Nonostante il layout sembrasse premiare le caratteristiche della Ferrari, il GP Las Vegas di F1 è stato vinto da Max Verstappen e dalla sua Red Bull. Il pilota olandese, che scattava dalla seconda posizione della griglia, si è preso la scena della corsa fin dai primissimi giri. Anche se l’opulenza e la fuffa hanno caratterizzato questo evento, quella della capitale del Nevada è stata forse una delle gare più interessanti e combattute dell’intero Mondiale 2023 di F1.
Il layout concepito per funzionare con le monoposto moderne ha fatto il suo dovere: rimonte, lotte e un finale al cardiopalmo che ha visto Leclerc infilare Perez e soffiare al messicano la seconda posizione. Tre sono i piloti che si sono avvicendati alla testa della corsa e la Ferrari ha rischiato veramente di poter tornare alla vittoria. Il monegasco del Cavallino Rampante – se non fosse stato penalizzato dalla Safety Car – avrebbe potuto giocarsela con Verstappen. E, anche se Charles non è riuscito a tornare sul gradino più alto del podio, risultato che gli manca ormai da un anno e mezzo, si è rifatto con gli interessi. Ma bando alle ciance e passiamo ai fatti: i top e flop del GP Las Vegas di F1.
TOP
Carlos Sainz
Tenendo conto di come era cominciato tragicamente il suo fine settimana nel GP Las Vegas, nonostante la sesta posizione finale, lo spagnolo della Ferrari finisce tra i piloti promossi. Ingiustamente penalizzato venerdì, reo di aver danneggiato la SF-23 sopra a un tombino (ci tengo a precisare, non per colpa sua), il sabato stampa il secondo miglior tempo della sessione a pochi millesimi dalla pole di Leclerc. Scatta dalla dodicesima posizione perché, per colpa del tombino, sulla monoposto di Sainz hanno dovuto sostituire diverse parti del motore. Alla prima curva fa un errore che lo fa cadere fino al diciottesimo posto.
Lo spagnolo riesce a limitare i danni e, nonostante la difficoltà a far funzionare bene le gomme hard con la vettura carica di benzina, non perde la concentrazione e riesce a recuperare bene dopo il problema al via. Un detto cita che la fortuna aiuta gli audaci, e per una volta è venuta in soccorso a Sainz. Nel finale della corsa lo spagnolo recupera dalla decima alla sesta posizione, anche approfittando della sosta di Piastri e della penalità di Russell. Porta a casa punti importanti per la Ferrari che è ad appena quattro punti dalla Mercedes nel Mondiale Costruttori.
Già lo avevamo detto nel corso della settimana. La pista di Las Vegas, per le sue caratteristiche, avrebbe potuto venire incontro al Cavallino Rampante. Ok, ma bisogna anche ammettere che la SF-23 ha fatto dei passi in avanti rispetto a inizio stagione e se Sainz non avesse incontrato sulla sua strada quel maledetto tombino, venerdì, sicuramente si starebbe parlando di tutt’altro risultato.
Charles Leclerc
Dopo non essere riuscito nemmeno a prendere il via della corsa, in Brasile, Charles Leclerc è arrivato a Las Vegas con una gran voglia di levarsi delle soddisfazioni. E così è stato. Non vince ma solamente perché, diciamoci la verità, la SF-23 non ha le carte per giocarsela con la RB19. Ma il monegasco, secondo a fine gara, è il primo degli altri se escludiamo quel fenomeno di Max Verstappen. Il sabato ottiene la pole position classificandosi davanti al suo compagno di squadra, segno di un certo feeling tra la pista di Las Vegas e la SF-23. Parte bene, tenta di tenere il passo dell’olandese della Red Bull per provare vincere. Nella prima parte della corsa Charles supera in pista Verstappen, con pieno merito e a parità di condizioni.
Ma se la fortuna è cieca, la sfiga ci vede benissimo. Così diceva Freak Antony. Deve averlo pensato anche il pilota monegasco quando è entrata in pista la Safety Car che ha penalizzato i ferraristi e in particolar modo proprio Leclerc che aveva da poco fatto pit stop. Nonostante gli pneumatici meno freschi nel finale, con uno straordinario sorpasso all’ultimo giro ai danni di Perez, il monegasco vanifica la doppietta in casa Red Bull e si porta a casa un importantissimo secondo posto. Fondamentale non solo per il morale di Leclerc ma anche per la Ferrari per provare a strappare alla Mercedes il titolo di vice-campione del Mondo.
