Dopo la doppietta ottenuta dai piloti Ferrari negli Stati Uniti, appena sette giorni fa, il Cavallino Rampante torna sul gradino più alto del podio anche in occasione del GP Messico ma questa volta con Carlos Sainz.
Grazie allo spagnolo, che ha ottenuto la sua seconda vittoria stagionale, la Ferrari è tornata alla vittoria in Messico, un risultato che mancava dal 1990 e che ha permesso agli uomini in rosso di alimentare i sogni iridati del Cavallino Rampante.
Ora la Ferrari, infatti, si trova distante dalla McLaren di una trentina di punti nel Campionato Costruttori quando mancano ancora quattro Gran Premi al termine del Mondiale 2024 di F1. Sul podio, oltre alle due Ferrari, è salito anche Lando Norris, secondo, che grazie alla pesantissima penalità inflitta a Verstappen ha accorciato in classifica sull’olandese a -46 punti.
Ferrari
Lo avevamo predetto. E così è stato. Grazie all’ennesimo podio ottenuto da Sainz e da Leclerc la Ferrari è riuscita a superare la Red Bull nel Campionato Costruttori e accorcia le distanze dalla McLaren. Dopo la stratosferica ottenuta da Leclerc negli Stati Uniti, Sainz ha fatto eco al compagno di squadra in Messico, appena sette giorni dopo la gara in Texas.
Lo spagnolo della Ferrari corre in maniera magistrale e prova ad assicurarsi la vittoria, già dal sabato, conquistando la pole position. Nonostante la bagarre avvenuta alla partenza e il sorpasso inflittogli da Max Verstappen proprio nelle fasi finali della corsa, Sainz ha dimostrato di avere grande sangue freddo e, superando a sua volta l’olandese della Red Bull, riesce a riprendersi la leadership della corsa.
Il figlio d’arte non ha sbagliato niente. Con grande determinazione ha mostrato un ritmo che gli ha permesso di non farsi avvicinare nemmeno da Leclerc, l’unico che probabilmente aveva il passo per provare ad arrivare negli scarichi dello spagnolo.
Se quella di Sainz è stata probabilmente una delle gare migliori dello spagnolo nella sua parabola Ferrari, buona anche la prestazione di Leclerc. Il monegasco, che proprio all’ultimo giro ha ottenuto il giro più veloce, sebbene a distanza, ha disputato buona parte della corsa alle spalle del compagno di squadra, in seconda posizione. Solamente nei giri finali Leclerc ha dovuto arrendersi alla brutale rimonta di Lando Norris.
Il monegasco ha commesso l’unico errore della corsa quando, proprio all’inizio del rettilineo d’arrivo, ha perso il posteriore della monoposto rischiando perfino di terminare anticipatamente la sua corsa sul muro. A Leclerc, terzo a fine corsa, è comunque andata bene riuscendo a tenere in pista la propria vettura. Bicchiere pieno per questa Ferrari in Messico che, grazie alla vittoria di Sainz e al terzo posto di Leclerc, è ufficialmente in corsa per il Mondiale Costruttori.
McLaren
Gara dalla doppia faccia per la McLaren. Esattamente come avevamo detto sette giorni fa, ossia che Piastri da quando si è arreso all’idea di correre “da secondo” sembra aver perso il mordente di inizio anno, Norris, oggi, non ha sbagliato niente. L’inglese alla partenza scatta bene, prova subito a impensierire le Ferrari e Verstappen.
Proprio nelle prime fasi della corsa Norris ingaggia una lotta fratricida proprio con l’olandese della Red Bull che, in maniera molto dura lo accompagna fuori pista (nonostante la McLaren dell’inglese fosse evidentemente avanti) e per questo motivo viene penalizzato. Verstappen finisce dietro e l’occasione è troppo ghiotta per la McLaren che, finalmente, quando mancano quattro gare alla fine della stagione, possono fare punti pesanti proprio nei confronti della Red Bull.
Se Piastri sgomita nella parte più bassa della zona punti in lotta con le Haas di Hulkenberg e Magnussen, Norris inizia ad inanellare una serie di giri veloci che gli permettono di arrivare negli scarichi di Leclerc. Un errore del monegasco permette all’inglese di passare agevolmente il pilota della Ferrari. Norris chiude la sua corsa al secondo posto, a sandwich tra Sainz e Leclerc e porta a casa importanti in chiave Mondiale piloti mentre nel Costruttori giuda saldamente la classifica con un vantaggio di 29 punti sulla Ferrari.
Mercedes
La Mercedes si salva solo grazie alla battaglia ingaggiata tra Hamilton e Russell, probabilmente uno dei duelli più belli di tutta la corsa. Se il sette volte Campione del Mondo di F1, proprio nelle fasi inziali della gara è stato superato da Russell e solamente nel finale, grazie a grande determinazione e cattiveria agonistica, riesce a vendicarsi di Russell, a riprendersi la posizione e a chiudere il GP in quarta posizione, la scuderia tedesca fa una figuraccia a Città del Messico.
