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Elena Zulato, la ‘miss in pigiama’: “La malattia non è la fine dei sogni”

Apr 10, 2017

ROVIGO – “Tutti nella mia città mi vedevano passare per strada e mi chiamavano ‘la miss’. In pochi sapevano che, in realtà, nella mia esistenza il vestito che ho indossato di più è il pigiama”. Ormai Elena ci scherza, sulla sua divisa d’ordinanza. A 37 anni ha deciso di aprirsi al mondo per dire a tutti che si può vivere con il sorriso sulle labbra anche con una malattia invalidante come il morbo di Crohn. Forte di questo, ha fatto scendere la maschera per raccontarsi.

Elena Zulato, di Rovigo, è la concorrente numero 9 dell’edizione 2002 di Miss Italia. Da qualche mese però è semplicemente “la Miss in pigiama”, il nome che ha scelto per la sua pagina Facebook e anche il titolo del libro che sta scrivendo. “Ho faticato un po’ più degli altri, ma ora ho un marito meraviglioso che ha saputo guardare oltre la malattia, un lavoro che mi piace e una famiglia che non mi molla un attimo. Credo che la storia della mia vita possa dare coraggio a tante persone che si trovano nella mia stessa situazione”.

Il morbo di Crohn è una patologia infiammatoria cronica dell’intestino che causa forti dolori addominali e perdita di peso. Una terapia risolutiva ancora non esiste. “Fino a 10 anni ho vissuto come tutte le mie amiche: giocavo, facevo nuoto agonistico, andavo a scuola. Poi è arrivato quel malessere crescente che partiva dallo stomaco e condizionava tutto il corpo. All’inizio pensavano a una forma influenzale, ma dopo due mesi di ricerca è arrivata la diagnosi”.

Con grande determinazione Elena è riuscita a finire il liceo artistico e poi anche l’università. Laurea in Scienze naturali a Ferrara. “Non mi sono voluta perdere nemmeno l’Erasmus. Sono stata un anno in Spagna, non è stato proprio facile ma ce l’ho fatta. In ospedale, i medici mi conoscevano tutti”.

La difficoltà per chi soffre di questa malattia è riuscire a trovare un modo per nutrirsi. L’intestino, ridotto a causa delle operazioni chirurgiche, non assimila gli alimenti. Poi ci sono i dolori e tutte le disfunzioni legate all’apparato digerente. Elena si nutre quasi esclusivamente di una sostanza simile al latte. “Il mio sogno più grande? Mangiare una pizza e bere uno spritz”, dice sorridendo.

Quel sorriso, 15 anni fa, è stato visto da 9 milioni di telespettatori. Elena era la finalista di Miss Italia contesa da due regioni. Veneta d’origine, sbarcata a Salsomaggiore come Miss Romagna. Quell’anno vinse Eleonora Pedron. “Decisi di partecipare per sfida. Volevo provare a vivere ancora un po’ fuori casa, a misurarmi con altre coetanee. Era un modo per sfuggire alla malattia. È un’esperienza che conservo nel cassetto dei bei ricordi”.

Mentre le altre concorrenti mangiavano barrette energizzanti o cioccolata, Elena era vincolata al solito latte, l’unico alimento che può ingerire. “Una sera dietro le quinte, mentre mi preparavo per uscire, una colica fortissima mi fece perdere l’equilibrio. Venne Fabrizio Frizzi ad aiutarmi, porgendomi la mano e facendomi una carezza”, ricorda.

Ora ha deciso di spiegare cosa c’è veramente dietro a quei sorrisi, dietro a quel corpo esile che magari è stato anche invidiato. “In Italia ci sono circa 200mila persone affette da questa malattia, io spero che il mio racconto serva a dare speranza anche a loro”. Persino il pigiama, nascosto per tanto tempo, adesso è un segno distintivo. Quello rosa con Hello Kitty, per esempio, lo scorso 28 febbraio è finito sulla pagina Facebook, dove le foto da modella si mescolano a quelle scattate durante i ricoveri in ospedale.

Elena Zulato, la 'miss in pigiama': "La malattia non è la fine dei sogni"

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Elena si apre, tira fuori ciò che ha dentro. La gente risponde, cerca di darle coraggio. La pagina “La Miss in pigiama” dopo soli due mesi ha già centinaia di follower. “Tutto ciò che ricaverò dal libro sarà donato alla ricerca”, assicura Elena, che nel frattempo si è sposata e ha trovato un lavoro in un ufficio pubblico, che nulla ha a che fare con il mondo della moda e dello spettacolo. “La mia storia raccontata – conclude – è anche un invito a non dare troppo peso all’esteriorità. Tutti mi vedevano come una specie di modella. Ecco cosa c’era veramente dietro quella fascia”.

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