Ferrari si trova ancora in lotta per il campionato costruttori. Da quando l’era turbo ibrida ha messo piede in F1, parliamo della stagione 2014, è la prima volta che, a due gare dal termine, il Cavallino Rampante nutre ancora la possibilità di aggiudicarsi il trofeo dedicato a chi costruisce le monoposto. Se analizziamo i punti incamerati dal team di Maranello nel 2024, possiamo dire che la storica scuderia ha già battuto il suo record. Questo, sebbene il miglior rapporto punti/gara sia stato raggiunto nel campionato 2018, stagione in cui il team modenese si è preso il più alto numero di vittorie: sei trionfi, cinque per mano di Sebastian Vettel, uno solo grazie a Kimi Raikkonen.
I numeri parlano chiaro e sottolineano quanto la Rossa sia vicina all’obiettivo. Parliamo di 24 lunghezze da recuperare. C’è anche la Sprint Race per farlo, mini gara da 100 km del sabato che assegna circa un terzo dei punti che solitamente vengono distribuiti alla domenica. Un particolare format che prevede una sola prova libera: sessanta minuti in cui verranno concentrati gli sforzi dei tecnici per validare il set-up. Centrare la messa a punto delle vetture è cruciale per lo svolgimento corretto del weekend. Non riuscirci significa trascinarsi uno svantaggio per tutto il fine settimana, perché sebbene prima della qualifica del sabato si possano ritoccare gli assetti, chi è andato bene può migliorare ancora.
Ferrari non ha una buona esperienza in tal senso. Anzi, va ricordato un fatto: dalla campagna agonistica 2021, stagione in cui la Sprint Race ha messo piede nella massima categoria del motorsport, Ferrari non è mai riuscita a vincere. Nelle diciassette edizioni della mini corsa, la SF-24 ha raggiunto come massimo risultato il secondo posto. Questo aspetto sottolinea la fatica del team a trovare al volo il set-up ideale. Gli servono più ore in pista per sistemare a dovere la monoposto ed esprimere il meglio. Estrapolare il massimo rendimento, insomma, e lottare al vertice. Una statistica che non fa ben sperare, specie in un circuito come quello del Qatar.
F1, Gp Qatar 2024: Ferrari ha lavorato per ottimizzare il set-up aerodinamico
Ferrari si prepara ad una delle sfide più complicate in questa stagione. I tratti distintivi della SF-24 non sono propriamente compatibili con quelli di Losail. Ci riferiamo a un percorso contraddistinto da molte curve con una percorrenza medio-veloce. Scenario competitivo dove è richiesta un’impostazione centrata sull’ottimizzazione della spinta verticale prodotta dall’auto e sulla stabilità del carico in ogni condizione di marcia. Inoltre, micro e macro rugosità dell’asfalto condizionano parecchio la ricerca dell’aderenza e la gestione del degrado termico. Una delle prerogative più importanti riguarda il corretto apporto del fondo, un fattore determinante nella pista del Qatar.
Nell’edizione 2023, Ferrari ha patito parecchio questo ultimo aspetto. Per fortuna, l’ultima versione del pavimento inserita sulla vettura a Monza, ha reso la SF-24 più forte sotto questo profilo. Grazie al grande lavoro svolto sotto la direzione Tondi, da quando Enrico Cardile ha di fatto abbandonato il team, tramite una profonda riprofilatura della chiglia nella sua zona terminale, senza dimenticare il reshaping sul diffusore, l’attuale monoposto ha potenziato e non poco la stabilità dei flussi e reso parecchio più efficiente il fondo. Componete ora meno soggetta alle limitazioni sulle altezze da terra, considerando he tale elemento risulta dipendente dagli angoli di rollio, imbardata e beccheggio.
Fonte: Getty Imagesl’iberico Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) a bordo della SF-24 durante il Gran Premio di Las Vegas 2024
Red Bull e soprattutto McLaren, però, in questa caratteristica sono migliori. Ed è proprio questo il problema per la squadra italiana. A livello meccanico serve un buon valore di rigidità, per conferire precisione e stabilità nei cambi di direzione. Con impostazioni del genere, le due scuderie suddette hanno sempre mostrato tanta competitività, più della SF-24. Tuttavia, i tecnici italiani cercheranno di trovare il giusto compromesso, per limitare i movimenti della cassa veicolo e favorire una migliore prestazione aerodinamica. Il tutto considerando che, a Losail, le zone di accelerazione vengono affrontate con velocità di marcia elevate, e per questo il contributo aerodinamico sarà maggiormente decisivo.
L’ultimo punto rilevante del fine settimana arabo riguarda l’amministrazione degli pneumatici. Giusto al contrario di quanto visto a Las Vegas, dove la colonnina di mercurio era molto bassa, le temperature in Qatar saranno piuttosto alte. Questo significa che le gomme si attiveranno facilmente. Ma pure in questo caso, “accendere” a dovere le mescole non sarà affatto scontato. Servirà una corretta warm-up strategy per raggiungere e stabilizzare le temperature evitando l’overheating, fenomeno che riduce drasticamente l’aderenza dei compound. Con le velocità di percorrenza più basse, sulla distanza dei 300 km, Ferrari pensa di poter gestire bene le coperture, come fatto in Texas, per esprimere un livello di competitività molto alto.
F1, GP Qatar 2024: Ferrari testa nuovamente il fondo sperimentale
Prima di chiudere l’articolo andiamo a commentare un paio di ulteriori questioni. La prima riguarda la configurazione aerodinamica scelta dalla Ferrari al posteriore. La SF-24 si mostra con una specifica da medio-alto carico, quella vista per la prima volta a Barcellona. Una versione che si contraddistingue per una superficie frontale ridotta, con un’incidenza verso l’area esterna ancora minore, per abbattere la resistenza all’avanzamento e ottimizzare l’efficienza aerodinamica. Senza dubbio è una scelta strategica, in quanto si cerca di sfruttare appieno il carico estratto dal fondo per “non pagare” la deportanza delle ali e, contestualmente, sfruttare appieno i tratti ad alta velocità di percorrenza del tracciato qatariota.
Il secondo aspetto importante concerne la presenza sulla vettura di Leclerc del nuovo fondo sperimentale, visto solo nelle Fp1 sulla vettura di Sainz. In quell’occasione, pensando alla natura della pista statunitense, il test è servito per verificare la sensibilità della macro componente al porpoising. In questo caso, invece, si andrà a studiare la capacità dell’elemento nella mera generazione del carico. La pista del Qatar possiede un layout perfetto in tal senso. Nuova componente che potrebbe anche restare a bordo della numero 16, al sabato, per affrontare qualifica e gara Sprint, e rendere la raccolta dati più efficiente. Con la consapevolezza che, prima della seconda qualifica per comporre la griglia della consueta gara domenicale, l’elemento potrebbe anche essere rimosso.