• 21 Dicembre 2025 12:34

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Farmaci sperimentali usati come dopanti, il sequestro

Dic 20, 2025

AGI – Farmaci ancora in fase sperimentale importati dalla Cina e usati come sostanze dopanti. È lo scenario di una indagine dei carabinieri del Nas di Torino e Genova, coordinata dalla procura di Savona, che ha portato a una ordinanza di custodia cautelare emessa due giorni fa dal gip di Savona, nei confronti di due indagati di Imperia e Varazze ora in carcere, mentre altri due indagati residenti ad Albissola Marina si sono visti notificare l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria. I reati contestati sono quello di associazione per delinquere, l’introduzione sul territorio italiano sostanze dopanti prive di autorizzazione all’immissione in commercio e commercio illecito di farmaci dopanti.

L’inchiesta esplora l’ultima frontiera del doping, l’impiego e il commercio di sostanze del tipo sarms e ormoni peptidici, farmacologicamente attive ma vietate in qualsiasi contesto, anche al di fuori delle competizioni sportive, a oggi impiegate nel settore farmaceutico per uso esclusivamente sperimentale, non essendovi allo stato alcuna attestazione circa efficacia e sicurezza, mentre possono provocare rilevanti effetti collaterali. L’impiego di queste particolari sostanze per la cura di determinate gravi patologie può pertanto avvenire solo sotto la stretta supervisione di medici specialisti e sulla base delle relative prescrizioni sul singolo paziente. Questi prodotti, dopo essere stati illecitamente importati dalla Cina, venivano confezionati e assemblati in un laboratorio clandestino e messi in vendita mediante on line nel sito Alkemya, anche attraverso la omonima società formalmente registrata in Olanda ma di fatto operativa sul territorio nazionale a partire almeno dal 2021.

Dettagli dell’indagine e il gruppo criminale

Nel corso delle indagini, anche grazie alla collaborazione di personale della sezione intelligence dell’Agenzia delle Dogane e di personale Europol, è stato possibile individuare i flussi di importazione delle materie prime provenienti dai canali extra Ue, che in parte sono state sequestrate e sottoposte ad analisi. Servizi di osservazione e pedinamento, intercettazioni telefoniche e ambientali, hanno mostrato l’esistenza di un gruppo composto da due fondatori e amministratori della società, che si occupavano degli acquisti di materie prime, delle spedizioni, dell’assemblaggio e della successiva rivendita delle sostanze dopanti; un consulente informatico, che si occupava della gestione del sito internet; mentre i genitori di uno degli organizzatori avevano preso in affitto un garage ad Albissola Marina adibito a laboratorio clandestino e avevano poi acconsentito a ricevere presso la loro abitazione le sostanze indebitamente importate dal figlio dalla Cina.

Sequestri e volume d’affari

Ricostruito il volume d’affari di Alkemya, per cui il gip ha anche disposto il sequestro preventivo di beni per un importo pari a quasi 150 mila euro, del sito internet e di tutti i beni immobili e mobili utilizzati per commettere i reati, tra cui il garage di Albissola Marina e un ufficio a Varazze. Il 4 dicembre erano già stati sequestrati 20.000 euro in criptovaluta, custodita su appositi wallet digitali, ed era stata data esecuzione a 65 perquisizioni personali e domiciliari, la maggior parte delle quali con esito positivo, che oltre agli indagati, hanno interessato 62 persone in distinte località sul territorio nazionale, nei confronti dei quali si ipotizza il reato di ricettazione a fronte dei reiterati acquisti di sostanze dopanti sul sito.

Materiali sequestrati e l’operazione

Nel corso delle operazioni di perquisizione sono state sequestrate – tra le altre cose – un ingente quantitativo di sostanze dopanti, quasi tutte a marchio Alkemya: 5 apparecchiature farmaceutiche, 3 chili di principi farmacologicamente attivi, 6000 ampolle 5000 fiale già preparate, 2000 inalatori e 15.000 pastiglie.

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