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Esa, si fa avanti la candidatura di un austriaco

Nov 25, 2020

La partita per il ruolo di capo dell’Agenzia spaziale europea si è chiusa. Sarà l’austriaco Josef Aschbacher il nuovo direttore generale dell’Esa. La decisione è stata presa nella riunione del 24 novembre tra i capi delegazione dei Paesi che fanno parte dell’alleanza continentale per lo spazio. Fonti indipendenti lo confermano a Repubblica e, a meno di stravolgimenti, il nome del manager ora a capo del dipartimento Osservazione della Terra, sarà ufficializzato a dicembre.

Una mezza vittoria, dopo l’esclusione delle due candidature italiane. Simonetta Di Pippo (proposta dal Governo) e l’ex presidente dell’Agenzia spaziale italiana Roberto Battiston (che si è presentato come indipendente) il voto del nostro Paese andato ad Aschbacher, che da anni lavora in Italia (parla anche un ottimo italiano) e dirige il centro per l’osservazione della Terra di Frascati, e lascerebbe così un posto vacante a cui punta l’Italia. A esprimere il voto nella riunione è stato il capo delegazione italiana Antonio Bernardini, ambasciatore presso l’Ocse.


Il primo austriaco

Si rompe così una “tradizione”, quella consolidata dal 1984, che ha visto per 36 anni a capo dell’Esa un manager dei tre Paesi maggiori contributori. Nell’ordine Francia, Germania e Italia. Assieme pesano per circa il 60 per cento degli investimenti. L’Austria si ferma attorno all’1%. Ma la bocciatura delle due candidature italiane ha cambiato gli equilibri. Aschbacher, che vanta una lunga carriera in Esa ed è a capo di uno dei dipartimenti più ricchi, in termini di budget avrebbe ottenuto una larga maggioranza (18 voti su 21). Battendo un candidato forte come lo spagnolo Pedro Duque, ex astronauta, che ha volato anche sulla Stazione spaziale internazionale, dal 2018 ministro della Scienza, dell’Innovazione e dell’Università del governo Sanchez. L’altro candidato è il direttore generale dell’Agenzia spaziale norvegese Christian Hauglie-Hanssen.

Sul nome di Aschbacher si sono spostate dunque le preferenze di Italia e Germania. L’attuale direttore generale, il tedesco Johann-Dietrich Wörner, a febbraio ha annunciato che non si sarebbe candidato per un secondo mandato. Escludendo l’ipotesi di un altro tedesco al comando, l’attenzione era tutta per il candidato proposto dal nostro Paese. L’Italia infatti dal 2003 non guida l’Esa (l’unico direttore è stato Antonio Rodotà). Ma le cose sono andate diversamente.

I due candidati italiani

A ottobre il governo (la delega per lo spazio è del sottosegretario della Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro) aveva candidato l’astrofisica romana Simonetta Di Pippo. Una lunga carriera in Asi, poi in Esa e infine all’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico (Unoosa). Ma grazie alla possibilità aperta anche a candidati “indipendenti”, è arrivato anche il nome dell’ex presidente dell’Asi. Una scelta molto criticata, soprattutto nella maggioranza di governo, sponda 5 stelle. Candidato forte, con tutte le carte in regola. Un solido curriculum scientifico e manageriale, riconosciuto a livello internazionale Battiston avrebbe “spaccato” il fronte italiano, compromesso le possibilità per l’Italia di ottenere la direzione generale. Va da sé che la questione è diventata anche politica. Battiston, indicato dal centrosinistra per due volte alla guida dell’Asi (e poi candidato Pd, non eletto, alle elezioni europee), è stato cacciato dall’esecutivo Lega-5Stelle a novembre 2018.

La scelta di appoggiare Aschbacher trova almeno due ragioni: la prima è che l’austriaco è di casa in Italia. La seconda, più importante, riguarda gli equilibri di gestione dell’Agenzia spaziale continentale. Accanto al Dg, i ruoli chiave sono quelli occupati dai dieci direttori dei direttorati, le aree operative. L’Italia ne ha solamente uno, la direzione del centro Estec in Olanda. Se Aschbacher fosse eletto direttore, si libererebbe quello dell’Osservazione della Terra (il più “ricco” assieme al settore del trasporto spaziale) e la direzione dell’Esrin a Frascati. Ruoli che potrebbero andare al nostro Paese, a questo punto il migliore risultato possibile.

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