• 5 Maggio 2024 13:38

Corriere NET

Succede nel Mondo, accade qui!

Elliott ha più del 5% di Tim, “ma non punta al controllo”

Mar 16, 2018

MILANO – Elliott detiene “oltre il 3% delle azioni ordinarie” di Tim che, sommato a “strumenti finanziari”, assegna al fondo un interesse superiore al 5% delle azioni ordinarie del gruppo di telecomunicazioni. Lo si legge nella lettera aperta agli azionisti di Tim pubblicata dal fondo che si appresta a comunicare a Consob la sua posizione nel capitale.

La lettera precisa che Elliott non punta al controllo della Tim, ma vuole “catalizzare il cambiamento” per generare valore in favore degli azionisti.

Il fondo, nella serata di mercoledì, ha formalmente chiesto al cda della compagnia telefonica di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile per rimuovere 6 consiglieri, tra i quali il presidente di Tim e ceo di Vivendi, Arnaud De Puyfontaine.

In quell’occasione, Elliott ha presentato la certificazione del possesso del 2,53% del capitale, attraverso veicoli finanziari sparsi tra le Isole Cayman e le Bermuda, ma sembrava chiaro fin da subito che si trattasse del minimo indispensabile per superare la soglia (2,5%) per chiedere integrazioni all’ordine del giorno dell’assise.

Forte di un capitale maggiore, Elliott punta dunque alla “cacciata” del presidente Arnaud de Puyfontaine, dei consiglieri esecutivi Hervé Philippe e Frédéric Crépin, del vice presidente Giuseppe Recchi, e delle indipendenti Félicité Herzog e Anna Jones. Caduta nel vuoto l’offerta di de Puyfontaine, numero uno di Vivendi, che ieri si era detto disponibile a lasciare le deleghe operative.

Elliott ha più del 5% di Tim, ma non punta al controllo

Al loro posto Elliott propone di nominare l’ex ad dell’Enel Fulvio Conti, il direttore finanziario di Salini Impregilo Massimo Ferrari, Paola Giannotti De Ponti, già chiamata da Elliott nel cda di Ansaldo Sts, il commissario straordinario di Alitalia ed ex ad di Wind Luigi Gubitosi, il banchiere Dante Roscini e l’ex ad di Piaggio e Immsi Rocco Sabelli. “Salvo”, invece, l’ad Amos Genish, cooptato al posto di Flavio Cattaneo e la cui nomina deve essere confermata in assemblea.

Il fondo attivista punta il dito contro i conflitti d’interesse del socio Vivendi e dei manager da lui espressi, senza mettere in discussione le capacità di Genish, e punta a imporre una strategia che garantirebbe maggiore ritorni per gli azionisti: scorporo e quotazione della rete, ritorno al dividendo, conversione delle azioni risparmio.

Elliott, si dice in una lettera-manifesto agli azionisti, ritiene che “un Cda realmente indipendente sia necessario per migliorare sia la governance che la performance di Tim”. “In base alla nostra approfondita analisi riteniamo fortemente che ci possa essere un significativo upside (aumento di valore azionari, ndr) per gli azionisti se un board indipendente adottasse dei passi per migliorare la direzione strategica e la governance”.

Fino ad ora, le mosse del fondo hanno già portato l’effetto di far salireil titolo in Borsa, in particolare le azioni risparmio.

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Guarda la Policy

The cookie settings on this website are set to "allow cookies" to give you the best browsing experience possible. If you continue to use this website without changing your cookie settings or you click "Accept" below then you are consenting to this.

Close