Max Verstappen
Faccio una premessa. Più che per la sua prestazione a Las Vegas (nonostante la vittoria), Verstappen finisce tra i promossi per altri motivi. Ma partiamo dal lato sportivo.
Il pilota olandese della Red Bull nel GP Las Vegas ha ottenuto la sua 53esima vittoria in F1, la 18esima della stagione 2023, la sesta consecutiva arrivando a quota 549 punti nel Mondiale e doppiando il proprio compagno di squadra, Perez, fermo a 273 lunghezze. Già questo dovrebbe essere sufficiente per essersi meritato il posto fisso tra i nostri top. E invece, sarà la fine del campionato che si avvicina sempre più (il GP di Abu Dhabi, la prossima settimana sarà l’ultima gara della stagione), sarà l’essersi da tempo il Campione del Mondo ma la vittoria a Las Vegas, Super Max Verstappen ha dovuto sudarsela più del solito.
Scatta dalla seconda posizione della griglia di partenza in modo molto aggressivo. Nella città capitale del gioco d’azzardo, anche l’olandese tenta il tutto per tutto. Forza l’entrata in curva 1 per prendere il comando della corsa ai danni di Leclerc. Accompagna il monegasco verso l’esterno e viene giustamente penalizzato con una penalità di cinque secondi che sconta in occasione del primo pit stop.
Sulle gomme medie la sua RB19 fatica ma poi, quando monta le hard, la storia cambia e non ce n’è per nessuno. Rimonta la china a suon di sorpassi, col coltello tra i denti, un po’ come quando nel 2021 la Red Bull se la giocava con la Mercedes e la vettura anglo-austriaca non era ancora quell’oggetto non identificato proveniente da un altro pianeta. Di tre GP negli Stati Uniti, Verstappen li ha vinti tutti. Miami, Austin e ota Las Vegas. Vince sempre lui e in qualunque condizione. E poco importa se non parte dalla pole position, se sbaglia, se viene penalizzato. Riesce a trovare una soluzione a qualsiasi contesto.
Forse non sarà il pilota più simpatico del paddock, potrà non piacere, ma anche se ha a sua disposizione la monoposto più forte della griglia, Max è un campione con la C maiuscola. Ed esattamente come tutte le grandi leggende della F1 se una cosa non gli piace non sta zitto e se la fa piacere. Ecco l’altro dei motivi per i quali ho deciso di promuovere Verstappen tra i promossi di questo fine settimana.
A differenza dei colleghi Verstappen non ha avuto paura di esprimere con fermezza quello che pensava chiaramente di questo GP Las Vegas. Il pilota olandese nel corso della settimana aveva dichiarato apertamente di sentirsi “un pagliaccio” per quanto impostogli al via del penultimo appuntamento del campionato. E, come se questo non fosse già sufficiente per i promotori della corsa, Super Max ha voluto rincarare la dose anche andando ad accusare direttamente i vertici di Liberty Media, rei di aver dimenticato cosa sia e significhi davvero la F1. Verstappen unico portavoce per quella frangia di piloti e tifosi che amano ancora il vero Motorsport.
FLOP
Fernando Alonso
Sembrano essere passati decenni dal GP Brasile dove è salito sul podio, dove ha artigliato la terza posizione, al photofinish ai danni di Perez. Dopo appena due settimane, a Las Vegas, Alonso disputa probabilmente la sua peggiore gara dell’anno. Se Stroll chiude la corsa in zona punti, lo spagnolo di Aston Martin che scattava dalla nona posizione in griglia, poteva ambire a ben altro risultato.
Al via esagera di foga, commette un brutto errore in curva 1 che rovina non solo la sua gara, ma anche quella di più di un collega. Precipita in diciottesima posizione e deve recuperare. Non ci sono santi ai quali votarsi. Qui l’errore è di Nando.
Il nono posto finale serve da contentino per essere entrato in zona punti ma, quando manca solo una gara al termine della stagione, i sogni di gloria di Alonso di chiudere il Mondiale in quarta posizione (attualmente detenuta a parimerito con Sainz) sembrano complicarsi e non poco. Soprattutto tenendo conto della differenza di prestazione tra la SF-23 e la AMR23.
