La pausa estiva della F1 è terminata. Tre settimane di calma apparente durante le quali il lavoro dei team è comunque proseguito. Le fabbriche erano chiuse per 15 giorni. Tutto vero. Ciononostante, le scuderie hanno proseguito i loro compiti per non farsi trovare impreparati alla quindicesima tappa della campagna agonistica 2024. Il Circus sbarca in Olanda, su una pista molto tortuosa dove il rendimento nei tratti guidati sarà cruciale. I riscontri cronometrici dipenderanno in gran parte dalla capacità delle squadre nel trovare il giusto compromesso aero-meccanico. Attualmente le performance delle scuderie top sono molto simili e, proprio per questa ragione, la capacità di ottimizzare la vettura marca la differenza.
Le due classifiche iridate sono ancora in gioco. Per quanto riguarda quella piloti, il vantaggio di Max Verstappen è piuttosto considerevole. Sono infatti ben 78 le lunghezze che dividono il campione del mondo in carica dal secondo classificato Lando Norris. Mentre per i costruttori il distacco ammonta a 42 punti, troppo pochi per far dormire sogni tranquilli alla Red Bull. La scuderia di Milton Keynes ha sì due piloti, ma il deficitario rendimento di Sergio Perez sta complicando tremendamente le cose. Il messicano sta aiutando molto poco il suo team e pare difficile pensare che le cose cambieranno d’ora in avanti. Inoltre la squadra austriaca soffre diversi problemi.
Il più grande, quello che di fatto sta rallentando le prestazioni della RB20, si riferisce alla finestra di funzionamento della monoposto. Nonostante Red Bull continui a possedere la vettura con la maggiore efficienza aerodinamica, infatti, il vantaggio che potenzialmente ne deriva non è più stato sfruttato al meglio. Si veda il Belgio, dove la rimonta auspicata dell’olandese si è fermata alle spalle di Charles Leclerc. Tutto a vantaggio della McLaren, che con la MCL38 è in grado di offrire performance molto elevate, sia in configurazione di qualifica che la domenica in gara. Restano da ottimizzare i weekend però, perché avere a disposizione tante potenzialità e non sfruttarle significa, alla fine, perdere.
La scuderia di Woking ha studiato per cambiare marcia. Nuovo piano di aggiornamenti e tanta aggressività per attaccare sempre e comunque la Red Bull. Mossa per nutrire un chiaro e dichiarato obiettivo: vincere il mondiale costruttori. Anche Mercedes è presente. Le frecce d’argento hanno vinto 3 degli ultimi 4 Gran Premi. Un risultato sorprendente considerando l’inizio avaro di soddisfazioni, in cui la W15 pareva la brutta copia delle precedenti monoposto sfornate dalla fucina di Brackley. E la Ferrari? Per il Cavallino Rampante dobbiamo fare un discorso a parte, in quanto il teamdi Maranello ha smarrito il corretto punto di lavoro della monoposto dal Gran Premio di Spagna.
F1, Ferrari
Conosciamo molto bene la situazione tecnica della rossa. Una vettura, la SF-24, che ha subito una chiara involuzione dovuta all’ultimo pacchetto di aggiornamenti presentato in terra catalana: fondo, rifinitura alle pance e ala posteriore. La vera “colpevole” del blocco prestazionale è la macro-componente che si trova al di sotto dell’auto. Ci riferiamo naturalmente al pavimento della monoposto che, nella versione presentata in Spagna, ha creato una grossa instabilità di marcia. Grattacapi che sono stati in parte corretti con la “toppa ungherese”, una modifica all’estrattore che ha lenito però solo in parte il pompaggio aerodinamico. Inoltre, non vanno dimenticate le pance rovesciate.
Le “shark inlet“, installate sulla SF-24 nel maggio scorso a Imola, hanno deluso ampiamente. Dovevano liberare spazio utile nell’area del sottosquadro, favorire l’aumento dell’effetto outwash e gestire molto meglio le scie turbolente provocate dal rotolamento dello pneumatico. Un beneficio che però è rimasto solo sulla carta. La stessa Red Bull non ha fatto mistero che tale provvedimento tecnico abbia convinto davvero molto poco. Ferrari si trova in una sorta di impasse che di fatto ha stoppato la rincorsa verso la vetta. Un vero peccato, in quanto mancava davvero poco per raggiungere le prestazioni della RB20, sfidarla, batterla e mirare al mondiale costruttori.
