• 30 Dicembre 2025 13:11

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Ferrari 2026: tra certezze motoristiche e caos regolamentare

Dic 30, 2025

Il team italiano ha lavorato molto sodo. Lo ha fatto puntando parecchio sulla power unit di nuova generazione. Si parla molto di Mercedes, della zona grigia e del possibile vantaggio. Tuttavia, da Maranello filtrano informazioni molto interessanti, che riguardano conferme sulla parte endotermica ma pure sui buoni riscontri ottenuti sulla componente ibrida. Insomma, al netto dei dubbi che tutti i team hanno, Ferrari è preparata al 2026.

F1 2026: l’illusione dei vantaggi precostituiti

Osservando il panorama della prossima stagione, la tentazione di individuare vincitori e vinti è forte, ma impossibile da soddisfare. Secondo il clima generale, Mercedes potrebbe essere favorita per il motore. Tuttavia, è alquanto prematuro considerare il team di Brackley già in posizione dominante. L’analisi intelligente è questa: oggi, nessun team conosce con precisione il proprio valore in relazione al lavoro altrui.

Non c’è confronto tra le squadre e i reparti che hanno lavorato sulle monoposto 2026, nemmeno se parliamo della Williams, che come sappiamo ha anticipato e non poco il progetto verso il nuovo ciclo normativo. Il reset regolamentare imposto dalle nuove norme è profondo e trasversale, in grado di “colpire” simultaneamente telaio, aerodinamica, gestione energetica e integrazione complessiva della vettura.

All’interno di tale scenario, sono circolate molte voci che, almeno per quanto ci riguarda, fanno parte di un gioco più sottile, studiato “ad hoc” e finalizzato a influenzare il dibattito o a esercitare pressione politica. Certo, va detto che, per quanto concerne le zone grigie, la FIA si è trovata davanti al tema del rapporto di compressione Mercedes, dove, a margine di un controllo, non avrebbe trovato nulla di irregolare.

Williams e Mercedes: collaborazione metodica e prudenza che non assicura nulla

Tuttavia vale la pena afre un ragionamento sul fronte motoristico. Il lavoro con Brixworth offre un esempio significativo del ruolo privilegiato di Williams come team cliente. Il progetto 2026 non è frutto dell’ultimo minuto, ma il risultato di un percorso iniziato nei primi mesi del 2024, con pianificazione e strutture di lavoro solide. Tuttavia i facili entusiasmi non servono in questa fase.

La buona preparazione non garantisce in automatico un riscontro della performance in pista. La traduzione degli sforzi in risultati concreti resterà sconosciuta sino al contatto delle monoposto con l’asfalto. Questa filosofia si riflette anche nella gestione delle ambizioni. Il quinto posto nel campionato costruttori 2025, miglior risultato dal 2017, costituisce un punto di partenza ma non un traguardo definitivo.

Parlare oggi di un ritorno stabile tra i primi tre significherebbe ignorare la complessità tecnica e politica della stagione 2026. L’obiettivo resta una crescita graduale, coerente con il passato: all’alba dell’era turbo-ibrida, Williams riuscì a massimizzare il pacchetto con la power unit Mercedes, conquistando due terzi posti consecutivi nel mondiale costruttori tra il 2014 e il 2015. Impresa difficile da replicare.

Il prossimo anno non sarà quello delle certezze, ma servirà come verifica per le soluzioni migliori e per i piani organizzativi più capaci di leggere il regolamento nella sua interezza. Il messaggio è chiaro in tal senso: diffidare delle previsioni assolute e prepararsi a una Formula 1 più equilibrata, complessa e imprevedibile di quanto molti immaginino. Questo il quadro della situazione. E in tutto questo, oltre al discorso sulle sospensioni anteriori flessibili della Ferrari, la Rossa a che punto è?

Ferrari promette solidità e affidabilità sul motore 2026

Analizzando il panorama dei costruttori, non possiamo non evidenziare implicitamente la solidità della Ferrari nel quadro dei costruttori. Il Cavallino Rampante vince da 18 anni, ma comunque si è sempre mossa ai vertici della categoria. Parliamo di un team con struttura molto solida: nonostante le difficoltà sportive dell’ultimo decennio, Maranello ha dimostrato capacità di adattamento regolamentare e di recupero terreno.

L’ipotesi di un errore macroscopico della Rossa sulla power unit 2026 appare poco realistica; il propulsore italiano sarà competitivo, smontando le previsioni negative che circolano attorno alla Rossa. Ne abbiamo parlato a più riprese e le informazioni raccolte durante gli ultimi giorni confermano che il progetto soddisfa pienamente il reparto motoristico della storica scuderia italiana.

Sebbene il vantaggio dei propulsori tedeschi sulle zone grigie resti da quantificare, la componente ibrida del motore costruito a Maranello ha già mostrato ottime performance al banco, con un recupero energetico del MGU-K in linea con le aspettative. La Rossa non ha riferimenti certi sugli avversari, ma i segnali incoraggianti indicano che il motore dovrebbe essere un vanto del progetto 2026.

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