Mentre l’attenzione generale è tutta rivolta a un altro figlio d’arte, Nico Rosberg, il mondiale F.1 2016 ha sancito la crescita di un altro pilota che porta un nome pesante: Carlos Sainz. La sua stagione alla Toro Rosso ha avuto degli alti e bassi e il pilota spagnolo fa la sua analisi: “Diciamo che quest’anno possiamo dividerlo in tre parti. L’inizio fino a Hockenheim, poi la crisi fino a Singapore e da lì la rinascita, se posso chiamarla così. Il finire di stagione secondo me sarà positivo come la parte iniziale e ad Austin devo dire che se ne è avuta una certa conferma”. Però hai stupito nel tuo primo anno, sembrava quasi fossi andato più forte che in questa stagione…”No, sbagliato. L’anno scorso ho fatto 8 ritiri senza prendere punti, quest’anno siamo partiti forte e in quasi tutte le gare sono entrato in zona punti, quindi direi positiva al massimo rispetto all’anno dell’esordio”.
Momenti memorabili di questo 2016? “Il GP di Spagna, senza dubbio. Il mio compagno di squadra Verstappen è stato promosso in Red Bull e io sono rimasto in Toro Rosso, poi in gara sono subito terzo dietro alle due Red Bull, ma ben davanti alle Ferrari, eppure noi abbiamo un motore dell’anno scorso, non certo uno di adesso, per cui la soddisfazione è stata tanta. In quei momenti, con la gente in tribuna che tifava, mi sono detto: sta a vedere che non sono poi così male. D’altronde Verstappen era davanti ma con una Red Bull mica con la Toro Rosso, mi son detto ci sono, me la gioco. Ecco quella gara è servita per ritrovare morale e grinta e capire che me la posso giocare col vertice di questa categoria”. Momenti difficili della stagione? “Le prime quattro gare, eravamo velocissimi ma nessun punto, niente, solo ritiri e delusioni, in Spagna invece è cambiato il passo, da lì in poi 30 punti in sei o sette gare, per questo sono molto contento, fino al GP d’Austria è stato un crescendo”.
Adesso però cosa farai per il futuro? “Niente, devo continuare a fare quello che sto facendo, la Red Bull e Toro Rosso sono contenti di me, hanno ricevuto richieste da altri team per cui vuol dire che sono stato in grado di mostrare qualcosa di positivo. Per il prossimo anno vedremo come va, cambiano le regole, macchine nuove, per cui è difficile avere una idea di dove andare e che fare, anche se devo dire che per restare qui o andare via ci sono due motivi diversi. Il primo obiettivo era andare alla Red Bull, ma mi pare che ora ci sia un po’ troppa gente in squadra, per cui non hanno posti liberi. Se non posso andare in Red Bull, resto qui in Toro Rosso, conosco l’ambiente, vediamo cosa succede con la macchina nuova. Si era parlato di me alla Ferrari, ho solo 21 anni ma se ti accostano a una squadra del genere vuol dire che hai lavorato bene. Spero che siano tutti d’accordo su questo e che la Red Bull mi dia un sedile competitivo molto presto, altrimenti ci guarderemo intorno”.
Tuo padre è una presenza molto importante nel paddock, ma che tipo è nei tuoi confronti, è un rompiscatole o ti lascia fare? “Mi dicono tutti che è molto tranquillo. D’altronde uno come lui che ha vinto molto (è plurimondiale rally, ndr) capisce cosa deve fare un genitore in pista. Io capisco che non può stare sereno quando il figlio va in giro a 350 all’ora, non può essere al 100 per 100 tranquillo, ma un padre che conosce il motor sport sa cosa fare, non è qui per rompermi le scatole ma per darmi una mano quando serve, anche se tutti mi dicono che è sereno, calmo e non mette il naso in niente che mi riguardi. Di sicuro lui è un esempio per quello che ha fatto nella sua carriera, per me è importante che abbia corso nei rally e quindi non possiamo fare un confronto con la F.1 in cui corro io”. Cosa succederà nelle ultime gare? “Ormai siamo tutti al massimo, lo sviluppo è praticamente finito per tutti, vediamo cosa capita nelle ultime tre gare se riusciamo a prendere punti e a finire meglio in classifica, poi il resto si vedrà… magari ci saranno sorprese…”.