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Coronavirus, Ghirelli: “Riforme nel calcio irrinunciabili”

Mar 24, 2020

MILANO“Il Coronavirus è l’occasione per il calcio italiano per ragionare a sistema e ripensare questa disciplina nel profondo, come farla tornare ad essere uno strumento sociale utile alla collettività, come ripensare l’esperienza dello stadio e dei tifosi una volta che la crisi sarà terminata”, ha dichiarato il presidente della Lega Pro, Francesco Ghirelli che, a seguito del Consiglio Direttivo, ha consegnato alla Figc lo studio condotto da PwC TLS sull’impatto potenziale che il coronavirus avrà sul calcio della Serie C. Lo studio esamina tre scenari: uno più ottimistico, secondo cui la stagione si completerà a porte aperte; un secondo ipotizza la conclusione del campionato a porte chiuse; il terzo prevede il termine anticipato del campionato e la ripresa delle partite a porte chiuse nei primi mesi della prossima stagione, per i periodi di incubazione richiesti a fine emergenza prima di considerare conclusa una pandemia.

Sono stimati danni per 20-84 milioni di euro in questa stagione, e impatti pesanti sulla prossima, fra mancati incassi da stadio e da sponsorizzazioni. Come spiega ufficialmente la Lega Pro, un impatto “fino a circa il 30% di contrazione sul fatturato medio annuo delle squadre, un impegno da parte del sistema della serie C non sostenibile con una concreta possibilità di default dei club già in forti difficoltà di bilancio prima della emergenza del coronavirus”. E questo, viene fatto notare, mette a rischio anche l’ecosistema attorno alle squadre, con l’indotto di scuole calcio e centri sportivi, con un impatto sociale su tutto il territorio nazionale. “La stagione delle riforme per il mondo del calcio – conclude Ghirelli – è irrinunciabile. Il Governo e il Ministro Spadafora riconoscono che il calcio è parte integrante del sistema produttivo nazionale. L’ecosistema del calcio della serie C ha bisogno di benzina per funzionare ma vuole anche proporre soluzioni per la ripresa economica, sociale ed occupazionale del Paese”. L’obiettivo è ragionare con il governo su misure che possano attingere dal gettito di 1,2 miliardi prodotto dal calcio.

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