• 26 Novembre 2024 4:41

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Droga: oltre 60 arresti tra Italia, Albania, Svizzera e Polonia 

Set 25, 2024

AGI – Misura cautelare per 61 persone accusate di aver messo in piedi in Italia, Albania, Svizzera e Polonia un’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti (cocaina). I provvedimenti restrittivi sono maturati all’esito di un’attività d’indagine diretta dalla procura Distrettuale di Brescia con il coordinamento del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Brescia e del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico), circa 400 militari, e la cooperazione di Europol, della Direzione Centrale Servizi Antidroga, del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, dell’Ufficio dell’Esperto per la Sicurezza presso l’Ambasciata d’Italia a Tirana, delle forze di polizia albanesi, polacche e svizzere e del supporto dell’Agenzia dell’Unione europea per la cooperazione giudiziaria (Eurojust).

 

Le indagini del Gico del nucleo di polizia economico finanziaria della Finanza di Brescia hanno svelato l’esistenza di gruppo criminale, con base in Albania e diramazioni in Italia, che avrebbe importato in Europa la sostanza stupefacente via dal Sud America per poi arrivare nel nostro Paese occultata in mezzi pesanti partiti da Spagna e Olanda. Gli ingenti quantitativi di cocaina venivano poi immagazzinati per la successiva distribuzione in cinque basi logistico-operative tra Brescia, Romano di Lombardia, Palazzolo sull’Oglio, Varese e Pisa.

 

Nel corso delle indagini erano già stati arrestati in flagranza 21 persone, sequestrati circa 2 milioni e mezzo di euro in contanti, 5 pistole e relativo munizionamento, 8 autovetture e chilo di sostanza stupefacente che, qualora immessa sul mercato, avrebbe potuto fruttare circa 30 milioni di euro.

 

Nei confronti di alcuni dei destinatari della misura cautelare è in corso il sequestro di oltre 60 milioni di euro. Chi indaga ritiene che i soldi incassati dallo spaccio di cocaina sarebbero stati consegnati a una parallela associazione italo-cinese, che avrebbe offerto un servizio bancario occulto per il trasferimento dei capitali illeciti all’estero. Nel dettaglio, il cospicuo ammontare di denaro proveniente dal narcotraffico sarebbe confluito in un complesso sistema di riciclaggio capace di “monetizzare” fatture false per un importo complesso di circa 375 milioni di euro emesse da “imprenditori” compiacenti. 

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