L’attesa è ufficialmente finita. Non sembrano essere passati veramente tre mesi da quando, ad Abu Dhabi, sono calati i veli sulla stagione 2023 di F1. E, proprio quella di quest’anno, sarà un’edizione molto particolare per il Bahrain e per la classe regina del Motorsport. Il tracciato di Sakhir, infatti, festeggia il ventennale di attività dal primo Gran Premio di F1.
Presente in calendario dal 2004, quando debuttò come terzo appuntamento della stagione, tranne che nel 2011, dove a causa delle sommosse di repressione si è deciso di non correre, in poco tempo è diventato uno dei capisaldi del calendario anche per quanto riguarda i test pre-stagionali.
Ferrari: a che punto siamo?
Anche se Max Verstappen (le 5 cose che non sai sul pilota) e la Red Bull partono ovviamente come favoriti, una cosa è certa: gli altri non staranno a guardare. E, se andiamo a dare un occhio a quanto andato in scena in occasione dei test (che si sono disputati proprio sulla pista di Sakhir), la Ferrari, attualmente, sembra essere la seconda forza in griglia.
Nonostante queste ultime stagioni non siano andate nel modo in cui ci si sarebbe aspettato dal Cavallino Rampante, i tifosi della Rossa possono guardare al campionato 2024 con sano ottimismo.
Primo punto che deve servire da iniezione di fiducia per il prosieguo della stagione è l’affidabilità. Nei test pre-stagionali la Ferrari ha portato a casa una cosa come 423 giri, pari a 2.257 chilometri (praticamente oltre sette GP), senza accusare nemmeno un problema di affidabilità. L’unico inconveniente che ha costretto la Rossa a chiudere anticipatamente la sessione è dovuto a un problema legato a un tombino che ha colpito la SF-24 di Leclerc.
Rispetto al 2023 la Ferrari è migliorata notevolmente sia per quanto riguarda il passo gara sia a livello di guidabilità, un dato di fatto sottolineato anche dai piloti in occasione della conferenza stampa. E proprio Leclerc e Sainz, grazie a una SF-24 più maneggevole e gestibile a loro disposizione, potrebbero veder sparire anche i problemi di gestione pneumatici che hanno inevitabilmente condizionato la passata stagione del Cavallino Rampante.
Le prime due gare saranno di sabato
La novità più eclatante di questo inizio di campionato è rappresentata dal fatto che il GP Bahrain (e anche quello successivo, in Arabia Saudita) si disputeranno di sabato, per rispettare il Ramadan, uno dei momenti religiosi più importanti per la cultura islamica.
Proprio durante questo periodo, infatti, i fedeli hanno l’obbligo di rispettare il digiuno diurno (ad eccezione di donne incinte, anziani e malati) che, inevitabilmente ha conseguenze anche sulla pratiche sportive. Ed è proprio per questo motivo che, per rispettare il mese sacro islamico, si è deciso di fare due piccole ma allo stesso tempo importanti modifiche al calendario del Mondiale 2024 di F1.
Quello che forse in pochi ricordano è che il GP Bahrain e quello di Arabia Saudita non sono gli unici che non verranno disputati di domenica. Infatti, in altre settantacinque occasioni la F1 ha corso il sabato. Tralasciando il GP di Las Vegas dello scorso novembre che si è disputato al sabato invece che alla domenica per motivi commerciali anziché religiosi, il 419esimo appuntamento nella storia della F1, il GP Sudafrica del 1985, si disputò sabato 19 ottobre a Kyalami. Nonostante la vittoria di Mansell sulla Williams quell’edizione della corsa viene ricordata soprattutto per la decisione di Alan Jones (che correva per la Lola), Ligier e Renault di non prendere parte al Gran Premio contro l’apartheid in Sudafrica.
Sky in pista con una nuova squadra
Anche se non si toccano questioni tecniche, i tifosi italiani della classe regina del Motorsport affronteranno la stagione 2024 di F1 con una novità importante. Sky Sport scenderà in pista con una squadra nuova. Ufficializzata l’uscita di Federica Masolin, impegnata col calcio, ma anche di Davide Valsecchi, protagonista in pista con F1 TV in alcuni weekend di gara, a prendere il loro posto sono stati Davide Camicioli e Viky Piria.
