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Al via domani il Tour delle stelle: presenti tutti i big, da Froome a Nibali

Giu 30, 2016

Eccolo qua, scusate se non ce ne siamo accorti. Puntuale come il caldo, le zanzare e l’aria condizionata, il Tour de France pronto per partire. Distratti dall’Europeo di calcio, e dalla nuova sfida tra Italia e Germania, ci stavamo dimenticando che proprio questo sabato, da Mont- Saint Michel, parte l’edizione numero 103 della Grande Boucle.

Tre settimane su e gi per la Francia, scendendo in senso antiorario da Nord verso I Pirenei e le Alpi per approdare il 24 luglio a Parigi.

Un copione consolidato, con tre sconfinamenti in Spagna, Andorra e Svizzera. Un copione che non invecchia mai nonostante gli alti e bassi del ciclismo. Il Tour e il Tour dicono gli organizzatori. E chi non c’ peggio per lui. Solo che quest’anno, il problema non si pone perch campioni che contano ci sono tutti.

A cominciare dall’ultima maglia gialla, l’inglese Chris Froome, che ha davanti a s due obiettivi. Di vincere il suo terzo Tour (dopo quelli del 2013 e 2015) e di rialzare, tra una Brexit e l’altra, la frusta bandiera di sua maest britannica. Fuori dall’Europa, fuori dagli Europei, Londra affida il suo riscatto a questo inglese di passaporto keniano che guida l’armata Sky. Ma non sar facile perch, come dicevamo, gli avversari non mancano, a partire dal colombiano Nairo Quintana che proprio nel 2015 arrivo secondo alle spalle di Froome. Il colombiano, andato molto forte nella prima parte della stagione, quest’anno vuole centrare il bersaglio. Dopo due secondi posti, lo scalatore della Movistar pronto per raggiungere la meta. Con quella sua faccia un po’ cosi, indecifrabile e sardonica, Quintana ci sta lavorando da mesi. Ha esperienza, l’appoggio di Valverde e una et, 26 anni, perfetta per compiere il grande salto.

Per titoli e blasone, il terzo tra i favoriti lo spagnolo Contador. Il capitano della Tincoff, 33 anni, ancora uno dei pi grandi talenti del ciclismo mondiale. E poi, come il nostro Nibali, uno dei sei corridori della storia ad aver vinto tutti i tre giri ciclistici.

Due le controindicazioni: quella di avere in squadra un altro fuoriclasse come Peter Sagan e poi la ruggine degli anni: l’ultima vittoria di Alberto al Tour risale al 2009, un bel po’ di tempo fa, con in mezzo varie disavventure legate al doping e dintorni. Si vedr. La strada e lunga e piena di insidie, come ha dimostrato proprio Vincenzo Nibali all’ultimo Giro d’Italia, sovvertendo in extremis una situazione che sembrava ormai compromessa.

Parlando di Nibali, eccoci ai due gioielli di casa Astana: di Vincenzo si detto: viene da una maglia rosa che lo ha definitivamente inserito nel Pantheon dei grandi. Viene al Tour con lo spirito migliore: prepararsi all’Olimpiade di Rio, dare supporto a Fabio Aru e tentare di piazzare qualche colpo a sorpresa. E chi lo ammazza? Trovarsi in una situazione migliore difficile

Dal Giro d’Italia sono uscito con una buona condizione dice il siciliano. Mentalmente sono molto tranquillo, e credo sia merito della maglia rosa. Chi vedo favorito? In primis Froome, alle sue spalle Quintana che cresciuto anche a cronometro. E poi Contador, ma lievemente dietro….

Nibali non lo dice perch porta male, ma un pensierino alla famosa doppietta (Giro e Tour), riuscita per l’ultima volta a Pantani nel 1998, non pu non farlo.

Pensieri ma non parole, perch le parole potrebbero destabilizzare la non facile convivenza con Fabio Aru, che proprio domenica compie 26 anni. Questo tema, alla vigilia della partenza, ovviamente in primo piano all’interno dell’Astana. Beppe Martinelli, il direttore sportivo, conoscendo bene entrambi, cercher di motivarli nel modo migliore, frenando gli eccessi del giovane Aru che, pur non avendo mai corso al Tour, punta comunque a un posto vicino al podio.

Ma che Tour sar? Impegnativo come sempre. Anche perch al Tour non si pu nascondersi o rifiatare. All’inizio sono tutti caricati a molla. Cadute di massa, fughe continue, ventagli. Gli agguati sono sempre dietro l’angolo. Gi nella seconda tappa , che ricorda una classica del Nord, si pu sparigliare la classifica. Una frazione che sembra costruita per Nibali.

Due le cronometro. La prima, 37,5 km, alla tredicesima tappa. Una frazione mossa con arrivo e partenza in salita. La seconda, la crono scalata di Sallanches-Megve, 17 km molto impegnativi. Una crono dedicata a Bernard Hinault, l’ultimo francese ad aver vinto il Tour nel 1985, quindi 31 anni fa. Un vuoto che che i francesi patiscono da tempo.

E le montagne? Anche qui non si scherza. Gli snodi sono questi. Sui Pirenei, da tener d’occhio, c’ il tappone del Tourmalet nell’ottava tappa. Il giorno dopo l’arrivo in salita nel principato di Andorra.

Poi si va sul Ventoux, il mitico Ventoux, dodicesima tappa con rampe finali attorno al 9%. Tre anni fa, proprio sulla montagna calva, Froome mise le basi per il suo successo finale. Infine, la giostra delle Alpi. Qui si va sulle nuvole. La prima scrematura nella tappa tutta svizzera da Berna a Finhaut Emosson, quattro cime che lasciano il segno. Dopo la cronoscalata di Megve (18esima), si va ancora pi su con l’Albertville-Sain Gervais Mont Blanche. Infine la penultima tappa, prima di Parigi, da Megve a Morzine con discesa finale.

Insomma, per vincere questo Tour, bisogna prendere la funivia. O comunque non farsi staccare quando la strada si impenna. Oltre al gruppo dei big, di cui abbiamo gi parlato, gli altri nomi papabili sono questi: i due francesi, Thibaud Pinot e Romain Bardot. Poi l’olandese Van Garderen, il portoghese Rui Costa, lo spagnolo Valverde.

Sui velocisti c’ poco da dire: una sfida anglo-tedesca con Mark Cavendish, Andr Greipel e Marcel Kittel. Al Giro i due panzer hanno fatto man bassa. L’impressione che vogliano fare il bis.

Infine la truppa italiana. Siamo in pochi, tredici compresi Nibali ed Aru. Una tristezza. Bisogna ritornare agli anni Ottanta per avere un plotoncino cos esiguo. La progressiva mondializzazione in lingua inglese del ciclismo ci sta marginalizzando. Portiamo gente in gamba, buoni artigiani, quasi tutti di supporto ai grandi campioni. C’ anche Matteo Tosatto, il pi anziano del gruppo (42 anni). Complimenti. Insomma , siamo pochi e con tanti chilometri alle spalle. Ci salvano Nibali ed Aru. Ma poi c’ il vuoto.

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