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Dopo il Covid ci sono 70mila lavoratori dello spettacolo in meno

Mag 27, 2021

AGI – Nel 2020 il numero di lavoratori dello spettacolo con almeno una giornata retribuita nell’anno è risultato pari a 261.799, con una retribuzione media annua di 10.492 euro e un numero medio annuo di 91 giornate retribuite. Lo rileva l’Osservatorio dell’Inps. Il settore dello spettacolo è sicuramente tra quelli che più hanno scontato gli effetti della pandemia da Covid-19 come emerge dal confronto con i dati relativi al 2019. I lavoratori nell’anno, infatti, hanno fatto registrare nel 2020 nel complesso un calo di quasi 70.000 unità (-21%); più contenuti risultano gli effetti sul numero medio di giornate retribuite (-8,6%) e sulla retribuzione media nell’anno (-1,8%): ciò attesta che la difficilissima congiuntura ha provocato in primo luogo una forte selezione con una quota elevata di personale escluso dall’occupazione e, in secondo luogo, la contrazione di giornate e retribuzioni di chi comunque ha potuto, pur con tutte le note limitazioni, lavorare.

I più colpiti conduttori, musicisti e cantanti

Le professioni più colpite dagli effetti della pandemia sono state quelle dei conduttori e animatori, diminuiti di oltre il 40% tra il 2019 e il 2020. Anche le professioni riguardanti il settore musicale in genere (orchestrali, musicisti, gruppi canto e ballo) hanno fatto registrare, rispetto al 2019, riduzioni pari a circa un terzo dei lavoratori. Particolarmente colpito risulta il gruppo dei lavoratori autonomi esercenti attività musicali per i quali la retribuzione media nel 2020 si è quasi dimezzata rispetto all’anno precedente.

Il gruppo degli attori continua a essere il più numeroso con 61.706 occupati(23,6% del totale), gruppo in cui è rilevante la quota della categoria dei ‘Generici e figuranti speciali’ che nel 2020 conta 37.088 lavoratori (maggiormente concentrati nel Lazio con 29.013 lavoratori). Rispetto al 2019 il peso del gruppo degli attori è diminuito di quasi 2 punti, perdendo circa 22.500 unità. In crescita è il peso dei gruppi dei lavoratori degli impianti e circoli sportivi (13,1% contro 11,1% nel 2019) e degli impiegati (12,6% contro 10,9% nel 2019).

Lavoratori giovani diminuiscono di un terzo 

Nel 2020 i lavoratori dello spettacolo sono in maggioranza maschi (57,8%) e giovani (29% la quota dei lavoratori fino a 29 anni). La variazione dei lavoratori tra 2019 e 2020 è poco differenziata tra maschi (-20,6%) e femmine (-21,6%) mentre per le classi di età emerge una situazione peggiore per i giovani fino a 29 anni che nel 2020 diminuiscono di quasi un terzo rispetto all’anno precedente. La retribuzione media annua dei lavoratori dello spettacolo nel 2020, pari a 10.492 euro nel complesso, risulta differenziata sia per età, sia per genere. In particolare aumenta al crescere dell’età, ed è costantemente più alta per i maschi (11.418 euro contro 9.226 euro per le femmine).

Il confronto con la retribuzione media  del 2019 mostra una diminuzione contenuta (-1,8%) con un trend di segno opposto tra maschi (-3,8%) e femmine (+0,2%), anche se le femmine della classe di età 30-39 anni presentano la variazione retributiva peggiore nel biennio 2019-2020 (-12,9%).  

A livello geografico, risulta che il 39,8% lavora nelle regioni del Centro, a seguire il Nord-ovest con il 26,7%, Sud e Isole con il 17,0% e il Nord-est con il 16,5%. 

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