Dopo la debacle del GP Australia, in Giappone la Red Bull ci ha tenuto a dimostrare di essere ancora la monoposto da battere. Alla scuderia diretta (per ora) da Christian Horner è bastato risolvere i problemi di affidabilità che hanno condizionato la gara di Melbourne per tornare a dettare legge. A Suzuka è stato il solito Max Verstappen a salire sul gradino più alto del podio, seguito da Sergio Perez, ottimo secondo, e Carlos Sainz, terzo, nonostante la strategia obbligata scelta per lui dalla Ferrari ha rischiato di fargli perdere la posizione.
Nonostante la terza doppietta stagionale conquistata dal team di Milton Keynes, la Ferrari si conferma come la seconda forza del Mondiale. Nonostante le difficoltà in qualifica è in gara che la SF-24 riesce a fare la differenza. Forse, dopo la vittoria in Australia, i tifosi speravano che il Cavallino Rampante potesse impensierire un po’ di più la Red Bull sul passo gara ma un netto passo in avanti la Rossa lo ha fatto. Nella terra dei samurai la Ferrari ha battuto la McLaren, Sainz ha portato a casa un altro podio, importantissimo per il Cavallino Rampante e ancora di più per lui che, è sempre più pezzo pregiato del mercato. E poi c’è da sottolineare anche la prestazione di Leclerc, che ha rimontato dall’ottava posizione optando per una strategia a una sosta. Ma bando alle ciance e passiamo ai fatti: i top e flop del GP Giappone di F1.
TOP
Red Bull
Chi pensava che il dominio targato Red Bull fosse ai titoli di coda, dopo il guasto sulla vettura di Max Verstappen in Australia, è rimasto deluso. Se sulla RB20 funziona tutto come deve funzionare, non ce n’è per nessuno. Sul tracciato di Suzuka Il team di Milton Keynes si è portata a casa un’altra doppietta, la terza su quattro gare disputate. Anche se a trionfare in Giappone è stato il solito Max Verstappen, una nota di merito va data anche (e soprattutto) a Sergio Perez.
L’attuale Campione del Mondo in carica è un cannibale e non lascerebbe le briciole del panino nemmeno a sua madre, figuriamoci al suo compagno di squadra. Dal canto suo Checo, abbandonata probabilmente l’idea di dover battere Verstappen, sembra aver trovato la giusta dimensione in casa Red Bull. Il messicano, che in occasione della qualifica ha concluso a pochi millesimi da Max, è stato autore di una gara solida con sorpassi di tutto rispetto. Perez non vale Verstappen, e lo sappiamo tutti, ma anche a Suzuka ha dimostrato di saper essere un ottimo secondo non commettendo errori, classificandosi alle spalle del suo compagno di squadra e nettamente davanti a tutto il resto della griglia.
Dopo la debacle di Melbourne, la Red Bull si è rimboccata le maniche e ha portato a termine un fine settimana impeccabile sotto tutti i punti di vista e soprattutto con entrambi i piloti. Anche se siamo appena alla quarta gara dell’anno sembra davvero difficile pensare che Verstappen non riesca a vincere il quarto titolo iridato consecutivo. E, se Perez dovesse continuare a viaggiare su questi binari, nonostante i rumors che lo vorrebbero appiedato dal team di Milton Keynes, la riconferma anche per il 2025 se la conquisterebbe di diritto e sul campo.
Ferrari
Dopo la vittoria ottenuta da Sainz nel GP Australia per la Ferrari era importante dare un colpo di reni e confermare che quanto visto di buono a Melbourne non era un “caso isolato”. E, sebbene il Cavallino Rampante non sia riuscito a salire sul gradino più alto del podio, possiamo affermare con certezza che la Rossa è la seconda forza del Mondiale. Nessuno ha nemmeno lontanamente immaginato che la SF-24, improvvisamente, potesse battere la RB20. Ma era importante capire la differenza di prestazione tra le due avversarie.
In ogni caso la Ferrari, anche a Suzuka, è riuscita a salire sul podio, sempre con Carlos Sainz mentre ha piazzato Charles Leclerc in quarta posizione. Il Cavallino Rampante ci ha provato a vincere differenziando la strategia dei piloti. Se per lo spagnolo la scelta era pressoché obbligata tenendo conto della posizione di partenza, col monegasco la Rossa ha azzardato di più riuscendo a raddrizzare un fine settimana nato male.
Non ce ne voglia Leclerc ma Sainz, da licenziato, è l’uomo che sta portando in alto la Ferrari. Solido, non commette errori, gestisce con intelligenza le gomme e, approfittando dell’errore strategico della McLaren con Norris, nel finale con pneumatici freschi agguanta il podio a discapito dell’inglese. Leclerc, dopo un sabato fallimentare, scommette sulla strategia a una sosta, portandosi fino ai piedi della top 3. Parte ottavo e termina quarto, autore di un grande primo stint con le medie. Sebbene si sia ripreso alla grande dopo una qualifica da dimenticare, perde il duello di famiglia nei confronti di Sainz. E questo deve bruciare, e non poco, al monegasco.
