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Ex Ilva, lettera a Conte dai Genitori Tarantini: “Il debito che lo Stato ha con Taranto non si salda con un’elemosina”

Gen 19, 2020

“Se è nelle intenzioni del primo ministro concedere al territorio tarantino solo qualche briciola di quanto dovuto pur di continuare a favorire la produzione inquinante, è meglio che resti nelle stanze di Palazzo Chigi”. Così Genitori Tarantini, una delle associazioni che chiedono la chiusura dell’ex Ilva, ora ArcelorMittal, sulla possibilità che Conte sia a Taranto entro fine mese per illustrare i contenuti del decreto Cantiere Taranto che il governo si accinge ad approvare. Sarebbe la terza visita di Conte a Taranto in tre mesi, dopo quelle dei primi di novembre e della vigilia di Natale.

E la richiesta di chiudere l’area a caldo del siderurgico, la più impattante ambientalmente – quella che, tra l’altro, comprende cokerie, altiforni e acciaierie – viene ora rilanciata al premier. Per Genitori Tarantini, “il debito che lo Stato italiano ha accumulato nei confronti della comunità tarantina è tale che nessuna elemosina debba essere proposta. Nessun piano o tavolo istituzionale può prescindere dalla chiusura della fuorilegge area a caldo. E’ tempo che la giustizia torni a essere uguale per tutti, a Genova come a Trieste e come a Taranto. Riteniamo offensivo anche l’intervento economico previsto dalla Comunità europea per la trasformazione della produzione del sito tarantino, ricordando che proprio dall’Europa arrivò, qualche anno fa, una legge sovranazionale che intimava agli inquinatori il pagamento dei danni provocati”.

Per l’associazione, infine, “le scelte di questo governo, supportato dall’Europa, segneranno, nel prossimo futuro, il destino di Taranto. Viste le premesse, toccherà a questa nostra terra – si rileva – contare ancora un insopportabile numero di morti e malattie”.

L’associazione rammenta infine di aver già avuto un confronto col premier a novembre: “Durante la sua prima visita, come associazione Genitori Tarantini lo intercettammo nel piazzale antistante la portineria D dell’ex Ilva per ricordargli due articoli della Costituzione italiana, il 32 sulla salute e il 41 sull’iniziativa economica privata, che, a parere nostro, confortato anche dall’Avvocatura di Stato, venivano costantemente disattesi a Taranto”.

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