Il Circus della F1 torna negli Stati Uniti. Sesto appuntamento della campagna agonistica 2024 interessante sotto vari aspetti. Innanzi tutto, per la seconda volta in campionato, farà presenza la Sprint Race, particolare format che stravolge il classico week-end: due gare, una mini da 100 km e la consueta domenicale, due qualifiche, Sprint Shootout e Qualifying e una sola sessione di prove libere. Sessanti minuti nei quali le scuderie dovranno mettere a punto le vetture. Il doppio parco chiuso consentirà di modificare il setting delle monoposto al sabato, “jolly” che può aiutare se sfruttato a dovere.
Il layout della Florida si srotola nei pressi dell’imponente Hard Rock Stadium, pista davvero demandante dal punto di vista motoristico, tenendo presente i vari tratti ad alta velocità di percorrenza. Per questa semplice ragione la messa a punto di compromesso non sarà affatto semplice da individuare, imprescindibile per calibrare l’equazione che nell’attuale corpo normativo regola le performance delle wing car: carico vs efficienza aerodinamica. Fondamentali saranno altresì il grip meccanico nei tratti guidati e la rapidità nei cambi di direzione. Per quanto concerne la spinta verticale il medio carico è la scelta più consona
A livello motoristico sarà necessaria una spinta considerevole da parte delle power unit, messe sotto torchio dalle grandi accelerazioni. Il Miami International Circuit presenta una lunghezza complessiva di 5412 metri. Sono 57 le tornate da percorrere per azzerare una distanza complessiva 308.326 km e tagliare il traguardo. Diciannove le curve, 7 a destra e 12 a sinistra. Pirelli porta la gamma centrale di pneumatici: Pirelli C2 Hard, C3 Medium e C4 Soft. Strategia a una o due soste entrambe possibili.
Miami esigente: efficienza aero, stabilità di carico e trazione
Il primo settore è molto esigente a livello aerodinamico. Tanta spinta verticale necessaria, dove i piloti dovranno essere bravi a gestire spostamenti repentini di carico e sottosterzo. Le pieghe 4, 5 e 6, rapide e in appoggio, sommate al tornante a raggio variabile verso la 8, rappresentano una sfida importante dove la stabilità del posteriore è cruciale. Il T2 della pista americana prende corpo con l’allungo di circa 1.5km. Tratto full gas che porta alla staccata della 11. Livello ottimale di Drag (resistenza all’avanzamento) ed efficienza del sistema DRS sono fondamentali, così come la capacità di scaricare a terra i circa 1000 Cv, generati dalle power unit, dall’accoppiata endotermico/sistema ibrido.
Fonte: Virgilio MotoriIl layout del Gp di Miami
La seconda parte del T2 prevede una serie di curve a medio bassa percorrenza, dove aderenza meccanica e balance del retrotreno dovranno essere perfette. Importante la capacità di “tagliare” le curve utilizzando i cordoli. L’ultima sezione del tracciato annovera un’altra retta, 1.2km, che metterà ancora una volta in risalto le doti velocistiche delle monoposto, tratto del circuito che favorisce i sorpassi. Curva 17 è una staccata molto esigente che produce una decelerazione di circa 260 km/h in soli 120 metri. Si posticipa il punto di corda per anticipare l’accelerazione sino alla linea di meta.
Ferrari ricorre Red Bull, interazione aero meccanica per ottimizzare il rendimento
Il team di Maranello deve riscattarsi dopo la Cina. Le due SF-24 hanno mostrato un andamento molto stabile nelle curve ad ampio raggio e in appoggio. Le rosse hanno un ottimo livello di downforce ma al contempo palesano una competitività minore, nei tratti lenti, rispetto al 2023. I tecnici italiani hanno cercato di irrigidire la monoposto per avere maggiore stabilità di carico dal fondo, aspetto che dal punto di vista meccanico ha creato un perdita di grip.
Ferrari dovrà “costruire” la tornata in maniera diversa rispetto alle edizioni precedenti del GP di Miami, quando dominava nelle zone guidate ottimizzando i tratti più rapidi. Se nel primo settore le SF-24 saranno in grado di massimizzare il rendimento, il “peso” dei tratti lenti nell’economia della tornata sarà minore. I ferraristi cercheranno comunque di preservare l’asse posteriore per evitare scivolamenti che, di riflesso, abbasserebbero non poco le prestazioni. Al posteriore verrà utilizzata la solita ala vista in questo primo scorcio di mondiale. Tecnici e piloti, tramite la messa a punto, dovranno trovare il giusto bilanciamento tra EOSS (velocità alla fine dei rettilinei) e spinta verticale.
Benché a Shanghai il valore di questi due paramenti fosse buono è stato vanificato dalla scarsa attivazione delle gomme che, come sappiamo, ha distrutto la competitività della Ferrari in gara, specie nel secondo stint con le Hard. L’aggiustamento del carico attorno al valore ottimale, stimato dalle simulazioni e dall’esperienza pregressa del team, verrà raggiunto tramite l’iterazione tra l’ala posteriore e la beam wing, piccola appendice aerodinamica che funge da vero e proprio prolungamento del diffusore, con la quale si cerca la giusta interazione per offrire il giusto livello di downforce al retrotreno.
Fonte: Getty ImagesCharles Leclerc (Scuderia Ferrari) in azione a bordo della sua SF-24
Meccanicamente parlando, Ferrari sposterà il balance verso il posteriore. Operazione necessaria che però, considerando i tratti distintivi, potrebbe mettere in difficoltà le auto modenesi. Si cercherà pertanto di evitare escursioni eccessive del fondo che riducono la stabilità. Tramite il simulatore driver-in-the-loop, gli ingegneri italiani hanno studiato setup dissimili di compromesso. Configurazioni che verranno testate durante le prime e uniche prove libere, per trovare la quadra tra i vari fattori tecnici suddetti. In ultima istanza il tanto chiacchierato tema gomme.
Ferrari non sa accendere a dovere i compound mostrando una tendenza a immettere un quantitativo di energia nello pneumatico inferiore rispetto ai competitor. Aspetto che in terra orientale è pesato maggiormente per le basse temperature. Problema che a Miami non farà presenza, in quanto la colonnina di mercurio salirà sino ai 28 gradi. Il team ha comunque deliberato diverse warm-up-strategy mirate sull’out lap. Provvedimento per gestire al meglio il ciclo isteretico delle gomme, determinato da temperatura e frequenza di stress immesso. Curva 3 e 6 scelte dal Cavallino Rampante per adottare la strategia relativa al tyre management.