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Europa: il 2017 inizia bene, mercato a +10,1%

Feb 16, 2017
Europa: il 2017 inizia bene, mercato a +10,1%

Sarà pure in crisi politicamente, ma per quanto riguarda il settore dell’auto l’Europa procede a passo sicuro: il 2017 è partito con un tasso di incremento delle vendite a doppia cifra, grazie a quanto accaduto in ben 21 nazioni (che corrispondono al 74% del totale).

Crescono i major market, Italia compresa, mettendo a segno il 39° mese di rialzo degli ultimi 41; il nostro Paese torna terzo per volumi complessivi, scavalcando la Francia.

Secondo i dati comunicati dall’Acea, le immatricolazioni a gennaio 2017 sono state 1.203.958, in aumento del 10,1% rispetto a 1.093.878 del 2016. In base a queste cifre, la stessa Associazione dei Costruttori europei, oggi si sbilancia a prevedere per l’Europa dei 28 una chiusura del mercato auto del 2017 in crescita dell’1%.

Tra i produttori, conferma al primo posto per VW che replica il 24,1% di un anno fa; al secondo posto,sempre PSA al 10,3% (era al 10,6) ed al terzo Renault stabile al 9,1%; da rilevare che FCA conquista la quarta piazza, al 7,1% del mercato, superando Ford per poco più di dieci (!) vetture, su un totale di oltre 82.000 per ciascun brand.

Germania

Se il 2016 si era chiuso con 3.351.607 immatricolazioni, in crescita del 4,5% sul 2015, gennaio 2017, ha archiviato 241.399 nuove autovetture, che significano una crescita del 10,5% rispetto alle 218.365 del 2016. Le immatricolazioni a privati salgono del 13,5% e toccano il 31,5% del totale, mentre le persone giuridiche, al 68,5% di quota, crescono del 9,2%. Incremento a doppia cifra (+16,4%) per le motorizzazioni a benzina che arrivano ad una quota del 52,2%, mentre aumentano lievemente (+2,4%) le diesel, che si attestano a gennaio al 45,1%. Forte aumento per i veicoli elettrici (+177,4%) con 1.323 unità (pari allo 0,5% di quota) e per le ibride che aumentano del 66,1% (1,9% di rappresentatività).

Regno Unito

Nel 2016, lieve crescita (+2,3%) per il mercato del Regno Unito, che ha archiviato 2.692.786 immatricolazioni di nuove auto. L’apertura del 2017, pur in linea con l’anno precedente, segna il record dal 2005 e registra un +2,9% con 174.564 immatricolazioni (contro le 169.678 del gennaio 2016). Segno meno per le diesel (-4,3%) con quota del 41,1% con 78.788 vendite. Buono il risultato, invece, per le auto a benzina benzina (+8,9%), ora al 50,7% di quota con 88.507 unità. Ottima crescita, infine, per le alimentazioni a basso impatto ambientale, che chiudono con un +19,9% e quota del 4,2% (superato il 4% per la prima volta). Lieve flessione per le società, che calano dell’1% (6.654 unità e quota del 3,8%), mentre aumentano flotte dell’1,4% (al 52,2% di quota con 91.181 vendite) e privati, a +5% e una quota del 44% con 76.729 auto vendute.

Francia

Il 2016 si era chiuso con un incremento del 5,1% e 2.015.177 immatricolazioni. Il 2017 si apre con una crescita a doppia cifra: gennaio, grazie alle 153.046 immatricolazioni di auto nuove, fa segnare un +10,6%. Ottimo risultato anche per le vendite di auto usate che aprono l’anno con un +8% sul 2016 e 462.924 unità. Analizzando la suddivisione per alimentazione, risulta una crescita complessiva per tutte le motorizzazioni: il diesel registra una quota del 47,9%, seguito dalla benzina al 46,3%. In crescita anche le ibride con 6.582 vendite (4,3% di quota) e le elettriche con 4.242 unità e quota dell’1,46%. Tra i segmenti, quota del 54% per le piccole, del 28% per le medie inferiori, 13% per le medie superiori e 6% per le superiori e lusso. Tra le carrozzerie, più della metà del mercato (52%) è rappresentata dalle berline, il 30% (in crescita di 3 punti percentuali) dai SUV.

Spagna

Con una chiusura 2016 a +11% (quasi 1.150.000 immatricolazioni), il mercato spagnolo parte con la giusta marcia e archivia gennaio 2017 con 84.515 auto nuove, il 10,7% in più rispetto alle 76.334 del 2016. Il canale dei privati, con 45.183 unità, ha segnato un +8,7% e una quota di un punto percentuale più bassa (53,5%) nonostante la fine dei fondi del Plan PIVE per il ringiovanimento del parco. Incremento a doppia cifra, invece, per il canale delle società (+13,6%) che registra 26.248 immatricolazioni e dei noleggi (+12,3%) che immatricola 13.084 immatricolazioni di auto nuove.

I commenti delle associazioni

«Un buon mix – osserva Romano Valente, Direttore Generale Unrae, Associazione delle Case automobilistiche estere – di interventi strutturali di stimolo al rinnovo del parco circolante da parte di alcuni Paesi insieme a fortissime azioni commerciali introdotte in altri, sta sostenendo la crescita europea, dimostrando, ove ce ne fosse ancora bisogno, che le azioni strutturali funzionano e che le famiglie hanno interesse alla sostituzione dell’auto. L’Italia ha ancora molto potenziale anche nello sviluppo del canale delle auto aziendali, dove resiste una asimmetria tra il trattamento fiscale italiano e quanto praticato negli altri Paesi, oltre che nella dimensione del parco anziano».

«Alla buona la partenza del mercato europeo nel primo mese del 2017 – rileva Aurelio Nervo, Presidente di Anfia, l’Associazione tra le industrie automobilistiche – hanno contribuito anche i positivi effetti di calendario, visto che diversi Paesi hanno beneficiato di due giorni lavorativi in più rispetto a gennaio 2016. I cinque maggiori mercati pesano, per il 68,5% del totale immatricolato».

«Nel 2016 – rileva Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, la Federazione italiana dei concessionari d’auto – l’Italia è ultima in Europa per crescita del PIL. Per fortuna, il mercato Italia delle auto, a fronte di una crescita media europea del +6,5%, lo scorso anno era cresciuto del +15,8%. E Gennaio, con il risultato italiano al +10,1% identico alla media europea, fa ben sperare. Ma nubi si addensano all’orizzonte come la manovra correttiva e la situazione politica. In Italia, il PIL 2016 è cresciuto dello 0,9%, mentre la media europea è quasi doppia, all’1,6%. Preoccupanti gli altri indicatori: la disoccupazione generale tra le più alte dell’area euro, oltre l’11%, quella giovanile supera il 40%, i nostri conti non sono in regola e serve una manovra correttiva complicata che potrebbe portare ad aumenti di accise e ai tanto temuti aumenti dell’IVA nel 2018».

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