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Draghi, l’8 settembre del Movimento 5 Stelle. Così finisce il populismo di governo – Corriere della Sera

Feb 4, 2021

Si trattava di un esperimento unico nel Continente. Andava al potere un partito chenon apparteneva a nessuna famiglia politica europea; che teorizzava di non doversi alleare mai con nessuno, e poi di potersi alleare con chiunque, con la destra o la sinistra indifferentemente. Un partito eterodiretto, visto che chi lo comandava era fuori dal Parlamento; e virtuale, visto che chi lo controllava era un algoritmo (o presunto tale). Ci che pi conta, un partito convinto di potersi liberare anche dei vincoli della realt. Questa ebbrezza raggiunse il suo acme pochi mesi dopo, nella notte del 28 settembre del 2018, quando dal balcone di Palazzo Chigi, davanti a una folla festante composta di soli parlamentari Cinquestelle,Di Maio annunci solennemente l’Abolizione della Povert grazie a uno sforamento unilaterale del 2,4% di deficit. Settanta giorni dopo, il governo gialloverde aveva raggiunto un accordo con Bruxelles per riportare il deficit dove voleva l’Europa, il 2,4% divent un pudico 2,04%, e forse cominci allora la virata europeista dei grillini, la cosa migliore che abbiano fatto in questi tre anni. La svolta culmin nell’estate del Papeete: abbandonati dal sovranista, i populisti trovarono conforto nell’alleanza con l’ex odiato Pd, detto anche il partito di Bibbiano. Fu Renzi, incredibile a dirsi, a celebrare il matrimonio.

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