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Eva Maria, la ragazza che portò un violino ad Auschwitz: così la musica sopravvive all’orrore

Gen 23, 2018

arrivare su un pezzo di carta il disegno di un rigo musicale con una breve melodia e una scritta “Der Musik macht frei”. Eva Maria lo incolla all’interno della cassa armonica del suo strumento con sopra incisa una stella di Davide.

Ma un giorno il violino si rompe ed Eva Maria viene rimandata con le detenute comuni. Senza più musica, si lascia morire e, il 6 giugno 1944, il suo cadavere viene bruciato nei forni. Il fratello invece si salva e recupera il violino. Tornato a casa, dopo parecchio tempo lo affida a un liutaio per farlo riparare. Ma non torna a prenderlo. Dall’oblio lo recupera nel 2014 un collezionista di strumenti musicali, l’ingegnere Carlo Alberto Carutti. Lo pesca a Torino, nel negozio di un antiquario in via San Francesco da Paola. Lo trova talmente bello che gli sembra finto, dice.

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