ROMA – Si complica ulteriormente la partita per il futuro dell’ex Ilva di Taranto. In Parlamento saltano infatti gli emendamenti della discordia che avrebbero re-introdotto lo scudo penale per i vertici di ArcelorMittal impegnati nel piano ambientale concordato con i commissari. Intanto slitta il ricorso cautelare con il quale proprio i commissari vorrebbero stoppare il recesso della multinazionale, che sta abbandonando lo stabilimento tarantino.
Dl Fiscale, saltano gli emendamenti per la tutela legale
Nell’ambito della conversione del decreto fiscale, erano arrivate proposte di modifica per ripristinare lo scudo legale per l’acquirente franco-indiana. Proprio quelle tutele che erano state, dopo numerosi giri di valzer, eliminate dal govern Conte bis dando il “là” allo strappo di ArcelorMittal.
Italia Viva e Fi hanno presentato emendamenti in tal senso, il Pd era rimasto alla finestra dando il proprio appoggio all’idea ma senza passare ad atti concreti in tal senso. Sullo scudo si è infine consumato lo strappo tra il premier Conte e il M5s, in una infuocata riunione con gli eletti grillini più vicini al territorio pugliese.
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Oggi l’ennesima svolta, che rimescola ancora le carte: stop agli emendamenti al dl fiscale. La commissione Bilancio della Camera li ha rigettati per estraneità di materia. Le forze politiche ora possono fare ricorso: l’esito dovrebbe arrivare in giornata. Sia l’emendamento di FI sia quello di Iv chiedevano la reintroduzione dell’esonero “da responsabilità penale e amministrativa per le condotte di attuazione del Piano ambientale di Ilva”.
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Anche in Tribunale è ancora stallo
E non sarà presentato nemmeno oggi al Tribunale di Milano il ricorso cautelare urgente, ai sensi dell’articolo 700 del Codice di procedura civile, con cui i commissari di Ilva in amministrazione straordinaria puntano a stoppare sia il recesso della multinazionale ArcelorMittal dal gruppo ex Ilva, sia le conseguenze che questo addio determina, su stabilimenti, impianti e dipendenti.
L’agenzia d’informazione Agi – che dà la notizia – spiega che la messa a punto del ricorso cautelare, una operazione complessa, richederà qualche altro giorno ancora. Poi, mediamente, nel giro di una decina di giorni dal deposito, il ricorso cautelare urgente dovrebbe essere esaminato dal Tribunale.
Oggi, però, i legali di Ilva in amministrazione straordinaria presenteranno a Taranto, all’autorità giudiziaria, l’analisi di rischio per l’Altoforno 2. E’ l’impianto oggetto di conflitto con ArcelorMittal che necessita di ulteriori lavori di messa a norma e di sicurezza dopo quelli già fatti a seguito dell’incidente mortale di giugno 2015 nel quale perse la vita l’operaio Alessandro Morricella, investito da un getto di ghisa (l’uomo ne stava controllando la temperatura).
Il deposito dell’analisi di rischio oggi è il primo passaggio fissato dall’autorita giudiziaria. Entro dieci giorni poi Ilva in amministrazione straordinaria presenterà sempre alla magistratura i progetti specifici, i relativi ordini per i lavori all’impianto e le nuove macchine da installare sull’altoforno.
Sarà invece chiesta prossimamente una proroga per un’altra scadenza tecnica, anch’essa fissata dalla magistratura per l’altoforno al 13 dicembre. Sulla questione Altoforno 2, venerdì sera a Taranto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha avuto un colloquio col procuratore capo di Taranto, Capristo, in Prefettura.
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