• 22 Dicembre 2025 15:41

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Ex Ilva, ecco come può cambiare il piano per l’acciaieria di Taranto

Nov 22, 2019

ServizioServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùil confronto governo-mittal

La multinazionale apre: fiduciosi in progressi per la soluzione. Conte: svolta sulla decarbonizzazione

di Carmine Fotina e Manuela Perrone

22 novembre 2019


Conte: “Pronti a negoziare se Mittal ritira atto dismissione”

3′ di lettura

Da ArcelorMittal arriva la prima apertura ufficiale per un’intesa con il Governo sull’ex Ilva. «Speriamo che l’incontro offra l’opportunità di fare buoni progressi nella ricerca della soluzione», sottolinea la multinazionale alla vigilia del vertice di venerdì pomeriggio a Palazzo Chigi con il premier Giuseppe Conte, il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e il titolare dello Sviluppo Stefano Patuanelli.

L’azienda si dice fiduciosa: «Sarà un incontro, certo non conclusivo, ma molto importante». Lo stesso Conte ha lasciato intendere che questo nuovo round non sarà risolutivo. Ma è probabile che prosegua con uno o più tavoli tecnici per definire i dettagli del possibile accordo. «È chiaro – afferma il colosso siderurgico – che per consentire all’Ilva di continuare a operare sarà necessario concordare un nuovo piano per la produzione di acciaio che sia accettabile per tutti gli stakeholder».

Proprio questo punto – oltre al ripristino dell’immunità legale e a una soluzione per l’Altoforno 2, la cui importanza è stata ribadita anche ieri dall’azienda – è centrale nel confronto. Secondo fonti governative, il contratto con ArcelorMittal è in effetti modificabile nella parte relativa al piano industriale. L’articolo 13 prevede che «in presenza di scostamenti significativi della situazione economica e di mercato» (non a caso Conte ieri ha parlato di «sopravvenienze dimostrate» come condizione per discutere una revisione) possano essere modificati «gli investimenti e l’assetto industriale previsti» dal piano. Ma con il «mantenimento dei livelli occupazionali». L’Esecutivo potrebbe quindi aprire a variazioni temporanee dei livelli produttivi (rispetto ai 6 milioni di tonnellate fissati la produzione è già scesa a 4,5 milioni) ma senza accettare che gli esuberi dichiarati da Mittal siano strutturali. Si continua dunque a parlare di cassa integrazione e per una platea di 2-2.500 lavoratori (in manovra potrebbe entrare il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali per tutte le aree di crisi complessa, compresa quella di Taranto)

Un altro tassello della revisione del piano riguarda le bonifiche, con possibile defiscalizzazione degli investimenti, e gli impegni prospettici sull’area a caldo. «Questa è un’occasione per avviare un processo di decarbonizzazione e rilanciare lo sviluppo di Taranto», ha affermato ieri Conte. L’area a caldo potrebbe essere ridimensionata nei prossimi anni, quando progetti pilota per l’utilizzo del gas o dell’idrogeno saranno maturi per trasformarsi in capacità produttiva alternativa al ciclo integrale.

La riduzione progressiva dell’uso del carbone da inserire nel nuovo piano industriale sarebbe anche il veicolo per rendere più digeribile ai parlamentari 5 Stelle la proposta di un decreto per ripristinare l’immunità legale. Lo stesso Luigi Di Maio non ha chiuso: «Nel nostro codice penale lo scudo generalizzato esiste già. Se vogliamo scrivere di nuovo la stessa norma, possiamo fare un esercizio di stile». La strada di cui si discute da giorni, del resto, è proprio quella di una norma interpretativa.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close