducente berlinetta di Maranello. Questa forza immaginifica proietta il costruttore italiano in uno status di leggenda, quasi come nessun altro.
Tuttavia, all’interno della grande storia del marchio modenese ci sono alcune vetture più speciali di altre, vuoi perché possiedono un curriculum di vittorie strepitoso, o perché provengono dall’età dell’oro della corse su strada e in pista. Di questa cerchia ristretta fa parte la mitica Ferrari 330 Lm/250 GTO Scaglietti, probabilmente la più incredibile creatura sfornata dal Cavallino Rampante. Oggi, uno dei pochi esemplari costruiti (34 in tutto tra il 1962 e il 1964), originale in ogni sua parte, è proposto all’asta di RM Sotheby’s come questa magnifica Ferrari Enzo, e va a caccia di record.
Un passato glorioso
Trovarsi al cospetto di questa Ferrari 250 GTO mette un po’ di soggezione perché la sua storia, ricca di traguardi stratosferici, la precede. Questo esemplare targato 1962 ha partecipato alla 24 Ore di Le Mans dello stesso anno, con l’equipaggio formato da Mike Parkes e Lorenzo Bandini, oltre ad aver ottenuto il primo posto di classe e il secondo assoluto alla 1.000 km del Nurburgring, sempre nel ’62. L’ulteriore particolarità è che la GTO, telaio numero 3765, è l’unica che la Scuderia Ferrari ha utilizzato in pista durante quella magica annata.
Negli ultimi quarant’anni ha fatto parte della collezione di un facoltoso appassionato dell’Ohio, che l’ha tenuta come un oracolo. Nel corso delle ultime decadi ha preso parte a vari concorsi di eleganza, dove ha vinto a mani basse, come ad Amelia Beach, mentre nella prestigiosa rassegna di Pebble Beach 2011 ha ottenuto il secondo posto nella “Classe GTO” su 23 partecipanti. L’ulteriore particolarità risiede nell’aver partecipato alla Targa Florio, la leggendaria corsa siciliana, e nello sfoggiare un anomalo motore 4 litri V12, anziché da 3.
Pillole di Ferrari 250 GTO
La Scuderia Ferrari nel 1962 sentì l’esigenza di rinnovarsi, sfornando una nuova arma per vincere nelle più importanti corse sulla lunga distanza. Affidandosi al genio di Scaglietti per la carrozzeria e all’estro del talentuoso ingegnere Giotto Bizzarrini per la meccanica la 250 GTO divenne immediatamente l’auto da battere.
Sotto al cofano la potenza era fornita dal motore del V-12 a blocco corto da 3 litri, un motore lubrificato a carter secco, che respirava attraverso sei carburatori Weber a doppia gola per produrre 300 cavalli. Il telaio tipo 539/62 presentava una serie di progressi tecnici, tra cui tubi più piccoli e leggeri in alcune aree del telaio, un nuovo cambio a cinque velocità completamente sincronizzato e una sospensione posteriore con molle rigide e un collegamento Watt stabilizzante.
All’asta di Sotheby’s
Il prossimo 13 novembre questo Cavallino molto speciale sarà protagonista dell’asta di RM Sotheby’s a New York, con una base di partenza di 60 milioni di dollari. Non è la prima volta che una 250 GTO finisce nell’elenco dei tesori della casa d’aste, infatti nel 2018 ne fu venduto un esemplare a Monterey per 48 milioni di dollari, che per l’epoca fu un vero record. Il primato assoluto, tuttavia, appartiene alla Ferrari 250 GTO del 1963 acquistata da David MacNeil, fondatore e CEO di WeatherTech, per 70 milioni di dollari nel 2018. Chissà se quest’anno assisteremo a un nuovo sorpasso.