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F1, 5 cose che non sai su Sergio Perez

Dic 17, 2023

Il campionato 2023 di F1 è stata in assoluto la miglior stagione di Sergio Perez nella massima serie automobilistica. Anche se la matematica non è un’opinione, andando a comparare i risultati ottenuti dal messicano con quelli del suo compagno di squadra…qualche dubbio è pur lecito averlo.

Checo ha chiuso il Mondiale al secondo posto, si è aggiudicato il titolo di vice campione del mondo grazie ai suoi 285 punti. Doppiato, di cinque lunghezze, da quel fenomeno che porta il nome di Max Verstappen e che, con Perez, condivide il box della Red Bull.

Classe ’90 con 260 GP al suo attivo, il pilota messicano è nel fiore della carriera. Ormai Checo è un veterano nella massima serie automobilistica e, a differenza del suo compagno di squadra che non ama in modo eccessivo i social, il messicano e la sua famiglia sono soliti condividere con gli appassionati tanti momenti, anche i più personali.

Idolo assoluto in pista per i messicani, marito e padre amorevole lontano dall’asfalto (nonostante qualche sgarro alcolico, vedi il post vittoria a Monaco). Ma bando alle ciance e andiamo a scoprire 5 curiosità e segreti sull’attuale vice campione del Mondo della stagione 2023 di F1. Signore e signori ecco a voi Sergio Perez.

Il perché del numero 11

Dietro alla scelta dei numeri con cui gareggiare da parte dei piloti si nasconde sempre una storia. E lo stesso vale anche per Sergio Perez. Il pilota della Red Bull, ormai dal lontano 2014, prende parte ai GP di F1 col numero 11. E il motivo è da ricercarsi nella sua infanzia. Oltre ai motori, il messicano è anche un grandissimo appassionato di calcio (come vedremo successivamente) e in particolare nutre un entusiasmo speciale per Ivan Zamorano. L’attaccante cileno, che ha militato nel club America quando Perez correva nei kart, indossava la maglia numero 11.

Nonostante i pochi successi ottenuti con l’Inter, al momento del passaggio nella società di Città del Messico, Zamorano è entrato subito nel cuore di Sergio Perez che, proprio quell’anno (2001), vinceva il suo primo campionato sui kart 125cc. E da quel momento il pilota della Red Bull è rimasto particolarmente legato al numero 11.

“Piano B”

Tutti sappiamo quanto difficile possa essere riuscire a sfondare negli sport motoristici. Ancora di più per tutti quei bambini e ragazzini che partono dal Sudamerica e arrivano in Europa alla ricerca di un’opportunità. A Sergio Perez è andata bene. Fin dalle formule inferiori è riuscito a farsi conoscere e apprezzare e nel giro di pochissimi anni è diventato uno dei piloti sudamericani più amati del panorama motoristico. Eppure, se non fosse riuscito a correre in F1, l’attuale pilota della Red Bull avrebbe fatto tutt’altro nella vita.

In occasione di un’intervista rilasciata al podcast The Edge, Perez ha confessato che se non fosse diventato un pilota con ogni probabilità avrebbe rincorso la carriera da avvocato o da banchiere. Due mestieri che poco (e nulla) hanno a che vedere con quello attuale del messicano. Anche se Checo non è della stessa opinione.

Perez, infatti, ammise che l’essere un pilota di F1 ha molti punti in comune con un avvocato o un banchiere: uno su tutti, l’adrenalina. Secondo quanto ammesso dal messicano ha lasciato intendere che gli sarebbe piaciuto lavorare nell’ambiente legale legato però in qualche modo al mondo dello sport, magari come una specie di “manager”. Perez, quindi, non desiderava diventare un semplice avvocato penalista o civilista.

Ayrton Senna, il suo ispiratore

Vietato chiamarlo idolo. Sergio Perez non ha mai nascosto, a differenza dei suoi colleghi, di non avere idoli. Il messicano ha lasciato intendere di non avere un vero e proprio modello al quale ispirarsi ma preferisce guardare con ammirazione alle persone che riescono ad avere successo nel lavoro o nella vita privata. Nonostante ciò, se proprio dobbiamo fare un nome, il pilota della Red Bull ha sottolineato che il pilota che maggiormente ha nel cuore è Ayrton Senna.

Quando il tre volte Campione del Mondo di F1 è tragicamente morto in occasione del GP San Marino 1994, Checo aveva appena quattro anni. In particolar modo di Senna, Perez non ha mai nascosto di apprezzare l’indiscutibile e naturale velocità della quale disponeva, il fatto di non arrendersi mai davanti alle avversità e la sua completa dedizione al lavoro di pilota di F1 che gli imponeva di spremere anche l’ultima goccia di sudore per portare la sua vettura al massimo livello possibile.

Ha una fondazione a suo nome

Proprio in occasione della sua seconda stagione nella massima serie automobilistica, nel 2012 Sergio Perez ha fondato la Checo Perez Foundation. Situata a Guadalajara, città natale dell’attuale pilota della Red Bull, è stata creata con l’obiettivo di aiutare le persone svantaggiate del Messico, con uno sguardo di riguardo al mondo dell’infanzia.
Uno dei progetti più importanti portati avanti dalla Checo Perez Foundation è sicuramente quello che ha come obiettivo la tutela degli orfani e dei bambini malati di cancro e dall’anno della sua creazione, ha fatto la differenza nella vita di milioni di persone.

Proprio a Guadalajara, con l’aiuto del Segretario per lo Sviluppo e l’Integrazione Sociale messicano, la fondazione ha aperto un centro di stimolazione multisensoriale per aiutare i bambini con disabilità dove al suo interno sono custodite attrezzature speciali per stimolare i sensi e le capacità intrinseche dei più piccoli che, utilizzandole, hanno visto crescere notevolmente le loro proprietà fisiche e intellettuali con un importante miglioramento della qualità della vita.

Anche il calcio è una delle sue passioni

Come abbiamo detto all’inizio, Sergio Perez non è solo un grande appassionato di motori. Checo è nato nella città messicana centro-occidentale di Guadalajara, sede di due importanti squadre di calcio: l’Atlas FC e il Club Deportivo Guadalajara, meglio noto col nome di Chivas. Quello che in pochi sanno è che il pilota della Red Bull, nonostante la sua passione calcistica, non è tifoso di nessuna delle due società.

Checo è un grandissimo fan del Club América di Città del Messico, squadra che segue fin dalla più tenera età e passione che condivide col fratello Antonio Perez. Eppure, anche se non si trova sicuramente al primo posto nel suo cuore, il pilota messicano segue anche da vicino anche le partite dei LA Galaxy, squadra nella quale gioca il suo amico Javier Hernandez.
E in un certo senso potremmo dire che la carriera di Checo e quello del Chicharito per un certo verso hanno sempre viaggiato parallelamente su due binari distinti: quando Perez ha cominciato la sua avventura in F1; Hernandez ha lasciato il Messico per trasferirsi al Manchester United.

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