Fonte: Getty ImagesCharles Leclerc (Scuderia Ferrari) in sella della SF-24 durante la qualifica del Gran Premio del Belgio 2024
Zandvoort è ormai alle porte. Ferrari ha studiato una particolare impostazione a livello sospensivo per massimizzare l’amministrazione delle altezze da terra. L’intenzione è quella di avere il massimo carico a disposizione senza incorrere nelle solite instabilità di marcia. La pista che sorge a pochi chilometri da Amsterdam presenta alcuni aspetti interessanti se osserviamo il suo layout: diverse curve rapide alle quali si combinano una lunga serie di pieghe più lente. Anche in questo caso, come per altri circuiti, sarà cruciale la transazione tra “high and low speed“. A livello aerodinamico, la rossa utilizzerà una configurazione da alto carico.
Va detto che che, sulla pista olandese, sarà molto importante il grado di efficienza delle monoposto. Aspetto sul quale la Ferrari non è preparata come Red Bull e McLaren. Le velocità di punta reciteranno un ruolo di primaria importanza. Ecco perché la rossa cerca una downforce efficiente. Per ottenerla i tecnici completeranno la spinta verticale installata sulla vettura tramite la beam-wing, appendice che potrebbe mostrarsi con un’impostazione inedita rispetto a a quelle osservate sino a questo momento. L’anteriore delle SF-24 è molto solido, anche troppo in determinate situazioni. Fattore che a Zandvoort dovrebbe favorire, in quanto l’eccesso di rotazione potrebbe combattere il sottosterzo che si genera tramite le pendenze di alcune curve a banking negativo.
Il grip sul front-end sarà un’arma importante che la scuderia italiana ha tutta l’intenzione di utilizzare. Tuttavia, dobbiamo fare un ragionamento su questo punto. Sebbene con l’impostazione da alto carico e conseguente campo di pressione arretrato Ferrari ha sempre reagito molto bene nel mondiale in corso, grazie a un compromesso meno complicato tra alte e basse velocità, resta da capire la bontà della trazione che la SF-24 riuscirà ad esprimere. Per qualità congenite, la SF-24ha sempre costruito un buon vantaggio nella prima metà della curva. Dll’ingresso sino all’apice, per intenderci. Caratteristica che in Olanda andrà sfruttata in maniera diversa però.
In questi casi si deve “sacrificare” l’ingresso per poi godere di cospicui vantaggi in fase di accelerazione, aspetto vitale per raggiungere riscontri cronometrici validi in terra olandese. Grazie alle informazioni raccolte dalla nostra redazione durante gli ultimi giorni, Ferrari ha svolto un preciso lavoro al simulatore driver-in-the-loop. Il target? “Costruire” un particolare handling per ottimizzare il rendimento della rossa, mettere in bella mostra i punti forti e “nascondere” quelli più deboli. Per farlo, è ovvio, la messa a punto e il relativo fine tuning dovranno essere ottimali. Un altro aspetto che senza dubbio va considerato assai importante riguarda l’utilizzo dei moto-generatori.
La parte ibrida della PU 077/12, infatti, verrà configurata per garantire un rilascio di energia (fase di scarica batteria) potente ma efficace in specifiche zone della pista. Per completare lo scritto facciamo due parole sul meteo. Le condizioni non dovrebbero essere delle migliori: possibilità di precipitazioni al venerdì, pioggia quasi certa al sabato, mentre la domenica dovrebbe splendere il sole. L’incertezza meteorologica porterà le scuderie ad un lavoro extra sulla gestione delle gomme. La finestra operativa delle Pirelli dovrà essere centrata in qualifica per accedere al massimo grip. Ferrarisembra aver fatto un passo avanti, di recente, su questo aspetto. Attendiamo conferme…