Per la Ferrari essere riuscita ad assicurarsi un personaggio come Lewis Hamilton a partire dalla stagione 2025 di F1 è sicuramente un vantaggio. Non solo dal punto di vista sportivo ma anche commerciale. Reduce da due stagioni incolore, dove la Mercedes è stata (esattamente come la Ferrari) letteralmente surclassata dallo strapotere Red Bull, l’inglese era alla ricerca di nuovi stimoli.
Anche se, va detto per correttezza, uno dei motivi principali che ha spinto Hamilton nelle braccia del Cavallino Rampante è stata proprio la mancata volontà della scuderia tedesca di continuare a investire sul sette volte Campione del Mondo di F1.
Qui, i soldi non c’entrano nel modo più assoluto. Hamilton è uno dei piloti più ricchi della F1 e, per andare avanti, non aveva di certo bisogno dello stipendio che gli ha offerto la Ferrari. A convincere l’inglese a guardarsi attorno è stato il contratto che ha firmato con la Mercedes, proprio lo scorso settembre.
Lewis avrebbe voluto un accordo di tre anni e un ruolo da ambasciatore per il futuro. La Mercedes, invece, gli ha offerto un solo anno più un eventuale opzione per il 2025 e nessun ruolo da ambasciatore. La verità è che la Ferrari voleva Hamilton semplicemente più della Mercedes, anche alla veneranda età di anni 40. Ma per il pilota 39enne non sarà una passeggiata e se sarà una scommessa vincente sarà la pista a decretarlo.
Il desiderio, nemmeno troppo velato, della dirigenza
Lewis Hamilton al volante della Ferrari è da sempre stato un pallino di John Elkann. Un matrimonio desiderato, da anni, che però non ha mai trovato il momento giusto per concretizzarsi. Le tempistiche hanno cominciato a giocare a favore del Cavallino Rampante proprio in occasione delle conversazioni tra l’inglese e il boss della Mercedes, Toto Wolff, per il rinnovo contrattuale e che hanno inevitabilmente portato a un raffreddamento dei rapporti tra i due.
Esattamente come un leone ben mimetizzato nella Savana, John Elkann, dopo alcuni tentativi andati male, avrebbe messo nel mirino la sua preda più ambita. Il Presidente della Rossa ha condotto la trattativa in prima persona ed è riuscito a trovare uno spiraglio di luce per realizzare il suo sogno di veder correre Lewis Hamilton su una Ferrari. In un certo senso potremmo dire che John Elkann abbia voluto provare a emulare il nonno, Gianni Agnelli. Beh, ovviamente ci sono delle differenze, ma facciamo un passo indietro.
Torniamo per un attimo al 1996, il giorno della presentazione della Ferrari. Quell’anno il Cavallino Rampante decise di affidarsi a un certo Michael Schumacher e ad Eddie Irvine. Proprio il tedesco, già due volte Campione del Mondo con la Benetton, era il pallino di Gianni Agnelli. L’imprenditore italiano era riuscito a strappare Schumacher a Briatore solo un paio di mesi prima e, in occasione della presentazione della F310, disse: “Finora vi ho dato tutto quello che mi avete chiesto. Adesso vi porto l’unico tassello che mancava: il miglior pilota del mondo. Non ci sono scuse!“. Dopo tre stagioni difficili e una gamba rotta, nel 1999, che ha obbligato Schumacher a mancare ad alcuni GP quell’anno, proprio quel tedesco aprì un ciclo vincente per la Ferrari dove si rivelò veramente imbattibile.
Bisogna dire le cose come stanno: nonostante in queste ultime due stagioni non sia riuscito a vincere il campionato, Hamilton (e vorrei sottolineare il fatto che io non sia sua tifosa, eh…) continua a essere il miglior pilota in pista. Anche se è altamente probabile che Max Verstappen batterà ancora molti altri record e magari, un giorno, sarà il pilota più vincente della F1, l’inglese ha ancora fame di vittorie e, sebbene non lo dica apertamente, si sogna sicuramente giorno e notte quell’ottavo titolo Mondiale del quale è stato barbaramente privato nel 2021.
