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Fatturazione elettronica, meglio del previsto. Tanta opposizione ingiustificata?

Giu 27, 2019

La fatturazione elettronica, che inizialmente potrebbe essere stata percepita come una fastidiosa imposizione, sta generando benefici nelle imprese. L’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b del Politecnico di Milano ha rilevato in una recente indagine che oltre il 50% delle imprese ha tratto vantaggio dal processo di ricezione delle fatture. Nello specifico è apprezzata “la maggiore velocità della registrazione delle fatture (indicato dal 33% delle grandi imprese e dal 31% delle PMI), la semplificazione della fase di verifica della fattura (21% del campione) e del processo di approvazione del pagamento (20% e 14%)”.

Benefici anche nella riduzione dei tempi di pagamento (19% e 14%) e la più rapida riconciliazione dei pagamenti (25% e 19%). Prevedibilmente chi già dispone di una dotazione tecnologica adeguata (ERP, software di Supply Chain Management o di amministrazione, finanza e controllo) ha tratto ancora più vantaggi – il 56% delle aziende “digitali” contro il 51% di quelle non digitali.

Un altro dato rilevante è che “hanno aderito più partite IVA (+8%) di quelle obbligate (3,2 contro 2,8 milioni) ed è stato scartato solo il 3% delle fatture inviate”.

“Continua a crescere il transato eCommerce B2b, concentrato nei settori automotive (25%), largo consumo (20%), farmaceutico (6%), ma nel 2018 vale ancora solo il 16% degli scambi complessivi fra aziende (2.200 mld di euro)”, puntualizza la nota ufficiale. “Circa 150mila imprese hanno adottato soluzioni di eCommerce B2b (+15% rispetto al 2017), connesse attraverso 372 Extranet che supportano le relazioni con clienti (36%) e fornitori (58%); 16.000 imprese (+23%) scambiano210 milioni di documenti digitali (+27%) tramite EDI”.

Complessivamente a sei mesi dall’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica fra imprese e a pochi giorni dall’1 luglio 2019 – quando scadrà la moratoria e cambieranno i termini di emissione e le sanzioni in caso di invio tardivo al Sistema di Interscambio (SdI) – il bilancio della normativa è positivo.



Sono 854 milioni le fatture elettroniche rivolte a imprese (il 54%), PA (2%) e privati (44%) inviate fra l’1 gennaio e i primi di giugno da 3,2 milioni di partite IVA (il 64% delle imprese italiane, più dei 2,8 milioni di imprese soggette all’obbligo)”, prosegue la nota. “Soltanto il 3% (25 milioni) delle fatture è stato scartato dal SdI. Quasi due terzi delle fatture inviate provengono dai settori del commercio all’ingrosso e al dettaglio (28%), utility (19%) e servizi (17%). Più della metà delle fatture è stato inviato da aziende con sede in Lombardia (34%) e nel Lazio (22%), solo il 12% viene dall’area Sud e Isole”.

Secondo Alessandro Perego, Direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation della School of Management del Politecnico di Milano, “la fatturazione elettronica non è la trasposizione digitale di un documento o di una attività ma un nuovo modello organizzativo che può costituire un fattore di innesco nella digitalizzazione dei principali processi tra aziende, tra aziende e Pubblica Amministrazione e nel dialogo con i cittadini”.

Insomma, si profila come un’opportunità per “aiutare il Paese a recuperare il divario che la separa dai principali Paesi europei in termini di maturità digitale”. Non caso l’Italia è il primo Paese in Europa ad adottare l’obbligo generalizzato di fatturazione elettronica e leader nella digitalizzazione dei processi in molte filiere. E non bisogna scordare anche che in pochissimi mesi ha già fatto emergere una maxi-frode.

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