AGI – I Paesi membri dell’Ue sono chiamati ad agire in modo che, entro il 2030, almeno il 50% dei bambini di età inferiore ai 3 anni e il 96% di quelli tra i 3 anni e l’età di inizio dell’istruzione primaria obbligatoria ricevano un’educazione e un’assistenza per la prima infanzia. Sono i nuovi target che la Commissione europea raccomanda ai Paesi Ue rivedendo gli obiettivi di Barcellona del 2002 in materia di educazione e cura della prima infanzia, che chiedevano di dare assistenza all’infanzia al 33% dei bambini sotto i 3 anni e al 90% dei bambini dai 3 anni fino all’età dell’obbligo scolastico.
Il testo accompagna quella che è la comunicazione più ampia della Commissione europea sui servizi di assistenza, cioè la Strategia per l’assistenza per garantire servizi di qualità e accessibili in tutta l’Unione europea.
La Strategia, oltre all’infanzia, riguarda anche l’accesso a “un’assistenza a lungo termine di qualità e a prezzi accessibili” per le persone che, a causa della vecchiaia, della malattia o della disabilità dipendono da un aiuto per le attività quotidiane.
Su questo, l’esecutivo europeo raccomanda in particolare agli Stati membri di elaborare dei piani d’azione nazionali per rendere l’assistenza nell’Unione europea “più disponibile, accessibile e di migliore qualità per tutti”. Ad esempio garantendo che “sia tempestiva, completa e accessibile”; “aumentando l’offerta e il mix di servizi professionali di assistenza a lungo termine”; “colmando le lacune territoriali”; “introducendo soluzioni digitali”; “garantendo criteri e standard di alta qualita’ per i fornitori di assistenza a lungo termine”; “sostenendo i caregiver informali, che spesso sono donne e parenti di persone assistite”.
A questo proposito, la Commissione evidenzia che il settore è “spesso caratterizzato da condizioni di lavoro difficili e salari bassi” e che “le donne continuano a sostenere il peso maggiore delle responsabilità di cura, con il 90% della forza lavoro formale di assistenza composta da donne e 7,7 milioni di donne fuori dal mondo del lavoro a causa delle responsabilità di cura”.
Per questo, l’esecutivo europeo manda delle raccomandazioni ai Paesi Ue tra cui quelle di promuovere la contrattazione collettiva per migliorare i salari e le condizioni di lavoro; di garantire i più alti standard di salute e sicurezza sul lavoro e di fornire una formazione continua agli operatori.
Da parte sua, la Commissione intende esplorare la creazione di un nuovo dialogo sociale settoriale per i servizi sociali a livello dell’Ue; promuovere la creazione di un partenariato per le competenze nell’ambito del Patto per le competenze per il settore dell’assistenza a lungo termine; mappare le attuali condizioni di ammissione e i diritti dei lavoratori del settore dell’assistenza a lungo termine provenienti da Paesi non appartenenti all’Ue ed esplorare la possibilità di sviluppare programmi a livello europeo per attrarre i lavoratori del settore.