AGI – La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per Beppe Grillo e Vincenzo Onorato per traffico di influenze illecite. L’iniziale ipotesi accusatoria era che il co-fondatore del Movimento 5 stelle Beppe Grillo avesse commesso “un’illecita mediazione” finalizzata a orientare l’azione pubblica” di parlamentari “in senso favorevole agli interessi del gruppo Moby“. Per questa attività la compagnia di traghetti avrebbe sottoscritto contratti pubblicitari nel 2018-2019 con il blog di Grillo. A marzo 2023 la pm Cristiana Roveda, coordinata allora dall’aggiunto Maurizio Romanelli, avevano chiuso le indagini notificando l’avviso agli indagati per arrivare, dopo oltre un anno, a chiedere l’archiviazione.
Al centro degli indagini del nucleo polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Milano, l’accordo di partnership biennale tra Moby e la Beppe Grillo srl del valore complessivo di 240 mila euro per l’organizzazione di un comizio elettorale a Torre del Greco il 12 agosto 2018 e la promessa l’anno successivo di organizzare ulteriori incontri elettorali in Campania e Calabria.
In cambio il comico ligure sarebbe intervenuto sugli allora ministri pentastellati Luigi Di Maio, Danilo Toninelli e Stefano Patuanelli dei governi Conte I e II.
Un comportamento – stando all’iniziale valutazione dell’ex procuratore aggiunto milanese Maurizio Romanelli (oggi reggente a Lodi, ma destinato a guidare la procura di Bergamo) e la pm Cristiana Roveda – “non limitata a rappresentare ai propri referenti politici in modo trasparente le esigenze e gli interessi” del gruppo Moby, ma finalizzata a consentire” al gruppo di Onorato di conseguire “un indebito vantaggio patrimoniale”. Nell’ultimo anno gli inquirenti hanno valutato se chiedere mandare a giudizio l’armatore campano e Grillo o chiedere per loro l’archiviazione. Alla fine ha prevalso quest’ultima eventualità anche alla luce di una giurisprudenza molto restrittiva sull’ipotesi di reato di traffico di influenze illecite.