Dall’essere la seconda/terza forza del Mondiale, la Mercedes è letteralmente sprofondata. Se Leclerc non avesse fatto il pit stop per ottenere il giro più veloce (e quindi il punto addizionale), la W15 avrebbe chiuso la corsa a una trentina di secondi dal terzo gradino del podio. Un risultato non accettabile per la Mercedes soprattutto se teniamo conto cosa, la vettura anglo-tedesca, è riuscita a fare in estate.
Haas
La Ferrari sarà cresciuta ma ragazzi… la Haas non scherza. La scuderia statunitense, sul tracciato dedicato ai fratelli Rodriguez, si porta a casa punti pesanti rispettivamente con Magnussen in settima posizione e Hulkenberg, nono.
Dopo aver passato domeniche su domeniche a elogiare le prestazioni del tedesco e a chiederci perché nessun top team gli avesse mai offerto una possibilità, in Messico è arrivata la volta del danese.
Dopo alcune gare difficili Magnussen è riuscito a ritrovare la velocità e la continuità che sembrava aver smarrito a inizio anno. In particolar modo, il danese, sembra aver ritrovato la giusta via proprio da quando la Haas gli ha riservato il benservito. Sarà un caso, oppure l’essersi liberato di troppa pressione addosso lo ha aiutato?
Red Bull
Peggiore GP Messico non poteva esserci per la Red Bull. E il Mondiale Costruttori sembra essere sempre di più un miraggio. La scuderia anglo-austriaca, infatti, oltre a essere stata ampiamente superata in classifica da parte della McLaren, grazie alla vittoria odierna della Ferrari, è stata surclassata anche dal Cavallino Rampante che, è numericamente parlando più vicino al team di Woking che a quello di Milton Keynes.
Se generalmente le cose vanno male a Perez ma bene a Verstappen, nel GP Messico non ne è andata una per il verso giusto a nessuno dei due piloti. Perez, idolo di casa, le cose vanno storte già dalla qualifica venendo eliminato in Q1. Come se non fosse già sufficiente questo, davanti ai propri connazionali, prima scatta anticipatamente allo spegnimento dei semafori e si becca una penalità di cinque secondi, poi, in occasione di un ruota a ruota con Lawson (che punta proprio al sedile di Perez e quindi, era ben propenso a rendere le cose difficili al messicano) si tocca con il neozelandese della Racing Bulls e danneggia la RB20.
Nonostante abbia un contratto valido con la Red Bull per il prossimo anno sono in tanti a pensare che questo, probabilmente anche a causa della moria di sedili disponibili, potrebbe essere l’ultimo di Sergio Perez al volante di una monoposto di F1.
E le cose non sono andate meglio a Max Verstappen. Sebbene il pilota olandese sia maturato, ogni tanto cade sempre in gesti impulsivi che hanno caratterizzato i suoi primi anni nella massima serie automobilistica. Il buon Max pensava di avere bonus in eterno e invece no. A Mexico City è troppo duro nello scontro con Norris (praticamente accompagna la MCL38 fuori pista) e si becca due penalità per un totale di venti secondi da scontare in occasione della prima sosta ai box. Grazie a questa “bravata” perde pochi punti rispetto all’inglese della McLaren e chiude in sesta posizione, dietro anche alle due Mercedes. Il Mondiale non è a rischio… ma in quattro gare può accadere di tutto.
Alpine
I piloti di Alpine ce la mettono tutta e la vettura piccoli segnali incoraggianti in Messico li ha dati. Gasly chiude al decimo posto, ancora una volta sopravanza Ocon (13esimo) e regala un punto importante per la scuderia transalpina. Poco se teniamo conto delle ambizioni del team Alpine, il giusto guardando le posizioni che di solito occupa.
Aston Martin
I festeggiamenti non portano una gran fortuna a Fernando Alonso che, proprio nel giorno del suo 400esimo GP, è costretto al ritiro dopo praticamente neanche 16 giri. E non è che le cose gli stessero andando poi così bene tenendo conto che Stroll (che ha chiuso in 11esima posizione, non lontano dalla zona punti) gli era già davanti.
Racing Bulls
La Racing Bulls ha corso il GP Messico praticamente con una vettura. Se Tsunoda termina la propria gara nella prima via di fuga, coinvolto in un contatto al via, non va meglio a Lawson che prima si tocca con Perez (lasciando evidente il fatto di volergli “rubare” il sedile), poi con Colapinto e proprio l’ultima sosta, fatta a causa dei danni all’ala anteriore, non agevola la sua posizione finale.
Williams
Se Albon al via si tocca con Gasly e Tsunoda ed è costretto al ritiro al primo giro, Colapinto ancora una volta dà spettacolo in pista e cerca di arrivare alla zona punti. Niente top ten per il pilota argentino in Messico che comunque riesce a portarsi a casa un buon 12esimo posto.
Stake F1
Forse peggio di così non poteva andare. A Bottas il merito di arrivare almeno davanti al compagno di squadra. Non si può dire lo stesso di Zhou che, quindicesimo, riesce a stare davanti solamente a Perez e Lawson, entrambi con una vettura danneggiata.