Poco hanno a che fare per molti italiani certe società, con il mondo automotive. Eppure una volta era così semplice, anche per l’italiano medio in pausa lavoro al bar. Si spostano gli “equilibri nella galassia Fiat, nelle società degli Angelli, nella IFI” bastava sentir dire. Beh, oggi, per farla breve, il presidente Exor (sinteticamente l’evoluzione IFI) John Elkann, parla di un piano dove “loro” mantengono il controllo su Cnhi e sulla nuova società fatta da sole Iveco e Fpt, che nascerà nel 2021.

A livello finanziario uno scorporo che tra meno di due anni darà un’azione della nuova società per ogni azione Cnhi posseduta. Semplice no? Ma a monte cosa si è pensato? Separare, nel gran calderone, le attività di settori agricolo e difesa (Case Ih, New Holland agriculture, Steyr, Case, New Holland Construction, Astra, Magirus, Iveco defence Vehicles) da quanto viaggia puramente sulla strada (“on-Highway” ovvero Iveco, Iveco Bus, Heuliez bus e Fpt industrial). La quotazione separata in Borsa e il cambiamento di gestione, con investimenti, si prevede generi aumento di fatturato complessivo dei due elementi. Iveco e la parte motori Fiat (FPT) quotate insieme a Wall Strreet come Cnh e come Cnh la sede legale resta Amsterdam, quella fiscale in UK. Dopo l’annuncio i mercati finanziari non hanno visto particolari scossoni, sui titoli.

Se da un lato si parla di nuovi Camion a idrogeno, con motore elettrico, la strategia “Transform 2 win” genera però qualche timore per la ristrutturazione detta mirata che ne conseguirà, dato che in Italia Iveco e Fpt (motori e cambi Fiat) coinvolgono circa 11.500 dipendenti.