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Far West Italia: 43 mila auto fantasma libere di violare il codice della Strada

Gen 29, 2019

Non pagano multe, cartelle esattoriali e pedaggi autostradali per 120 milioni l’anno, fanno quello che vogliono sulle nostre strade e in più evadono completamente bollo e assicurazione. Benvenuti nel pianeta delle auto fantasma, quelle intestate ai prestanome. In Italia fino ad oggi le forze dell’ordine ne hanno stanate 43 mila, ma si stima che siano almeno il doppio. E, quindi, anche il conteggio dei “danni” economici dovrebbe essere raddoppiata.

Ma lasciamo stare le stime. E torniamo ai numeri certi. Quelle 43 mila auto sono tutte intestate ad appena 300 tra persone fisiche e società. Un elenco da brividi. E colpisce sentire le parole di questi prestanome. Uno di questi, addirittura, davanti al giudice che gli chiedeva riferimenti di chi avesse davvero le “sue” auto, rispondeva con tranquillità “confermo di aver effettuato i passaggi di proprietà per conto di cittadini italiani ed extracomunitari, quest’ultimi regolari o irregolari sul territorio italiano, dietro compenso di 20/30 euro. Per cui ricoprono solo la funzione di PRESTANOME”.

Come se fosse un normalissimo lavoro.

Che fare? Le armi sono spuntate, mancano i decreti attuativi previsti da una legge del 2010 che modificava il codice della strada con l’art. 94. Quindi, al momento, è possibile solo impedire che questi prestanome, una volta individuati, possano ancora intestarsi altri mezzi, come stanno facendo alcune procure. E basta.

“Oggi in pratica Polizia Stradale, Arma Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizie Locali – ci ha spiegato Luigi Altamura, capo della municipale di Verona e rappresentante di tutte le polizie locali dell’Anci – sono tutte impegnate con pochi mezzi giuridici a svuotare un mare pieno di pesci (auto) di proprietà in pratica di nessuno… Ma i pesci sono dei piranha, fanno danni enormi. Dalla pirateria stradale all’utilizzo per commettere rapine e furti in casa, furti dei bancomat, trasporto di droga o di persone irregolari sul territorio nazionale o legati alla criminalità organizzata”.

Così il fenomeno dei “prestanome” dilaga. E di questa nuova “professione” mancano perfino i contorni. D’altra parte chi – dietro un pagamento di una somma ridicola – si intesta un’auto spesso non ha neppure la patente (figurarsi se comunicheranno mai i dati della patente di chi era alla guida mentre sfrecciavano ai 180 km/h di un autovelox dopo aver sfondato un bancomat…). E poco o nulla dichiara al fisco.

E anche il sequestro dei veicoli non serve quasi a nulla. Sfogliando l’elenco di queste 43 mila auto si scopre le macchine sono solo dei catorci di pochissimo valore. Ma c’è di più: clamorosamente molte targhe di queste auto fantasma sono inserita nelle banche dati del Ministero dell’Interno per essere sequestrata e poi confiscata, ma le Polizie Locali non accedono allo SDI .

“In ogni caso – spiegano all’Asaps, associazione amici polizia stradale – anche questi provvedimenti amministrativi ex art. 94 cds non frenano il fenomeno. Avevamo proposto per questo un’aggravante specifica in caso di omicidio stradale provocata da un veicolo intestato a prestanome. Ma non se ne è fatto nulla”. Peccato. Intanto un numero sempre crescente di automobilisti guida come nel far west, coperti dalla totale impunità.

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