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Elezioni italiane, Nafta e riforma fiscale Usa: ecco i momenti chiave per i mercati del 2018

Gen 7, 2018

MILANO – E’ difficile dire come andranno a finire, anche perché le ultime previsioni – basti pensare a Brexit o elezione di Trump – sono andate ampiamente fuori bersaglio. Ma quantomeno si possono iniziare a cerchiare di rosso in calendario: sono i momenti chiave che gli investitori già si sono segnati in agenda per questo 2018 appena iniziato. E ci sono anche le elezioni italiane, che il 4 marzo prossimo potrebbero lasciare uno scenario di incertezza che le sale operative farebbero fatica a digerire. Stuart Canning di M&G Investments ha compilato una agenda di possibili eventi dirimenti per l’umore dei listini, che potranno generare volatilità sui mercati e di lì opportunità di investimento (ma anche, sull’altra faccia della medaglia, rischi). Eccoli.

GENNAIO

23-28: sesto round di negoziati sul NAFTA. Le discussioni tra Usa, Canada e Messico sul trattato commerciale si sono arenate: l’obiettivo di giungere a un punto fermo entro la fine del 2017 è andato fallito. L’esito finale sarà una chiara indicazione sulla china che prenderà la presidenza Trump tra la riapertura agli scambi internazionali e la consacrazione del protezionismo. Da non sottovalutare le ripercussioni sulle elezioni messicane di luglio

Riforma fiscale Usa. Entrerà in vigore in alcune delle sue disposizioni, iniziando a modificare il comportamento dei privati e soprattutto delle imprese. Anche se per molti aspetti sarà necessario più tempo perchè gli effetti si dispieghino a pieno.

FEBBRAIO

Powell alla Fed. Prende il suo posto come successore di Janet Yellen il giorno 5. La sua scelta non rappresenta una rottura con lo status quo, ma il ritmo di innalzamento dei tassi che imprimerà sarà un fattore dirimente per i mercati nel corso del 2018.

MARZO

Italia al voto. Il quattro del mese noi italiani siamo chiamati alle urne. La risposta composta dei mercati al fallimento di Renzi nel referendum costituzionale fa pensare che le altre forze attive sui mercati (in primis la Bce) siano in grado di tenere a bada i mal di pancia degli investitori. Ma questa volta il voto cade mentre Mario Draghi sta lentamente ritirando le sue truppe dal campo di battaglia, con la fine del Qe in vista, e il successo di forze anti-sistema potrebbe far risorgere i dubbi sulla costruzione dell’intera Unione europea.

Putin, altra vittoria? Il 18 sarà la volta del primo turno delle elzioni russe. Una riconferma di Vladimir Putin non sarebbe certo una novità per i mercati.

Debito Usa. Il tetto automatico all’indebitamento americano, con la necessità di rifinanziare l’attività dopo l’accordo di dicembre e le annesse baruffe politiche, assume maggior valenza con la riforma fiscale dispiegata e le ripercussioni sulla posizione finanziaria Usa.

Il futuro cinese. Le decisioni che il Partito ha assunto a Pechino nel congresso di dicembre sono generalmente riassunte in un report a marzo. Dal documento emerge la posizione del Partito, lo stato dell’economia asiatica e le posizioni per il futuro.

APRILE

Kuroda termina il mandato alla Bank of Japan. Come Draghi per la Bce, ha percorso rotte inedite con la Banca centrale del Giappone. Una sua riconferma praticamente non è neanche bancata, ma se non dovesse accadere non si esclude volatilità sui mercati

MAGGIO

Elezioni colombiane. Juan Manuel Santos avrà un successore a partire dal primo round elettorale, il 27, al quale non si può presentare avendo già fatto due mandati. Se l’esito mettesse a rischio gli accordi per la pacificazione interna e le riforme fiscali, ne deriverebbe volatilità

GIUGNO

L’oro dell’Opec. I Paesi del cartello produttore di petrolio si ritrovano per l’International Seminar del 20 e 21 del mese. A novembre hanno esteso i tagli alla produzione e – a seconda di come andranno le cose quest’anno – quella di giugno potrebbe essere l’occasione buona per prolungarli ancora o prendere altre strade. Senza dimenticare che la tensione in Iran e il rinnovamento del Parlamento in Iraq di maggio potrebbero portare ulteriori sconvolgimenti sul mercato energetico.

LUGLIO

Messico al voto. Il primo del mese, qualora Andres Obrador dovesse vincere le elezioni, i mercati potrebbero sentirsi non troppo bene.

OTTOBRE

Il nodo Brexit al pettine. Per quanto ci siano ancora molte voci che suggeriscono al Regno Unito una inversione a U, l’Ue mira comunque a chiudere i termini del divorzio da Londra entro 18 mesi da che è scattato l’Articolo 50 con il quale il Regno Unito ha chiesto di andarsene.

Si vota in Brasile. Anche le elezioni presidenziali brasiliane sono una possibile fucina di volatilità per i mercati.

NOVEMBRE

Dopo anni di rinvii, la Tailandia dovrebbe andare al voto. Anche se ancora non c’è una data decisa e molto può accadere

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