AGI- E’ morto venerdì a Bologna all’età di 63 anni Gilberto Sacrati, imprenditore ed ex patron tra il 2007 e il 2012 della Fortitudo basket, poi portata al fallimento. Sacrati era agli arresti domiciliari per le condanne nei processi sul crac delle sue società in seguito al naufragio del progetto del “Parco delle stelle”, un investimento nella zona del Centro Agroalimentare di Bologna. L’effetto a cascata furono il fallimento della storica società di basket della Fortitudo, fondata nel 1901, e della società immobiliare Ripresa.
Secondo quanto riferito dal Resto del Carlino che ha dato per primo la notizia del decesso, Sacrati soffriva di alcune patologie. Nel gennaio 2018 Sacrati era stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione per il fallimento della società Ripresa e nel dicembre dello stesso anno gli erano stati inflitti altri 4 anni per il crac della Fortitudo. Complessivamente avrebbe dovuto scontare 7 anni e mezzo, ma la Corte d’appello nel 2021 li ridusse a 5. Viste le sue condizioni di salute, l’ex patron dell’Aquila stava scontando la pena in detenzione domiciliare.
AGI- E’ morto venerdì a Bologna all’età di 63 anni Gilberto Sacrati, imprenditore ed ex patron tra il 2007 e il 2012 della Fortitudo basket, poi portata al fallimento. Sacrati era agli arresti domiciliari per le condanne nei processi sul crac delle sue società in seguito al naufragio del progetto del “Parco delle stelle”, un investimento nella zona del Centro Agroalimentare di Bologna. L’effetto a cascata furono il fallimento della storica società di basket della Fortitudo, fondata nel 1901, e della società immobiliare Ripresa.
Secondo quanto riferito dal Resto del Carlino che ha dato per primo la notizia del decesso, Sacrati soffriva di alcune patologie. Nel gennaio 2018 Sacrati era stato condannato a tre anni e mezzo di reclusione per il fallimento della società Ripresa e nel dicembre dello stesso anno gli erano stati inflitti altri 4 anni per il crac della Fortitudo. Complessivamente avrebbe dovuto scontare 7 anni e mezzo, ma la Corte d’appello nel 2021 li ridusse a 5. Viste le sue condizioni di salute, l’ex patron dell’Aquila stava scontando la pena in detenzione domiciliare.