• 6 Dicembre 2025 0:45

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False polizze Rc auto: scoperta una truffa durata anni

Nov 17, 2025

Non era più assicuratrice dal 2019, ma continuava a proporsi come tale, emettendo false polizze Rc auto a decine di automobilisti ignari. Questa la storia che sembrerebbe essere venuta alla luce e che smaschererebbe una truffa andata avanti da anni e scoperta quasi per caso, dopo un semplice controllo stradale.

Tutto è nato da un controllo

A far emergere tutto è stato un controllo come tanti: un uomo al volante, la pattuglia che chiede i documenti, e quel momento sempre un po’ sospeso in cui si spera che sia tutto in regola. In questo caso non lo era. Il veicolo risultava completamente privo di assicurazione e per il conducente è scattato immediatamente il sequestro amministrativo. Nulla di strano, fin qui. Ma la vicenda ha preso una piega inaspettata qualche giorno dopo, quando la centrale operativa ha ricevuto la telefonata di una donna che si è presentata come broker assicurativo, offrendo di occuparsi lei della pratica di dissequestro per conto dell’automobilista.

Una disponibilità insolita, soprattutto perché il suo nome non compariva negli elenchi aggiornati degli intermediari autorizzati. Da lì sono partite le prime verifiche, e presto è crollato un castello che la donna portava avanti da anni, costruito di finti contratti e premi assicurativi incassati senza alcuna copertura reale.

Pagamenti sul suo conto corrente

Le indagini hanno ricostruito un sistema semplice ma molto efficace. La donna proponeva polizze Rc auto a prezzo concorrenziale, presentandosi come intermediaria di compagnie realmente esistenti e sfruttando documenti che sembravano del tutto autentici. Gli automobilisti pagavano puntualmente il premio, convinti di essere perfettamente in regola. Dalle indagini però è emerso che i soldi finivano venivano versati su conti correnti e account PayPal intestati direttamente alla donna. E delle polizze non c’era alcuna traccia: nessuna compagnia le aveva mai emesse, nessuna copertura era attiva, nessun archivio ANIA mostrava quelle auto come assicurate.

La vicenda si è complicata ulteriormente quando, dopo il primo caso, altri automobilisti sono stati fermati nei giorni successivi. Anche loro convinti di essere coperti, anche loro con una documentazione che – solo in apparenza – sembrava regolare. In realtà circolavano senza alcuna assicurazione, con tutti i rischi e le conseguenze del caso. La truffa, secondo gli inquirenti, potrebbe aver coinvolto molti più automobilisti di quelli già identificati. Non si esclude che la donna avesse costruito nel tempo una vera e propria rete di clienti, tutti all’oscuro del fatto che stavano guidando veicoli privi di copertura assicurativa.

La denuncia

Terminati gli accertamenti, per la donna è scattata la denuncia. L’accusa è pesante: intermediazione illecita di attività assicurativa ai sensi dell’art. 305, comma 2 del D.Lgs. 209/2005, in concorso con l’art. 81 del Codice Penale. Una combinazione che prevede pene severe: reclusione da due a quattro anni e multa da 20.000 a 200.000 euro. Un caso che torna a ricordare quanto sia rischioso affidarsi a intermediari non ufficiali. Perché, anche davanti a una polizza che sembra impeccabile, basta un semplice controllo su strada per scoprire che il documento non vale nulla. 

E a quel punto le conseguenze ricadono tutte sull’automobilista: sanzione, sequestro del veicolo e, nei casi peggiori, responsabilità economiche enormi in caso di incidente. La vicenda, per fortuna, è emersa prima che qualcuno rimanesse coinvolto in un sinistro senza copertura, ma la Guardia di Finanza sta continuando a raccogliere testimonianze per capire l’effettiva portata della truffa.

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