Ferrari si mostra davvero molto competitiva a Miami. Nel primo “assaggio” di gara, la mini corsa da 100 km, il rendimento delle vetture italiane con alto quantitativo di carburante a bordo è molto positivo. L’handling delle vetture segue senza problemi gli input forniti sul volante dai ferraristi, lasciandoli liberi di pennellare le traiettorie a loro piacimento senza particolari costrizioni sul tema gomme. Pirelli a banda gialla (Medium) che vengono gestite senza affanno e permettono di spingere mostrando un degrado in linea con quanto ci si aspettava nei briefing.
Entrando in maggiori dettagli tecnici, possiamo sostenere che nel primo settore le rosse si sono comportate bene. Leclerc, in particolare, sebbene fosse un pelo più lento di Verstappen ha spinto parecchio. Il monegasco era in grado di aggredire facilmente i cordoli, molto di più dell’olandese. Come per la qualifica il T2 resta il punto debole. I tratti più lenti e guidati non vanno a genio alla Ferrari che soffre rispetto alla Red Bull. Nell’ultima parte del tracciato il rendimento era al pari delle RB20 se non addirittura superiore. Migliorata la fase di trazione che non presenza le limitazioni osservate in Cina.
Il problema principale che di fatto ha frenato le due SF-24 riguarda il livello di EOSS (velocità alla fine del rettilineo) non ottimale. L’efficienza aerodinamica delle monoposto austriache è davvero micidiale e tale fattore, per quanto concerne la lotta Leclerc –Verstappen, è stato senza dubbio decisivo. La capacità di generare tanto carico aerodinamico e grip laterale dei bolidi colorati blue racing offre la possibilità ai tecnici di scaricare le ali posteriori, abbattere la deportanza e al contempo mantenere un quantitativo di spinta verticale davvero molto buono.
L’EOSS limita Ferrari, Leclerc e Sainz perdono l’occasione di lottare con le Red Bull
Il passo gara della Ferrari era davvero molto simile a quello delle due Red Bull che per contro riuscivano a guadagnare nei diversi tratti ad alta velocità di percorrenza. Per quasi tutta la gara, di fatto, il monegasco era molto vicino a Verstappen con un distacco sempre inferiore ai due secondi. Via radio sono arrivati diversi suggerimenti per amministrare le mescole, necessari anche per mantenere viva la speranza di attaccare il campione del mondo sino alla fine. Il linea generale il consumo degli penumatici è stato molto buono, forse un pelo superiore rispetto alla Red Bull.
Fonte: Getty ImagesCharles Leclerc (Ferrari SF-24) all’inseguimento di Max Verstappen (Red Bull RB20)
Vettura in testa alla classifica iridata che di certo non era perfetta. Lo abbiamo potuto apprezzare prendendo in esame la guidabilità in sella alle RB20. A tal proposito Max non ha lesinato commenti negativi sulle coperture. Come per la sessione classificatoria nella giornata di ieri, il talento di Hasselt ha lamentato via radio un feeling imperfetto con questa mescola. Noi possiamo aggiungere che effettivamente un certo sottosterzo ha fatto presenza specie alla fine del primo settore, dove la vettura numero uno ha mostrato alcune incertezze in entrata delle curve 7 e 8. Aspetto peraltro già presente nelle prove libere del venerdì e di fatto ancora non corretto.
Il grattacapo affonda le radici nell’attivazione degli pneumatici. Un range di temperatura non centrato appieno che non ha consentito all’olandese di accedere alla massima aderenza offerta dai compound Pirelli. In ultima istanza una considerazione su Carlos Sainz. Lo spagnolo ha letteralmente corso per tutta la gara negli scarichi di Daniel Ricciardo. Sebbene la sua SF-24 avesse più ritmo, come per Leclerc l’iberico ha pagato a caro prezzo la mancanza di velocità di punta. Elemento che non gli ha concesso di affondare il colpo sulla VCARB dell’australiano e andare a prendere l’altra Red Bull di Perez. Doppio rimpianto per le due Ferrari…