Camicioli, che di fatto ha preso il posto della Masolin, originario di La Spezia, inizia a impegnarsi da giovanissimo nell’ambito del giornalismo sportivo. Conosciuto al grande pubblico per essersi occupato dell’edizione mattutina di Sky Tg24, in un secondo tempo si è unito prima alla redazione sportiva di Sky Sport24 e in un secondo tempo è diventato anchorman di punta per quanto riguarda il Motomondiale.
Percorso differente per Vicky Piria che si è unita alla squadra di Sky Motori in qualità di esperta. Classe ’93, è nata a Milano e cresciuta in Umbria. A trasmetterle la passione per i motori è stato il padre e proprio il suo grande amore per le quattro ruote la porterà, all’età di otto anni, a correre in kart, nel campionato regionale Lombardia Classe 50 Baby.
Nel 2009 fa il suo debutto in monoposto in Formula 2000 Light e in due gare della Formula Renault italiana, passando poi, dal 2010, alla Formula Abarth. Nel 2012 arriva il debutto in GP3 con il team Trident Racing e, nonostante non sia riuscirà a ottenere nemmeno un punto in campionato, di fatto è entrata nella storia della categoria per essere stata la prima donna a correre nella serie.
Dopo un paio di stagioni nell’European F3 Open e un’esperienza oltreoceano, nel 2019 prende parte alla W Series. Nel 2023 ha corso nel Campionato italiano GT con la Enrico Fulgenzi Racing, dove è riuscita a portarsi a casa due vittorie. Nonostante l’impegno agonistico, per la Piria questa non sarà una prima assoluta davanti alle telecamere. La 31enne, infatti, oltre ad aver commentato le gare di Formula E, è il volto di Drive Up, trasmissione televisiva di Italia 1 dedicata al settore dell’automotive.
Il circuito
Il Bahrain International Circuit, sede della gara omonima, si disputa sul circuito di Sakhir, località alla periferia sud di Manama, capitale del Bahrain. Considerato da più parti una delle “classiche moderne”, la F1 debuttò ufficialmente su questa pista il 4 aprile 2004. Il tracciato sorge in pieno deserto e questo è un problema per i piloti visto che, in caso di vento molto forte, la sabbia si si deposita sull’asfalto rendendo la pista molto scivolosa, causando così problemi di aderenza alle vettura.
L’impianto, desiderato dal principe Al Khalifa che è pure presidente onorario della federazione motoristica del Bahrain, è stato realizzato dall’architetto tedesco Hermann Tilke e il suo costo totale si aggirerebbe sui 150 milioni di dollari.
Fonte: Getty ImagesLa VF-20 di Grosjean si spezzò in due parti. Quel che ne rimase venne esposto alla F1 Exhibition a Madrid
Lungo 5,412 km e caratterizzato da 23 curve, è un mix ben combinato di rettilinei dove la velocità farà la differenza, frenate importanti e sequenze di curve a medio-alta velocità dove i piloti dovranno trovare il giusto compromesso per settori così diversi tra loro.
Sicuramente una delle edizioni del GP Bahrain più rimasta impressa nella memoria di appassionati e addetti ai lavori è quella del 2020. Proprio sul tracciato di Sakhir, a causa di un contatto con l’AlphaTauri di Daniil Kvyat, la Haas di Romain Grosjean uscì di pista urtando, senza possibilità di altre manovre, le barriere di protezione. La VF-20 del francese si spezzò letteralmente in due parti, rimanendo incastrata nel guardrail, e venne avvolta dalle fiamme.
Ci vorranno ventotto secondi prima che Grosjean riesca a uscire, con le sue gambe, da quel che era rimasto della sua vettura, vivo. Il pilota venne subito trasportato in ospedale per i controlli necessari e, soprattutto, per medicare le ustioni alle mani e la distorsione alla caviglia.