Fonte: Getty ImagesSainz ha trascinato la Ferrari sul podio. Solido, non commette errori e gestisce con intelligenza le gomme
Yuki Tsunoda
Per me il Driver of the Day è lui. In occasione della gara di casa, Yuki Tsunoda si conferma il pilota di punta della Visa Cashapp Racing Bulls. Il giapponese, che in queste prime gare ha letteralmente preso per mano il team diventandone faro, va a punti ottenendo una decima posizione importante sia per la classifica riservata ai piloti ma soprattutto, per quella dei Costruttori. Alcuni penseranno che il decimo posto è poca cosa. Ma non si può guardare solo al risultato della gara.
Con Ricciardo (che sulla carta avrebbe dovuto essere la punta di diamante del team) fuori praticamente poche curve dopo il via, è Tsunoda a fare la differenza. Autore di un fine settimana positivo, fin dalle qualifiche dove era riuscito a entrare in Q3, nonostante un avvio di corsa poco felice, il pilota nipponico si esalta sulla pista di casa e conquista un punto davanti ai connazionali in delirio per lui. Rispetto a pochi anni fa Yuki è migliorato tantissimo e verrebbe da pensare che meriterebbe qualcosa di più rispetto a questa Visa Cashapp Racing Bulls. Ma con un Perez in forma come si è visto in queste prime gare… quello della Red Bull è un sogno, per il giapponese, da posticipare.
Fonte: Getty ImagesTsunoda è maturato e verrebbe da pensare che verrebbe da pensare che meriterebbe qualcosa di più rispetto a questa Visa Cashapp Racing Bulls
FLOP
Daniel Ricciardo
No. La vita non è tutta rosa e fiori. Se la Visa Cashapp Racing Bulls si è guadagnata un posto nei nostri top grazie alla positiva prestazione di Tsunoda, sono obbligata a riservarle una collocazione anche nei nostri flop per Daniel Ricciardo. Doveva essere il suo anno, quello del rilancio per stoccata vincente al sedile di Perez, in Red Bull. E invece, se continua su questa strada, rischia di vedersi lasciato a casa ben prima della fine del campionato.
Nonostante nell’incidente al via con Albon potrebbe non avere colpe, Ricciardo si porta a casa un’altra gara da dimenticare, zero punti all’attivo e, ancora una volta, si trova battuto dal suo compagno di box. Il 2024 doveva servire all’australiano per tornare in auge ma, fin dal Bahrain, Daniel sembra avere una capacità come nessun’altro sulla griglia di partenza di trovarsi al posto sbagliato nel momento sbagliato. Per il nostro Honey Badger preferito urge capatina veloce a Lourdes (il prima possibile) altrimenti, oltre a veder allontanare sempre di più il sogno di un ritorno di Red Bull, a breve termine potrebbe vedersi messo in panchina in favore di un certo Liam Lawson, sempre più scalpitante ai box.
Lewis Hamilton
A.A.A sette volte Campione del Mondo cercasi. Che ormai corra da separato in casa, oppure che sia già in modalità Ferrari questo lo sa soltanto lui. Mai in gara, quasi come se quello non fosse nemmeno il suo posto.
Ok che la Mercedes che si trova ora nelle mani è disastrosa e, stagione dopo stagione, i tecnici della Stella a Tre Punte sembrano aver perso lo smalto degli anni dei trionfi, ma Gigi ci mette ben poco del suo. A Suzuka, più che un pilota di F1 sembrava essere un guidatore della domenica pronto a levarsi dalla corsia di sorpasso non appena scorgesse negli specchietti una macchina più veloce della sua. Si salva (tra virgolette si salva, capiamoci) solo per l’ultimo stint. Tra il sentirlo chiedere se fosse necessario farsi passare da Russell e vederlo sverniciato più volte in pista viene da chiedersi se è più frustrato o rassegnato. Vabbé, a Hollywood possono trarre idea per un nuovo film: “Salvate il soldato Hamilton”.
Lance Stroll
Aston Martin ha portato degli aggiornamenti a Suzuka. Eppure, se guardiamo il risultato sembravano essere stati montati solo sulla vettura di Alonso. E no, il vero aggiornamento della AMR24 è proprio lo spagnolo altrimenti si salvi chi può. Se l’ovietense (43 anni all’anagrafe e 18 in più del compagno di box) riesce ad artigliare il sesto posto, Stroll, unico pilota a tempo indeterminato, rimane fuori dalla zona punti, fermo in dodicesima posizione.
Ok che il risultato ottenuto in qualifica abbia compromesso la sua gara ma se non c’è una volta in cui non riesci a superare l’ostacolo della Q1 mentre il tuo compagno arriva metodicamente in Q3… qualche domanda te la devi fare. Anche se sei il figlio del proprietario della scuderia. Il confronto con Alonso comincia a essere impietoso per Stroll che, sebbene sia riuscito a cogliere qualche buon sorpasso a Suzuka, proprio nel finale di corsa si lamenta in radio della scarsa velocità della AMR24 sostenendo che fosse come guidare una monoposto di un’altra categoria. “GP2 Engine” docet. Lance puoi fare di più anche sotto l’aspetto dell’emulazione.