• 14 Maggio 2024 0:49

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Ecco “Munaciello”, il primo videogame prodotto dal Teatro di San Carlo  

Nov 25, 2023

AGI – Un videogame per avvicinare i ragazzi alla musica. E se a lanciarlo è il teatro San Carlo di Napoli, utilizzando una delle leggende più amate del capoluogo campane, quella del ‘munaciello’ a volte dispettoso a volte buono, il successo è assicurato.

‘Munaciello – The San Carlo Theatre Adventur’e è il primo prodotto di questo tipo rilasciato da un teatro lirico, frutto di una strategia per far conoscere l’opera attraverso il gaming, nato in collaborazione con Stranogene srl, adatto a smartphone e tablet, sia Apple che Android, e da scaricare gratuitamente.

Ispirato ai videogame degli anni ’80, ‘Munaciello’ è suddiviso in quattro mondi di 5 livelli ciascuno, all’interno dei quali il protagonista di questa avventura, ovvero Faustino, si imbatterà in personaggi realmente legati alla storia del teatro da Carlo III di Borbone, a Domenico Barbaja, Gioachino Rossini, Fanny Tacchinardi e Gaetano Donizetti. 

Faustino è un giovane orfano del conservatorio, morto a Napoli nel 19esimo secolo, che si sveglia sotto forma di fantasma all’interno del teatro nel 2024. Il teatro, che è una creatura senziente, gli comunica di averlo chiamato perchè ha bisogno del suo aiuto: qualcuno, o qualcosa lo ha infettato, non riesce più a controllare la sua stessa architettura e non trova i suoi ricordi.

Lo spiritello, che a stento riesce a controllare la sua nuova condizione fisica, fluttuare, attraversare i muri e spostare gli oggetti con la telecinesi, è impreparato ad essere un eroe. E’ sempre stato un bambino timido e ansioso, ma non ha alternative, deve aiutare il San Carlo a rimuovere le porzioni di codice corrotte e liberare così i suoi ricordi, seguendo le tracce del virus alla sorgente dell’infezione. Insieme a lui c’è un team di specialisti del paranormale, intrappolato come Faustino nella struttura dopo essersi infiltrato nel San Carlo sotto mentite spoglie con l’obiettivo di catturare ciò che loro pensano sia il poltergeist responsabile dell’infestazione.

Dotati di fotocamere speciali montate su minuscoli droni, il team è in grado di scattare delle foto che effettivamente catturano spiriti, fantasmi e poltergeist. Faustino, che è terrorizzato dai droni e dai cacciatori, deve quindi stare attento a non entrare nel campo visivo delle fotocamere.

Dall’altro lato, il teatro è dalla sua parte: il San Carlo, infatti, nonostante sia malato e confuso, riesce comunque a comunicare con Faustino, suggerendogli come utilizzare i suoi poteri e indicandogli la strada. In questo modo, Faustino esplora l’intero teatro, dal foyer ai palchetti al golfo mistico, liberando man mano i ricordi, che altro non sono che gli artisti, i musicisti e i personaggi, sia immaginari che reali.

La narrazione e il superamento di livelli è accompagnata da musica, la musicia del Massimo napoletana, quella scritta per il teatro, o di capolavori più volti andati in scena sulle tavole del palcoscenico lirico più antico nel mondo. Un modo di suscitare curiosità sulla storia del melodramma ma anche per divertire a ogni età.

L’esoterico personaggio del piccolo monaco, del resto, è lo spiritello bizzarro del folclore partenopeo la cui origine potrebbe risalire a un racconto dell’epoca aragonese (XV secolo) o alla gestione dei pozzi d’acqua delle case, affidata al ‘pozzaro’, spesso di bassa statura, che a volte si vendicava di servizi non pagati dai proprietari delle abitazioni rubando nelle case cui avevano accesso attraverso la rete delle condutture.

La sua figura, tratteggiata anche da Matilde Serao in ‘Leggende napoletane’ e da ‘Questi fantasmi’ di Edoardo De Filippo e ‘La gatta cenerentola’ di Roberto De Simone, è tra le più amate a Napoli. 

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