Finisce un’epoca ne comincia un’altra. La F.1 sarà ancora la stessa? A breve senza dubbio, non ci saranno cambiamenti epocali, ma l’uscita di Bernie Ecclestone dal vertice della FOM, la società che per conto del fondo CVC curava gli interessi della F.1 è un fatto storico e i nuovi padroni, rappresentati da Liberty Media, promettono di cambiare questo mondo fatto di cose note e altre nascoste. Il dubbio è che senza Bernie la F.1 perda tutto quello che ha costruito negli ultimi 40 anni è molto forte.
Il perché è presto detto. Ecclestone non era un presidente, ma un dittatore. Comandava lui e lo faceva con piglio deciso. È uno che sa tutto di tutti e quando chiede una cosa va fatta, senza indugi. E’ un lavoratore instancabile, uno che alle tre di notte chiamava la gente in pista chiedendo il perché a certa gente era stato dato un pass e per quale motivo, diceva a chi girarlo e a chi negarlo. Conosceva i suoi interlocutori e trovava sempre il modo di giungere a un accordo valido per tutti. Nascondendo sempre la clausola a suo vantaggio.
Si narra di quando, venditore di auto, riuscì a vendere una sportiva senza motore. La leggenda narra che nel contratto non fosse specificato che il propulsore facesse parte della vettura e doveva essere pagato a parte. Si narra anche che la sua ricchezza fosse nata dopo la celebre rapina al treno, dove un pilota esperto permise alla banda di seminare la polizia dopo il colpo. Leggende e storie che il buon Bernie ha sempre lasciato correre, in fondo facevano aumentare la statura del personaggio.
Ecclestone conosce a menadito i suoi polli, sa tutto dei team manager, degli sponsor, dei piloti. Ha gestito questo mondo spostando gente a piacimento. L’arrivo di Schumacher e dello staff Benetton alla Ferrari avvenne anche grazie alla sua lungimiranza. La rossa non vinceva da decenni, un affronto per la F.1, bisognava correre ai ripari. E Bernie lo fece nel modo migliore, facendo nascere la leggenda. E si potrebbe andare avanti ancora con innumerevoli esempi.
Ecclestone aveva capito l’importanza della televisione, al punto che le trattative con le varie TV nazionali le gestiva in prima persona. Capì che c’era il modo di beccare dei soldi e lo fece girando parte della torta alle squadre. Da qui la nascita della F.1 moderna che dispensava quattrini a tutti, facendolo arricchire in maniera smisurata. Ma la base del lavoro di Ecclestone ha sempre avuto un nome e cognome e si chiama passione per le corse.
Ha cominciato con le moto, si è rotto qualche osso ed è passato alle auto, tentò anche una qualificazione F.1 a un GP di Montecarlo. La fallì e capì che gli veniva meglio fare il manager che il pilota, conoscendo però la mentalità del pilota, cosa che lo ha aiutato a sviluppare il senso per la qualità di guida di tizio invece di caio. E sempre con questa passione, e l’istinto per gli affari, ha fatto crescere la F.1 facendola diventare lo sport più popolare dopo i mondiali di calcio o le olimpiadi, che si tengono ogni 4 anni mentre il mondiale si disputa tutti gli anni.
Ha interloquito con presidenti, capi di stato, dittatori e industriali, ha portato a casa soldi, riconoscimenti e progetti futuri. E se si pensa che ha 86 anni ed è ancora lucido, con una visione generale di ciò che deve essere la F.1, diventa incredibile che oggi si possa pensare a una sua fuoriuscita “Mi hanno proposto un ruolo marginale, dopo anni al vertice non potevo accettarlo, mi hanno licenziato” ha commentato secco.
Vero o falso che sia, la vera colpa e pregio di Ecclestone è che non ha fatto crescere nessuno in grado di sostituirlo al vertice, tutti coloro che gli erano nell’orbita sono stati eliminati. Pensate a Briatore, Dennis o altri nomi ancora. Il business F.1 era ed è Bernie Ecclestone. E di fronte al crescere degli interessi delle Case auto, che gli hanno parzialmente tolto di mano il timone, adesso si presenta un futuro cupo. Fatto di gente inesperta e con una mentalità americana alla Liberty Media che non hanno idea di cosa sia l’ambiente, cosa vogliono i tifosi, vedono la F,1 solo come modo per fare business, prendendo soldi e cedendo alle squadre quote più generose.
Il dubbio sul futuro è enorme perché il dopo Ecclestone non sarà facile, si pensi solo ai piccoli particolari che muovono il mondo dei GP, alle 3 mila persone che operano a livello di TV, di staff e altro ancora. Non si può pensare si subentrare a un business così complicato, dalle mille sfaccettature senza correre il rischio di sbagliare e con la crisi di immagine e popolarità della F.1 potrebbe essere la mazzata finale. Tutto ha un inizio e una fine, era nella logica delle cose e spiace che sia arrivato il momento, ma alla fine della storia, l’unico che ha ancora una visione, una capacità di analisi e voglia di fare resta ancora Bernie Ecclestone, il padre della F.1.
Bernie Ecclestone – l’infografica
Infografica: https://www.stampaprint.net/it/