Ieri l’emendamento “28 giorni”, che obbligherà gli operatori TLC e pay-tv a tornare alla fatturazione mensile, è diventato legge grazie ai voti di fiducia del Governo al Senato e alla Camera. Nessuno stravolgimento quindi rispetto a quanto stabilito nell’ultima versione.
I servizi Internet, di telefonia e pay-TV entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge dovranno rimodulare la fatturazione, ma non è prevista la retroattività. Quindi fino alla prossima primavera potranno di fatto continuare a far pagare ogni 28 giorni e godersi il rincaro annuo che è stato stimato nell’8,6%. Il canone insomma verrà ricalcolato semplicemente spalmandolo sul mese invece che sui giorni.
È pur vero che da qui a 4 mesi il panorama delle offerte potrebbe cambiare drasticamente, ma sarà bene non farsi troppe illusioni. Nella migliore delle ipotesi gli utenti andranno a pagare le stesse cifre della pre-rivoluzione 28 giorni.
L’unica buona notizia è che l’emendamento non discrimina i servizi di telefonia, quindi è probabile che la norma verrà applicata sia in ambito residenziale che mobile. Le sanzioni per chi violerà in futuro la norma partiranno da un minimo di 240mila euro fino a un massimo di 5 milioni di euro.
Leggi anche: Fatturazione a 28 giorni, poche speranze per le restituzioni
Un’altra novità dell’emendamento riguarda la liberalizzazione del mercato dell’intermediazione dei diritti d’autore. In pratica SIAE dovrebbe perdere il suo regime di monopolio, ma purtroppo la norma prevede un allargamento limitato alle società collettive senza scopo di lucro. Realtà in questo momento quasi inesistenti o comunque non adeguatamente strutturate per fronteggiare SIAE.
Leggi anche: Sky e telco, la fatturazione a 28 giorni ha le ore contate
L’Antitrust ha già suggerito una modifica per far fronte al problema, sottolineando che “il processo di liberalizzazione risulta incompleto e solo parzialmente efficace”. Insomma, per la vera liberalizzazione del settore la strada è ancora lunga.