• 26 Novembre 2024 16:28

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Evasione e lavoro nero in calo, tranne che in Molise

Ott 19, 2024

AGI – La dimensione dell’economia “non osservata”, ossia quella in nero, è diminuita in tutte le regioni d’Italia, a eccezione del Molise. Lo sostengono gli artigiani di Mestre che ricordano come sia composta dalla sottodichiarazione, dal lavoro irregolare e dalle altre attività non dichiarate. Secondo i dati della Cgia, vi sono anche due modi di valutazione: i calcoli fanno emergere che l’illegalità è al top in Calabria per propensione e in Lombardia per impatto. A livello regionale dagli ultimi dati disponibili, riferiti al 2021 emerge che, in valore assoluto, le contrazioni più importanti hanno riguardato il Lazio con -2,2 miliardi di euro, la Lombardia -1,9 miliardi, la Campania con -1 miliardo e la Toscana con -943 milioni di euro.

Per gli artigiani di Mestre l’impatto più elevato dell’economia non osservata si registra in Lombardia con 31,3 miliardi di euro. Segue il Lazio con 20,9, la Campania con 18, il Veneto con 15 e l’Emilia Romagna con 14,8 Diversamente, se si prende come parametro di riferimento l’incidenza percentuale di questa piaga sociale ed economica sul valore aggiunto regionale (praticamente il Pil), la realtà più interessata è la Calabria con il 19,2 per cento. Seguono la Campania con il 18, la Puglia con il 17,6, la Sicilia con il 17,3, la Sardegna e il Molise entrambe con il 16,3.

Anche la stima dell’evasione fiscale, intesa questa volta come imposte tasse e contributi non pagati, è in calo. Secondo i dati del Mef, ricorda la Cgia, nel 2021 (ultimo dato disponibile) l’evasione tributaria e contributiva presente in Italia è scesa a 82,4 miliardi di euro, di cui 72 riconducibili alle entrate tributarie e 10,4 ai contributi. Va segnalato che il dato complessivo rispetto al 2019 è diminuito di ben 17,8 miliardi (-17,8 per cento).

Compliance, fatturazione elettronica, split payment e reverse charge garantiscono più gettito. E per contrastare maggiormente l’evasione secondo la Cgia bisogna continuare nella diminuzione del carico fiscale complessivo ed essere inflessibili con chi è completamente sconosciuto al fisco. “Nel frattempo, riteniamo che per ridurre l’infedeltà fiscale e allinearci agli standard dei paesi europei meno interessati da questo fenomeno sia auspicabile mettere a punto in tempi rapidi un fisco meno aggressivo, più semplice, più trasparente e più equo, premiando chi produce, chi crea occupazione e genera ricchezza. Garantendo, allo stesso tempo, un gettito sufficiente a far funzionare la macchina dello Stato e per aiutare chi si trova in difficoltà”.

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