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Ducati e Lamborghini, ecco l’accordo che smonta il Jobs act

Mar 17, 2017

BOLOGNA – In Ducati e Lamborghini arriva l’accordo che smonta i punti più controversi del Jobs act, quelli legati a licenziamenti individuali, demansionamento e controllo a distanza. Lo annunciano i sindacati, che esultano per un testo che aggiunge un diritto in più per i 3mila dipendenti delle due storiche case motoristiche con sede a Bologna, entrambe in mano da anni al gruppo tedesco Audi-Volkswagen.

In pratica, a differenza di quanto concesso dall’ultima riforma del lavoro, per queste tre voci, che prima venivano trattate singolarmente dal dipendente e dall’azienda, si aggiunge un livello ulteriore di trattativa, quello coi sindacati, che intervengono prima che le cose precipitino, come per i licenziamenti collettivi, dando un’ulteriore garanzia al lavoratore a rischio licenziamento o demansionamento. Oltre tutto, sottolineano Fim, Fiom e Uilm, senza fare distinzione tra gli assunti prima e dopo l’introduzione delle norme. Per i licenziamenti questo si traduce in un confronto prima della convocazione alla Direzione territoriale del lavoro, che vede di fronte lavoratore, avvocati e azienda.

“I lavoratori – scrivono i sindacati – avranno il diritto di attivare un confronto sindacale preventivo, con la presenza della propria organizzazione sindacale e della Rsu (le rappresentanze sindacali unitarie, ndr), volto a identificare tutte le soluzioni alternative al licenziamento o finalizzate alla tutela delle professionalità acquisite e delle posizioni retributive, in caso di rischio demansionamento”. Ovviamente il Jobs act torna pienamente valido se poi a fronte di un mancato accordo tra le parti in sede aziendale si arriva in tribunale.

Una possibilità che si inserisce nel cosiddetto “modello tedesco” di gestione dell’azienda, che vede sia in Lamborghini che Ducati, come in tutto

il gruppo Volkswagen e anche in Italia, forme di partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro. “Questi accordi segnano un momento importante – continuano Fim, Fiom e Uilm – perché tutelano i lavoratori dagli effetti delle recenti modifiche normative alla legislazione del lavoro, tutelano nuovi e vecchi assunti e investono su un modello di relazioni sindacali avanzate e basate su rispetto e fiducia reciproca”.

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