Ross Brawn è stato invitato a partecipare alle discussioni circa i nuovi regolamenti e il futuro della Formula 1, ma l’ex team manager britannico ha rifiutato l’offerta. A rivelarlo lo stesso Brawn, nel suo nuovo libro, Total Competition: Lessons in strategy from Formula 1, scritto a quattro mani con Adam Parr.
Il motivo di questo rifiuto? «Una proposta del genere implica il coinvolgimento nei giochi di potere della Formula 1 – scrive Brawn -. Se qualcuno mi avesse proposto di collaborare a livello ingegneristico, sarei stato tentato; l’offerta ricevuta, però, riguardava la parte che mi piaceva meno del mio lavoro».
Questa proposta è arrivata dopo l’addio di Brawn alla Mercedes, al termine della stagione 2013. Il motivo di questa scelta è da ricercarsi nella mancanza di fiducia nei confronti dei dirigenti della scuderia di Brackley: Brawn punta chiaramente il dito contro Toto Wolff e Niki Lauda.
«Avevo a che fare con persone all’interno del team di cui non mi potevo fidare e che mi avevano deluso per il loro atteggiamento – rivela Brawn -. All’inizio del 2013, scoprii che Paddy Lowe aveva firmato un contratto con il team; quando chiesi spiegazioni a Toto e Niki, si accusarono vicendevolmente. Non avevo idea di cosa stessero cercando di fare; Niki mi diceva una cosa, e venivo a sapere da altri versioni diverse». Una stoccata forte, quella ai danni di Wolff e Lauda.
Le rivelazioni di Brawn non finiscono qui: l’inglese, infatti, svela di aver ricevuto un’offerta di un posto nel consiglio di amministrazione della Ferrari, prima dell’uscita di scena di Luca Cordero di Montezemolo. «Ho tergiversato – racconta Brawn – ma Montezemolo ha finito per avere problemi con Marchionne e l’ipotesi non si è mai concretizzata».