George Russell
Per riuscire a chiudere il Mondiale 2023 di F1 in seconda posizione nel campionato riservato ai Costruttori, è importantissimo per la Mercedes finire costantemente in zona punti. Ma nel GP Las Vegas quello che poteva andare storto per la scuderia tedesca, ci è andato. A cominciare dalla gestione di gara di Russell.
Ok, di certo il pilota inglese non ha certamente disputato la sua gara peggiore. O per lo meno. Non la stava disputando. Fino al momento del contatto con Vertstappen. Ha provato a resistere all’olandese della Red Bull come se fosse in gara con lui (ma non era così). Danneggia l’ala del rivale, provoca la Safety Car e riesce a beccarsi anche una penalità di cinque secondi che sconterà a fine corsa. Scivola dalla quinta all’ottava posizione e priva la Mercedes di punti importanti.
FIA
Quando uno pensa che si sia raschiato il fondo e più in basso di così non si possa scendere, accade sempre qualcosa che rende ancora più surreale la situazione. Se il tracciato di Las Vegas (non l’evento) è promosso a pieni voti per i tanti sorpassi che si sono visti, la Federazione Internazionale dell’Automobile, l’ente che governa la F1, ne esce a pezzi. Inadeguati e paragonabili a dei dilettanti allo sbaraglio. Ogni tanto viene da chiedersi se in quel di Place de la Concorde 8, qualcuno l’abbia mai data un’occhiata ai regolamenti. Così, anche distrattamente.
Il caso tombino-Sainz è un precedente gravissimo. La sanzione inflitta alla Ferrari dello spagnolo, tra l’altro a causa di fattori estranei a pilota e team, è stata qualcosa di vergognoso che non fa altro che demolire la credibilità della F1.
Al di là dei discorsi economici se salta un tombino e due monoposto rimangono danneggiate non si può dare la colpa al pilota per eventuali sostituzioni sulla propria vettura. È una questione di principio. Con un regolamento sempre più al limite del grottesco, l’imperativo deve essere intervenire prima che sia troppo tardi.
Fonte: Getty ImagesL’opulenza e la fuffa non sono riuscite ad abbagliare chi, ancora, ama il Motorsport. Di credibile a Las Vegas c’erano solo i piloti in pista
Menzione d’onore
GP Las Vegas: dove è finito lo sport?
Partiamo col dire che è stato tutto molto bello a livello sportivo. La gara non ha disatteso le aspettative: bellissima gara ricca di sorpassi grazie a un tracciato che, in forza del suo layout, si presta perfettamente alle F1 moderne. Ora arriva la parte negativa: peccato per tutto il resto.
L’appuntamento che segna il ritorno del Circus nella Capitale mondiale del divertimento (e del gioco d’azzardo) è iniziato nel peggiore dei modi. Liberty Media ha fatto di tutto per avere in calendario il GP Las Vegas, un cittadino che ha visto le monoposto di F1 sfrecciare lungo la Strip. Ma per la credibilità della serie stessa, i sacconi stracolmi di dollari, l’opulenza, i fuochi d’artificio, luci, suoni e show improbabili non possono far dimenticare l’evidente incapacità nel mettere in scena un GP dove, l’unica cosa credibile sono stati gli interpreti in pista. Non si può andare a correre un GP dove, tralasciando l’assurda gestione degli orari, vengono abbattuti alberi sani davanti agli hotel per far posto alle tribune, prima salta un tombino e poi viene “tapullato” (per chi non è di Genova, è come dire che ci hanno messo una pezza).
Poi il pubblico delle FP2, dopo aver pagato a caro prezzo il biglietto, viene cacciato dalle tribune (a sessione in pieno svolgimento) per ragioni logistiche. Ai fans allontanati è stato dato un rimborso per i soldi spesi per il ticket: un voucher da spendere in merchandising della F1. Una presa in giro per chi ha investito una parte del proprio denaro per essere presente a Las Vegas e uno spettacolo davvero indegno per tutta la F1.
Sfarzo, mondanità, showbiz e fuffa che piace molto agli americani (diciamoci la verità: se delle pagliacciate così le avessero fatte in qualunque GP del vecchio continente, avremmo passato giornate intere a prendere per in giro organizzatori & Co.) non sono riusciti ad abbagliare chi, ancora, ama il Motorsport.