Hamilton sulla Ferrari per chiudere il ciclo
Il pilota più vincente di sempre in F1 (e con più tifosi al mondo), sulla vettura più amata di sempre (e con più tifosi al mondo). Sulla carta, apparentemente, si potrebbe parlare di scommessa già vinta ma, per comprendere appieno i motivi che hanno spinto Hamilton ad accettare la corte della Ferrari, bisogna partire da più lontano.
Negli anni passati il sette volte Campione del Mondo di F1 non ha mai nascosto una certa attrazione nei confronti della Rossa. Il 39enne è un grande appassionato di motori. E nonostante sia da sempre legato alla Mercedes (anche alle vetture stradali), non ha mai fatto mistero di possedere nel suo garage altre supercar, tra cui le Ferrari.
Approdare in quel di Maranello ed essere finalmente un pilota ufficiale del Cavallino Rampante è veramente il sogno di una vita per Lewis Hamilton. Il pilota nativo di Stevenage infatti, unendosi alla Rossa ha realizzato uno dei suoi sogni d’infanzia per chiudere il cerchio di una carriera fantastica.
Vietato pensare che l’attuale pilota della Mercedes abbia accettato la corte della Ferrari come una sorte di pre-pensionamento. Sono pronta a scommettere che Hamilton non abbia accettato un ruolo da seconda guida. Proverà a riportare il titolo piloti a Maranello, che manca dal 2007, con l’intento di aiutare il Cavallino Rampante a uscire da anni deludenti e frustranti. Anche se vincere con la Rossa, di fatto, farebbe entrare l’inglese definitivamente nella leggenda di questo sport il vero obiettivo di Sir Lewis potrebbe essere quello di replicare le gesta di Niki Lauda, suo mentore e unico pilota capace di vincere il Mondiale sia con la McLaren (Hamilton lo ha già ottenuto nel 2008) che con la Ferrari.
Operazione non solo tecnica
Definito da Forbes come la “risorsa più commerciabile della F1” non si può nascondere che il passaggio di Lewis Hamilton alla Ferrari abbia anche un importante e remunerativo risvolto imprenditoriale (e non solamente tecnico). Quando la notizia del passaggio dell’inglese alla Rossa non era ancora stata ufficializzata, le azioni della Ferrari sono salite in maniera esponenziale garantendo all’azienda italiana un ritorno di circa 7 miliardi di euro.
Nel 2023, nonostante i risultati non proprio brillanti della pista, la Ferrari ha registrato un fatturato di 6,4 miliardi di dollari e, secondo quanto riferito, un terzo dell’importo proverrebbe dal merchandise. Che include non solo prodotti come magliette e cappellini e ma anche modelli in scala sia delle auto di F1 sia delle stradali. Ma il vero obiettivo della Ferrari è quello di ampliare le proprie attività legate al lifestyle. E sotto questo punto di vista, Hamilton è, sicuramente, l’uomo giusto per la Rossa.
Fonte: Getty ImagesDifficile pensare che Hamilton, già ambassador di alcune aziende, possa non portare benefici alla Ferrari sotto questo punto di vista
E, con questa prerogativa, nessuno potrebbe aiutare maggiormente la Ferrari se non il sette volte Campione del Mondo di F1. Il 39enne è una vera star. Frequenta il jet set americano, ha avuto fidanzate famose, è attento alla moda e, in certe occasioni, abbandona i panni del pilota per entrare in quelle di modello. Ospite fisso delle sfilate, è sempre particolarmente attento alle tematiche sociali tanto da essere arrivato a fondare un proprio progetto benefico, la fondazione Mission 44, dal suo numero di gara. Tutte cose che piacciono molto ad Elkann e che, infatti, ha voluto fortemente Hamilton avendo individuato nell’inglese non solo un pilota di talento (nonostante l’età) ma anche in qualità di perfetto ambasciatore del marchio.
Non a caso, l’azienda italiana proprio nello scorso mese di giugno, ha lanciato la sua prima collezione di abbigliamento di lusso sotto la direzione creativa dello stilista Rocco Iannone. Difficile pensare che un personaggio come Hamilton, già ambassador di diverse aziende di moda e ospite fisso alle sfilate, non possa portare ulteriore beneficio grazie al suo arrivo in quel di Maranello, supportando le attività extra pista del Cavallino.