AGI – La cinghiala che nuotava come una saetta nella Darsena di Milano è morta. A due settimane dal primo avvistamento nelle acque verdi e bollenti del bacino, vigili del fuoco, polizia locale, protezione civile e Metropolitana Milanese l’hanno riportata sulla terra dopo averla cercata ovunque, spingendosi coi sommozzatori fin nelle viscere della città, dove scorre l’acqua al buio. “Sedata e addormentata” è stato riferito in un primo momento, poi si è saputo che è spirata “per lo stress e il deperimento” del soggiorno in acqua.
La prova che fosse ancora lì, nonostante l’apparente liquefazione da quel giorno, era in un’immagine acciuffata dalle telecamere interne alle due gabbie messe sotto al cavalcavia del bacino. Dentro erano state messe frutta e verdura. Un’esca vegetariana, cibo che resta fresco per più giorni per stimolargli l’acquolina.
Ma fino a mercoledì, aveva spiegato all’AGI chi seguiva i tentativi di cattura, aveva resistito alla tentazione, girando non lontano dalle gabbia guardandosi bene però dal mettere una zampa dove avrebbe perso la sua libertà.
“Torna a Roma che a Milano ti vogliono uccidere!” aveva urlato un animalista il giorno in cui si era rubato con la sua massiccia presenza uno scorcio di paesaggio da cartolina milanese.
L’uomo stava osservando dall’alto l’agente della Polizia Provinciale appostato sulla riva della Darsena col fucile, pronto per iniettare un sonnifero alla cinghiala. Missione che allora era fallita perché all’ungulata uno dei luoghi più amati per l’aperitivo e i romantcismi, evidentemente, piaceva.
A Milano, a differenza che nella capitale, era davvero un pezzo unico e in molti hanno pensano con simpatia alla sua fuga estiva in città conclusa in modo tragico.