Nel mondo scintillante e spietato della F1, la stagione 2025 ha introdotto una nuova generazione di piloti pronti a lasciare il segno. Dopo 12 round, a metà della stagione, 4 rookies sono andati a punti nella categoria regina del motorsport: Oliver Bearman, Isack Hadjar, Andrea Kimi Antonelli e Gabriel Bortoleto. Le loro performance finora raccontano una storia di talento, sfide tecniche e adattamento ai massimi livelli. Ecco il bilancio di metà stagione di questi giovani leoni del volante.
Andrea Kimi Antonelli, il predestinato non delude
Per il giovane pilota bolognese classe 2006 del Mercedes AMG F1 Team, fin qui 63 punti raccolti. Un bottino di tutto rispetto che lo piazzano subito dietro i big della categoria. Considerando che c’era grande attesa attorno ad Andrea Kimi Antonelli dopo esser stato promosso direttamente nella classe regina senza passare per la F2, il ragazzo non ha tradito le aspettative: dopo 12 gare, è di gran lunga il miglior rookie del 2025.
Il suo debutto è stato promettente con un P4 in Australia, a cui ha aggiunto una serie di risultati solidi come un ulteriore P4 in Cina, il P6 in Giappone, Arabia e Miami, e soprattutto il P3 in Canada, che gli è valso il suo primo podio in carriera. Quattro i GP out, uno su tutti con grande rimpianto, quello di Imola.
La sua costanza lo ha reso uno dei nuovi protagonisti del paddock, mentre il suo stile di guida aggressivo ma maturo ha impressionato addetti ai lavori e fan. Non sono mancati anche momenti difficili ma Antonelli ha dimostrato di saper apprendere in fretta e crescere gara dopo gara. Il suo impatto è stato tale da far già parlare di lui come il futuro campione del mondo italiano. In un team Mercedes in piena rifondazione, Kimi è il pilastro su cui si costruisce il futuro.
Isack Hadjar, il guerriero silenzioso
Isack Hadjar è forse la rivelazione più sorprendente di questa stagione. Dopo aver conquistato un sedile in Racing Bulls, squadra che negli ultimi anni fa fatica a trovare la gloria, il giovane francese ha accumulato ben 21 punti, dimostrando intelligenza tattica e tenacia.
La sua stagione è iniziata male con una figuraccia in Australia e lo sfortunato incidente nel giro di formazione. Il suo campionato è praticamente iniziato in Cina dove però ha raccolto solo un P11. La prima volta nella top 10 in Giappone con un ottimo P8. A Monaco e in Spagna ha poi veramente messo in mostra le sue capacità ottenendo rispettivamente un prestigioso P6 e un P7.
Sebbene RB non sia ancora una vettura da zona punti costante, Hadjar ha massimizzato ogni opportunità. Un segnale che la base c’è e il margine di miglioramento è notevole. A differenza di Antonelli, Hadjar ha terminato più gare, segno di una grande affidabilità personale e tecnica. Con questo trend, il francese potrebbe essere il jolly perfetto in una griglia sempre più competitiva. E Racing Bulls potrebbe aver trovato il suo nuovo leader.
Oliver Bearman, l’eroe in cerca di continuità
Dopo aver stupito il mondo nel 2024 con un debutto last minute in Ferrari a Jeddah chiuso con un clamoroso P7, Oliver Bearman ha ottenuto un sedile titolare in Haas per la stagione 2025. Tuttavia, le aspettative si sono scontrate con la dura realtà di un team ancora in grande difficoltà.
Bearman ha totalizzato finora 6 punti, frutto di specifici piazzamenti. Alcuni acuti avevano fatto sperare per una stagione sorprendente, ma sono stati seguiti da un crollo prestazionale con 1 ritiro, 2 P17 alle spalle e 3 P11 nelle ultime 3 gare corse. Tutte posizioni che pesano come macigni se non si entra nella top 10. Proprio le ultime gare indicano una crisi tecnica e mentale. La Haas continua a soffrire in termini di sviluppo e affidabilità, e Bearman, nonostante la sua classe, fatica a fare la differenza.
Serve una svolta, e in fretta. Il talento inglese non è in discussione, ma deve ritrovare quella lucidità e quel feeling con la macchina che sembravano già esserci pochi mesi fa.
Gabriel Bortoleto, il fantasma verde
Chiude la classifica rookies di metà stagione, Gabriel Bortoleto, il brasiliano campione F3 nel 2023, che ha esordito in F1 al fianco di Nico Hulkenberg nella Kick Sauber. Con soli 4 punti conquistati in Austria grazie a un P8, il suo debutto nella massima serie è stato finora estremamente opaco.
La Sauber si è rivelata meno competitiva rispetto alle attese, e Bortoleto ha pagato pegno: ben 8 arrivi oltre la 12esima posizione, 3 ritiri e solo una gara nella top 10. Un bottino magro per un pilota su cui molti avevano scommesso dopo le buone impressioni nei test.
La sensazione è che il brasiliano non abbia ancora trovato il giusto feeling con la monoposto e la pressione di un sedile come quello di Sauber non aiuta. Tuttavia, è presto per condannare: il potenziale intravisto nelle categorie junior potrebbe ancora emergere nella seconda metà della stagione.
Analisi comparativa
Guardando ai numeri, le differenze tra i quattro rookie sono nette e parlano chiaro. Kimi Antonelli domina la classifica con 63 punti conquistati in 12 gare, frutto di prestazioni solide e costanti, impreziosite dal suo primo podio in carriera. Il giovane italiano ha mostrato una maturità eccezionale per un debuttante, riuscendo a portare sempre la macchina al limite e a massimizzare il potenziale della sua Mercedes.
Dietro di lui troviamo Isack Hadjar con 21 punti all’attivo. Il francese non ha mai ottenuto un podio, ma ha brillato per costanza e affidabilità. Lo stile di guida intelligente, unito alla capacità di evitare errori, gli ha permesso di raccogliere punti preziosi anche in una monoposto non particolarmente competitiva come la Racing Bulls.
Più indietro, Oliver Bearman ha totalizzato 6 punti, il britannico ha alternato sprazzi di talento a prestazioni opache, e il suo bottino resta deludente se confrontato alle aspettative. Infine, Gabriel Bortoleto chiude la classifica dei rookie con soli 4 punti, una stagione, finora poco incisiva e lontana dai riflettori, nonostante il blasone del team che verrà e per cui corre.
Promossi, rimandati o bocciati?
A metà stagione, il quadro è chiaro. Antonelli è l’unico rookie a tutti gli effetti promosso: ha mostrato classe, risultati e visione. Dietro di lui, Hadjar si è distinto per solidità e costanza, guadagnandosi una promozione morale, se non aritmetica.
Bearman e Bortoleto, invece, restano ancora da decifrare. Le difficoltà tecniche delle rispettive squadre non li aiutano e in F1 il tempo non è mai un alleato. Entrambi dovranno dimostrare di meritare il sedile con risultati concreti e miglioramenti evidenti già nei prossimi GP estivi.
Con 12 gare ancora da disputare, tutto può succedere. La sfida tra i rookie è aperta, e se il buongiorno si vede dal mattino, il futuro della F1 è comunque in buone mani.